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Di cosa parla il libro Vivere semplice


Scritto il 22 agosto 2018

Vivere Semplice il libro di Sabrina D'Orsi

Vivere semplice? Sembra un paradosso. Sono madre di 3 figli maschi: il più grande ha 16 anni, il più piccolo 8. Prima di avere figli avevo tanti interessi e una bella carriera ed ero ben poco interessata ai bambini. Poi è cambiato tutto.

La prova del 9: diventare genitore

Diventare madre è stato difficile: ero troppo perfezionista e ansiosa, volevo avere tutto sotto controllo ma sfuggiva sempre qualcosa. I bambini sembravano sempre agitati, urlavano e buttavano tutto all’aria. Vivere semplice non era certo fattibile, con queste bestioline in casa.

foto di sabrina d'orsi - vivere semplice

Sapevo solo urlare, deprimermi e poi urlare ancora. Altro che Vivere semplice! Mi sentivo un’incapace. Ci tenevo cosi tanto a fare il mio meglio, ma la mia buona volontà non serviva a niente.

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Pensavo fosse colpa mia se i miei figli erano agitati e incontenibili.
Ed era un po’ vero, a dir la verità. Ma questo lo scoprii molto tempo dopo, quando imparai ad esercitarmi quotidianamente per centrare me stessa ed essere meno reattiva, per mettere ritmo, abitudini, consuetudini che hanno reso i bambini molto più sereni, calmi e centrati.

Liberi di giocare tranquilli senza bisogno di fare sempre capricci.

foto di sabrina d'orsi - vivere semplice

Imparare ad essere le persone che vogliamo essere

Ecco da dove inizia la normalissima storia di una mamma insoddisfatta di sè che sente l’urgenza di imparare ad essere più efficace e paziente.

I nostri figli imparano da ciò che siamo

Loro imparano dalle nostre reazioni, da quella parte di noi che non controlliamo.

All’inizio è cosi difficile essere le persone che vogliamo, poi scopri che è una questione di volontà e di allenamento: è una sfida.

Una delle più belle della vita perchè alla fine ottieni un doppio risultato (e io adoro i risultati doppi): diventi una persona migliore e la relazione con i tuoi figli, come per magia, diventa armonica.

Dal mio cambiamento è scaturita accettazione e gratitudine per come sono e per il fatto di essere testimone della loro crescita.

E questa gratitudine sembra essere olio nel motore della famiglia, perchè tutti si rilassano e non c’è più bisogno di rivendicare, giudicare, accusare.

 

3 modi di creare relazioni più felici e profonde: ascolta l’intervista su Radio Cusano Campus

 

foto di sabrina d'orsi - vivere semplice

Come averlo

foto di sabrina d'orsi - vivere semplice

 

Il libro si può ordinare i qualsiasi libreria o acquistare sul sito della casa editrice con Paypal  la tua copia arriverà entro pochi giorni fresca di stampa.

Il libro è su tutte le piattaforme online come Amazon, Feltrinelli e il Giardino dei Libri. Se hai bisogno di assistenza contatta la casa editrice via email naturaecultura@tiscali.it per ricevere info su altre modalità di pagamento.

 

Mettere in atto il cambiamento

Quello che nel concreto ho fatto per mettere in atto il cambiamento è stato

  • capire cosa conta davvero per me e farne una priorità
  • trovare uno stile di vita semplice, più vicino ai miei bisogni
  • liberarmi dalle opinioni degli altri
  • imparare a pesare le parole e a non usarle come armi contundenti.

A forza di cercare ho capito che per me era importante diventare un essere umano degno di essere imitato.

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Ritmi e Abitudini

Questo significa smettere di fare una serie di cose e cominciare a farne altre. Quanto è difficile cambiare lo sappiamo tutti, ma il segreto è partire dalle cose più umane e da quelle più quotidiane:

  • instaurare sane abitudini
  • creare dei ritmi di famiglia che ci aiutano a dare una forma alla quotidianità
  • smettere di lamentarsi, di criticare e di giudicare
  • imparare a sbagliare, non essere permalosi
  • mettersi alla prova e non smettere mai di imparare

Il cervello e i sensi del bambino

Perchè i bambini hanno bisogno di adulti cosi per crescere bene?

