Il segreto per non impazzire con i compiti delle vacanze

il segreto per non impazzire con i compiti delle vacanze

Manca poco all’inizio della scuola e i bambini non hanno ancora finito i compiti delle vacanze. Che i bambini siano in seconda elementare o in seconda media il problema è sempre lo stesso.

C’è un compito da portare a termine ma loro rimandano. E tu come ti comporti?

Mi guardo intorno e vedo due tipologie di genitori:

1. quelli che fanno i vaghi, troppo impegnati nelle loro faccende. Negli gli ultimi 3 giorni accuseranno i figli di essere disorganizzati e fannulloni.

2. quelli che ogni giorno si stressano cercando di far fare qualcosa ai figli senza riuscirci: …almeno un problema, devi farne ancora 45.

Per alcuni i compiti delle vacanze sono un vero e proprio assillo. I figli sono completamente distratti da altro. Impossibile venirne a capo. Ma il segreto per non impazzire con i compiti delle vacanze c’è.

Può anche darsi che mi consideri la solita saputella, ma se sei qui forse ho la chance di rivelarti un segreto: quello che serve ai tuoi bambini per fare i compiti delle vacanze sei tu.

No, aspetta: non servi tu ma serve la tua calma, il tuo atteggiamento sereno, la tua volontà. I tuoi figli hanno bisogno che gli dimostri che ci si può mettere a fare qualcosa che si ha poca voglia di fare, riuscirci e poi esserne soddisfatti.

Come fare in pratica?

Immagina di essere una app per Iphone o android, poco importa. Sei stato scaricato gratuitamente dal cervello di tuo figlio, che ha bisogno di un tool che lo aiuti a fare i compiti.

Sei un alert. Siediti pacatamente con lui e suona ogni pochi minuti. Stai li semplicemente in silenzio, con attenzione e di rispetto per il lavoro del bambino, interessato ma non troppo (non devi risolvere il problema): l’obiettivo che hai è incoraggiare interiormente il bambino. Come?

Non parlare, non leggere, non fare nulla. Devi essere la materializzazione della sua volontà,  uno strumento al servizio della sua volontà.

Lui non riesce a stare fermo? Tu si. Lui non smette di parlare? Tu lo osservi in silenzio e ogni 5 minuti esatti lo incoraggi con una parola o due: forza, ce la fai, coraggio, io sono qui con te, appena hai finito ti sfido a scacchi!

L’idea è che tu sia sostegno, argine, palo, faro. Comportati come se fossi un segreto: il bambino non deve sapere cosa stai facendo, deve capirlo, intuirlo. Deve sentirlo. Non devi spiegare nulla

Vedrai che magia! Scoprirai che non serve solo per i compiti, serve per tutto. E’ la consapevolezza del fare che noi adulti dovremmo avere in tutto ciò che facciamo e che i bambini imparerebbero osservando noi.

E tu riesci a portare a termine un impegno che ti sei dato anche quando diventa troppo faticoso e difficile? Come gestisci la tua difficoltà?

Compiti: pro o contro?

Che siate pro o contro i compiti qui importa poco: sta di fatto che si tratta di un impegno preso e quindi da rispettare. Perchè possiamo anche dire chissenefrega insieme ai figli, e siamo liberi di farlo.

Se domani quando gli chiederemo di sparecchiare o di lavarsi il calzino ci daranno la stessa risposta non potremo non ammettere di aver dato l’esempio..

E comunque parliamone: sul fatto di fare i compiti delle vacanze io un’idea chiara non ce l’ho ancora e sicuramente il segreto per non impazzire con i compiti delle vacanze non è solo questo, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi.

