Cosa fare se tuo figlio ti dice: non so cosa fare

Bambini che hanno da fare

Se i bambini sono impegnati non disturbateli per carità. Emilio che ha appena compiuto due anni pretende già di colorare i mandala come se ne avesse 5 (vede il fratello e lo imita). Io lo lascio fare, gli da una gran gioia!

I bambini e il tempo

Alla riunione di quarta classe la maestra ha spiegato iil motivo per cui quando si fanno le frazioni si studia il tempo (anzi prima l’uno e poi l’altro).  Nelle scuole steineriane durante le riunioni di classe spesso i maestri ci spiegano come si fa la didattica delle varie materie e perchè. Interessantissimo!!

Insegnare il concetto di tempo è pura astrazione. Significa spezzare in frazioni un flusso continuo e costante che è la vita. Dare un senso al flusso temporale significa capire intimamente le frazioni, senza grandi spiegazioni logiche.

A proposito di tempo, la maestra ci ha fatto notare che inzeppare le giornate di cose da fare è davvero deleterio per i bambini. Non è semplicemente una moda o una soluzione per evitare di mettersi faccia a faccia con la noia: si tratta di qualcosa di davvero che fa loro del male.

Dobbiamo tenere duro (lo dicono tra l’altro tutti i genitori di figli grandi), accettare di essere impopolari, inghiottire in silenzio quando i bambini ci dicono non so cosa fare. Dopo quella fase in cui non c’è niente  da fare arriva il fiume in piena della curiosità, dell’entusiasmo, della voglia di fare.

Tenete duro, se i vostri bambini non sono in quella fase tenete duro. Non è riempendogli la vita che impareranno ad apprezzare il mondo. A volte troppi stimoli ottengono l’effetto paradosso”.

Alcune volte all’ora di cena i bambini non smettono di fare le loro pozioni e i loro esperimenti e mi ritrovo a lasciarli fare anche se non amo molto che si facci altro mentre si mangia. Ma non sto nella pelle nel veder sviluppare i loro progetti, è cosi sacro quel momento in cui la voglia di fare si fa largo anche se nei momenti meno opportuni.

Ieri sera io e mio marito eravamo ad un concerto in cui un ragazzino di forse 20 anni con lo sguardo acceso e il viso pulito cantava i suoi pezzi in inglese, suonava la chitarra e batteva il tempo con il  piede. Lo guardavo pensando che i prossimi dieci anni saranno quelli in cui vedrò sbocciare l’individualità dei miei bambini. Non voglio perdermi neanche una virgola.

I grandi e il senso dell’attesa

E sono qui tutta occhi, che coltivo quotidianamente l’acre beatitudine dell’attesa, cioè della mancanza nella speranza, perchè come dice Bonhoeffer, perchè chi non sa aspettare non sperimenterà mai nella sua interessa la benedizione dell’adempimento

L’attendere è un’arte che il nostro tempo impaziente ha dimenticato. Il nostro tempo vuole cogliere il frutto maturo non appena ha pintato un germoglio, ma gli occhi avidi sono ingannati in continuazione, perché il fruto, all’apparenza così prezioso, al suo interno è ancora acerbo e mani irrispettose gettano via con ingratitudine ciò che le ha così deluse. Chi non conosce l’acre beatitudine dell’attesa, cioè della mancanza nella speranza, non sperimenterà mai nella sua interezza la benedizione dell’adempimento.” D. Bonhoeffer

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Originariamente scritto il 11 dicembre 2011

8 Commenti per questo post

  1. Irene ha scritto:

    Che bel post! Concordo pienamente con quello che scrivi e, se permetti, vorrei "copiarti" questa citazione e metterla nel mio sito perchè si confà precisamente allo spirito che mi ha guidato nello scegliere di aprire un blog/sito in cui si riscoprono i lavori manuali, lenti, che danno un risultato solo a lungo andare, con pazienza e costanza.