Nel libro parlo anche di come si sviluppa il cervello del bambino piccolo, di come le esperienze  influenzano l’apprendimento e di come accompagnare il maniera adeguata la crescita del bambino in base alle età evolutive che attraversa.

A partire dai primi mesi di vita fino all’incontro con i media e i social, per aiutarli a gestire la loro identità digitale senza rimanere schiacciati dall’abuso di tecnologia.

Vivere semplice con la scuola steineriana

Certo che parlo anche di scuola steineriana! E racconto alcuni episodi che mi hanno fatto innamorare di questa pedagogia non convenzionale e mi ha ispirato nuovi modi di affrontare le difficoltà.
L’obiettivo non è convincervi che la scuola è migliore di altre ma favorire idee e riflessioni nuove per chi non la conosce e di raccontare a chi la conosce il mio punto di vista su questo approccio educativo prezioso e peculiare, che tanto mi ha ispirato in questi anni.

foto di sabrina d'orsi - vivere semplice

Il libro si può ordinare i qualsiasi libreria o acquistare sul sito della casa editrice con Paypal  la tua copia arriverà entro pochi giorni fresca di stampa con un costo di spedizione di 3,50 euro.

Il libro è su tutte le piattaforme online come Amazon, Feltrinelli e Il Giardino dei Libri. Se hai bisogno di assistenza contatta la casa editrice via email naturaecultura@tiscali.it per ricevere info su altre modalità di pagamento.

 

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demenza digitale

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Come tenere il cervello in allenamento


Scritto il 08 agosto 2016

demenza digitale

photo credits: Nick Jr. Parents

Tempo fa ho letto Demenza digitale e ne sono rimasta folgorata. Il saggio appassionante di uno psichiatra illuminato che merita una serie di articoli, visto che qui a Vivere Semplice ci facciamo spesso la stessa domanda: come ci si può semplificare la vita senza scappare in un eremo?

Usiamo meglio il cervello

Il cervello non è un organo ma l’insieme di un milione di miliardi di cellule nervose collegate tra loro e a seconda di come le mettiamo in connessione impastiamo il nostro cervello in modo diverso. Se pensiamo sempre ad qualcosa diventiamo dei fanatici… capito no?

Come possiamo allenare il nostro cervello perchè sia elastico, pronto e bene in forma? Dobbiamo pensare e fare tante cose diverse, soprattutto cose che comportano uno sforzo. Infatti quando ci sforziamo mentalmente alla ricerca di qualcosa che non ricordiamo o quando ci sforziamo di imparare qualcosa di nuovo interagendo attivamente con l’ambiente stiamo facendo un gran favore al nostro cervello.

Quindi una cosa è certa: la nostra capacità mentale dipende da quanto teniamo in allenamento il cervello, mettendoci in relazione al mondo reale e usando la memoria.

Ora pensiamo al computer: ci semplifica la vita, esegue e automatizza, lavora per conto nostro ma invece di essere il bue che ci aiuta ad arare il terreno risulta essere un veleno per il nostro campo. Il perchè ve lo racconto nel prossimo articolo che pubblico tra un giorno, non tra un anno come il primo.

Intanto se volete approfittare per rileggervelo eccolo qui: si può smettere di usare il cervello?

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Si può smettere di usare il cervello?

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Si può smettere di usare il cervello?


Scritto il 04 luglio 2015

Ho letto un libro fantastico, geniale, che spiega nei dettagli scientifici perchè i nostri figli che usano schermi, tablet e touchscreen già da piccoli a scuola e a casa saranno degli adulti più stupidi di noi. O almeno avranno smesso di usare il cervello come lo usiamo noi (che non vuol dire la stessa cosa, lo so!)

demenza digitale

I casi sono due: possiamo fidarci di ciò che non capiamo oppure capire perchè ci stiamo fidando troppo del futuro. Io opto per la seconda.