Ultimo aggiornamento: 20 agosto 2017

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Originariamente scritto il 26 agosto 2014

10 Commenti per questo post

  1. Catia ha scritto:

    Ciao Sabrina,
    innanzitutto ti rinnovo i complimenti per i tuoi post sempre interessanti e attuali.
    Per quanto riguarda i compiti delle vacanze io sono favorevole.
    Ovviamente ognuno conosce i propri figli e sa quanto possano “fare bene” o meno.
    Per Matilde sono indispensabili.
    Pensando a Matilde e ai compiti delle vacanze mi è sempre venuta in mente l’immagine del nostro corpo che necessita della muscolatura di sostegno per potersi sorreggere. Questa muscolatura ha costantemente un livello seppur minimo di tensione. Ecco, i compiti delle vacanze consentono a Matilde di rimanere ad un livello seppur minino e assolutamente non frustrante di tensione. Questo allo scopo di non fare tabula rasa degli argomenti affrontati nell’anno e tenere traccia mentale dei concetti. Tieni conto che Matilde è dislessica per cui il tutto risulta un tantino più complesso.
    A giugno dopo un paio di settimane di assoluto riposo, abbiamo ( a parlo al plurale perchè i compiti e lo studio, checchè ne dicano alcuni, sono un affare di famiglia) iniziato i compiti e lo abbiamo fatto a piccole dosi ( il livello minimo di tensione) tutti i giorni.
    A fine agosto, a due settimane dall’inizio della scuola, siamo decisamente a buon punto e ci possiamo permettere qualche stacco per fare delle passeggiate o una mattinata di shopping ( come ieri per esempio).
    Nel momento dei compiti la mia presenza è costante e mi auguro rassicurante per Matilde. Ci sono dei momenti però in cui lei mi chiede di allontanarmi per fare completamente da sola. “Se ho bisogno ti chiamo” mi dice.
    Concludendo si ai compiti delle vacanze. E’ richiesta una buona pianificazione per non farli diventare una condanna ai lavori forzati.
    Ciao e buona giornata … di compiti?

  2. quasi in prima elementare ha scritto:

    Grazie per questo bellissimo post. Come capirai dal mio nick stiamo vivendo la vigilia di un anuova avventura….

    Penso che questo tuo post si possa applicare benissimo anche ai compiti durante il periodo scolastico e non solo durante le vacanze.
    In questo momento in casa si vivono tensioni diverse (fortunatamente non arrivano alla nostra bimba almeno spero): mio marito dice che i compiti si devono fare da soli e quindi L. non avrà bisogno di aiuto, i nonni dicono che saranno loro ad aiutarla/ a farli perchè io arriverò tardi dal lavoro e non posso occuparmi anche di questo (ma chi glielo ha chiesto???).

    Io penso che l’atteggiamento migliore sia quello da te descritto, sicuramente non ho intenzione di andare in ansia come certe mamme si sostituiscono ai figli….se un lato positivo c’è nei compiti è quello di stimolare l’autonomia dei bambini o no???Poi anche se dovremmo “subire” i sistema dei voti vorrei riuscire a far capire a L. che l’importante è il piacere della scoperta e dell’apprendimento e dell’essere soddisfatti del proprio lavoro ed impegno e non del voto e tantomeno del confronto con gli altri…..

    Sbaglio???Hai consigli in proposito???Ho letto che anche il tuo terzo va alla scuola statale …..se posso chederlo come è andata?

  3. Catia ha scritto:

    Mi sono presa la libertà di condividere questo post sul nostro blog perchè l’argomento è interessante e le tue indicazioni davvero utili. Spero non ti dispiaccia.

  4. Elena ha scritto:

    Ci pensavo anche io negli stessi termini. Non ho ancora una posizione definita: da (brava) studentessa ai miei tempi odiavo i compiti delle vacanze. Avevo proprio bisogno di quei tre mesi di pace e a settembre arrivavo piena di nuovo di voglia di aprire i libri (lo so puo’ sembrare incredibile….). Da mamma ne posso capire razionalmente il senso ma continuo a considerarliin modo ambivalente. Mia figlia è alla steineriana in prima percio’ niente compiti ( o meglio un compito apparentemente ‘semplice’ ma pieno di senso, imparare a memoria la poesia racconto che la maestra ha scritto per ogni bambino) ma noi un po di lavoro lo abbiamo fatto soprattutto sulla lettura.
    Forse se potessi decidere io credo che ci vorrebbe il giusto mezzo: qualcosa si ma in una quantita’ che lasci la voglia di desiderare di leggere un po di piu, di scrivere qualcosa spontaneamente sul proprio diario segreto, di guardare una cartina geografica e riscoprire i posti che si sono visitati…insomma qualcosa che stimoli ma non saturi la voglia di imparare.
    Poi concordo con il consiglio di essere li a sostenere il bambino mentre fai i compiti come una presenza rassicurante ma silenziosa. Non e’ facile ma da grandi frutti!