  2. mammachegiochi ha scritto:

     
    Ho fatto leggere il tuo post a mio marito, per riflettere con lui di questo tema, del tempo. Non è facile equilibrare quello che è riconoscere i talenti o desideri del bambino ( sport, musica ecc), e sapere quale è il tempo giusto per loro.Ora viene anticipato tutto, l'orecchio ha il maggior sviluppo tra i 3-6 anni,se imparano a nuotare da piccoli è meglio, se fanno danza o calcio sono più sciolti, più più più …
    La noia che hai descritto tu me la ricordo con piacere. Erano i pomeriggi trascorsi dalla nonna,a da li la mia fantasia prendeva quota.E' quello che succede alle mie bimbe quando stanno con la loro nonna, con poche cose passano interi pomeriggi,mentre io mi faccio assalire dalla gioia del fare, ma pur sempre condizionando.
    E' giunto il tempo di rivedere alcune priorità!

  3. marta ha scritto:

    è verissimo….dopo i primi minuti di sconforto in cui ripete  "non so cosa fare" …lo vedo impegnato in giochi inventati e mi da fiducia…! perchè a volte non serve neanche proporre qualcosa…perchè sono nostre idee, la vera quiete la trova quando sceglie lui la soluzione….Certo però che io da bambina avrei fatto di tutto perchè mi mandassero ad un corso di danza o di nuoto o di pattinaggio….niente…perchè non va bene occupare troppo le giornate…al massimo un po' di pianoforte. ero comunque molto creativa e non protestavo, ma sarei stata meglio…appena ho potuto mi sono pagata e iscritta io ai corsi che avrei desiderato fare.credo che se si trova una via di mezzo e soprattutto si ascoltano e si osservano i propri bambini e si decida con loro se c'è un'attività che li appaghi non può che arrivarne del bene!

  4. sicampeggia ha scritto:

    Sabrina io intuisco la correttezza di quello che dici a proposito della noia e del dare la possibilità al bambino di attingere alle sue risorse creative però non ho ben chiaro quale deve essere il ruolo del genitore in queste situazioni: dare un "aiutino" ai nostri bimbi magari coinvolgendoli nella nostra attività del momento è sbagliato? O va bene a patto che l'iniziativa parta da loro? Ti sarei grata se volessi chiarire questo punto, considera che il mio Matteo ha tre anni. A presto ciao

  5. Mammamsterdam ha scritto:

    Si, ma come lo dici tu è talmente bello.

  6. sabrina ha scritto:

    cara sicampeggia
    credo che il ruolo del genitore in questo senso sia prima di tutto aspettare e seconda cosa essere fiduciosi che. ecco. non ho una ricetta e d altronde ogni famiglia trova la sua ricetta personale. ci sono mamme che riescono bene a coinvolgere i bambini nelle attività della casa, altre che si stressano tantissimo a fargli fare una torta o a lavare i piatti insieme. dobbiamo trovare il modo di vivere in casa nella calma, facendo attività che ci danno gioia e mettendo da parte tutto quello che ci stressa (e che faremo in loro assenza se possibile). l'iniziativa puo' partire da chiunque, o puo' anche non partire..la cosa più sana secondo me è mettersi in ascolto, dare tempo alle cose, aspettare che si svolga secondo i tempi del bambino…. almeno qualche volta, almeno in casa. e se in un pomeriggio intero non viene fuori nulla? pazienza, sarà per la prossima volta, ma ripiegare sul cartone per tappare il buco io la trovo una sconfitta. io.

  7. MAQ ha scritto:

    sono appena arrivate le due figlie più piccole a dirmi che si annoiano…
    …è durata poco: si sono messe a saltare sul letto e poi faremo la torta più pannosa e cioccolatosa che riusciamo a realizzare (dovrò spegnere il computer. però, anche se io non mi stavo affatto annoiando :-P)

  8. heidi ha scritto:

    L'attesa, bell'argomento , mi ci ritrovo tanto in questo momento e spero che quella che sta contrassegnando la nostra famiglia sia un'attesa sana e costruttiva.

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