  5. Barbara ha scritto:

    Ciao, ormai anche nostro figlio più piccolo, il terzo, deve fare i compiti. L’anno prossimo sarà in terza elementare. Hai ragione quando dici che l’ unico modo e’ quello di sedersi con loro con calma e cercare di trasmettergli il tuo stato d’animo. Ma non ne ho più voglia. Comincio a essere completamente contraria. Credo che non servono a niente. Forse insegnano un po’ di autodisciplina ma niente altro. Io sono cresciuta in austria dove non si danno compiti n’è per le vacanze n’è per i weekend. E’ vietato per legge! Ho imparato lo stesso e sono diventata una persona responsabile e abbastanza organizzata. Mi ricordo ancora questa sensazione di relax e libertà’ delle vacanze e mi dispiace che i miei figli non possono fare altrettanto. Ho anche capito che i miei figli non avrebbero mai il coraggio di non farli. Gli sembrerebbe male. Quindi li fanno. A volte sto con loro, come dici tu, a volte non ci riesco, perché mi manca la motivazione. Con mia figlia più grande che andrà in prima liceo va alla grande, ha praticamente fatto sempre tutto da sola e si è assunta la responsabilità quando non ne aveva voglia. Ma con gli altri due di 12 e 8 anni e’ molto più difficile…. Cresceranno anche loro e capiranno se vogliono fare i compiti e mettere impegno . Buoni ultimi giorni di vacanza, Barbara

  6. Annette ha scritto:

    Ho provato ma qualcosa non ha funzionato: mio figlio mi ha guardato e ha detto: perché io devo fare i compiti che sono noiosi mentre tu sei lì che non fai niente? 🙂

  7. sabrina ha scritto:

    Cara Annette, intanto non è qualcosa che puo’ funzionare al primo tentativo. Se tuo figlio (quanti anni ha?) è abituato a relazionarsi con te attraverso il ragionamento e la dialettica sarà difficile che passi altro. La volontà, le buone intenzioni, il sostegno interiore, la vicinanza emotiva non si creano in un giorno. Soprattutto se tuo figlio è gia grandino. Ma non preoccuparti. Puoi fare molto a tutte le età: comincia da qui: http://www.vivere-semplice.org/2012/11/12/da-dove-viene-la-capacita-di-commuoverci/

  8. salome ha scritto:

    Io odio i compiti per le vacanze , ma vi chiedo se ti chiedono i libri per le vacanze tipo se sei stato promosso in prima media ti chiedono i libri che hai fatto in 5 elementari

  9. Antonella ha scritto:

    Mi ritrovo alle prese con mia figlia di 6anni e mezzo, sommersa da kg di compiti, e siamo solo alla fine della prima elementare. All’inizio mi incavolavo come una iena perché continuava a lamentarsi, adesso ho deciso di seguire una via più zen e (passatemi il termine) menefreghista al massimo. Le ho spiegato che lei sa che i compiti sono una sua responsabilità, può anche non farli, di certo non la lego alla sedia per farglieli fare, ma deve aver ben chiaro in mente che, al suo rientro a scuola, dovrà rendere conto agli insegnanti. Può decidere se farli, quando farli, ma ogni decisione presa ha una conseguenza. Troppo? Forse, ma o così, o mi gioco la sanità mentale.

  10. Giorgia ha scritto:

    Ciao,
    Mia figlia ha quasi 7 anni, siamo a fine agosto e ha il libro delle vacanze che non è neanche a metà. Mi fanno tenerezza quei genitori che dicono al figlio che tornerà a scuola coi compiti da fare con la convinzione che questi corrano a farli. Beh se succede, ottimo! Avete la fortuna di avere dei figli con una coscienza.
    Mia figlia si lamenta se le dico così, ma non li fa comunque. Non ha la cognizione del tempo che passa ne il timore reale delle ipotetiche conseguenze.
    Semplicemente come fin’ora è stato, non vuole farli. Fa di tutto per non farli. Quelli che ha fatto sono frutto di lacrime e sangue. Incazzature, pianti, nervoso, ore per 2 pagine. Cioè ma scherziamo?

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