Demenza digitale è un libro autorevole e complesso ecco perchè sto preparando una serie di articoli che raccontano dall’inizio tutta la storia del come è cambiato il nostro modo di usare il cervello e quali sono gli effetti che gli esperti stanno osservando.  Abbiate un po’ di pazienza, vi darò tutti i dettagli e forse questa volta riesco a far riflettere anche i più scettici.
Manfred Spitzer dirige la clinica psichiatrica di Ulm in Germania. Negli ultimi anni di ricerche e riscontri sui pazienti il dottore ha cominciato a notare un aumento vertiginoso dei disturbi della memoria, dell’attenzione e della concentrazione, un appiattimento emotivo e una generale ottusità. E non parliamo di pazienti anziani ma di persone di tutte le età.
Tale quadro clinico è stato definito demenza.

Spitzer, studiando i cambiamenti celebrali connessi con la decadenza riscontrata, ha cominciato a chiedersi: perchè il declino di massa avviene proprio in questo periodo storico? C’è forse qualche relazione con l’uso massiccio dei media digitali?

Non è forse cambiato  il modo in cui ogni giorno impariamo nuove cose, ci teniamo informati e comunichiamo tra di noi?

L’esempio dei taxisti inglesi

ippocampoIl nostro cervello è un organo che non può fare a meno di imparare e che si modifica in modo permanente attraverso l’uso. Dal punto di vista evolutivo quindi utilizzare sempre più dei mezzi che esonerano il cervello dal memorizzare, riflettere e persino pensare non può che essere deleterio per il rendimento mentale.

Se usiamo il cervello quello cresce, fiorisce e si sviluppa sempre di più altrimenti accade il contrario. Facciamo un esempio: pensate che dotare i taxi tedeschi del segnale satellitare abbia contribuito a rendere più efficace il servizio, ridurre gli incidenti e gli ingorghi? No. La presenza del navigatore ha ulteriormente ridotto la capacità di orientarsi peggiorando la situazione. Vediamo perchè.

L’orientamento è una capacità preposta ad un’area particolare del cervello: l’ippocampo. Esso infatti deve costantemente collegare cose tra loro eventi, esperienze e contenuti della memoria a lungo termine: esattamente quel genere di attività che devono svolgere costantemente i taxisti che per passare l’esame abilitante alla professione devono dimostrare di conoscere le 25mila vie della città (Londra) senza utilizzare alcun supporto digitale. Essi secondo un recente studio sono risultati la categoria di lavoratori con un ippocampo più sviluppato della norma. Sarà forse un caso?

Altri articoli che parlano di Demenza Digitale

  1. Come tenere il cervello in allenamento (e perchè si modifica costantemente)
  2. Si può smettere di usare il cervello? Alcuni pensano che gli adulti del futuro saranno più stupidi di noi.
  3. Com-prendere la realtà per imparare
  4. Megli memorizzare nel cervello o delegare a internet?
  5. L’anonimato: un’ottima occasione per …

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Com è fatto il cervello di un bambino? /2

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Com è fatto il cervello di un bambino? /2


Scritto il 16 luglio 2013

il cervello dei bambini

Mi è capitata tra le mani la spiegazione semplice, chiara e competetente di come è fatto il cervello di un bambino. L'autrice è una pediatra e ha tre figli. Il suo sito è un pozzo di saperi. Cosa serve al cervello di un bambino per svilupparsi al meglio? Come e perchè alcuni stimoli lo aiutano meglio di altri a crescere in armonia. Allora ho pensato di tradurlo e metterlo giu in queste mie pagine che sono sempre più un luogo di silenziosa riflessione sullo stato dell'arte della mia famiglia. Questa è la seconda parte. La prima la trovate qui.

Nel bambino piccolo il cervello si sviluppa per gradi. Ma la progressione è sempre la stessa. Si parte dal cervello più primitivo (chiamato reptiliano o comunemente il cervello dell'azione) a quello limbico (quello dei sentimenti) fino al più avanzato, la neocorteccia (o cervello del pensiero).

Ogni parte del cervello è organizzato per suddividersi i compiti di gestione della baracca…avevo promesso sarei entrata meglio nello specifico.

Il cervello reptiliano, il più antico, è preposto a gestire la sopravvivenza: i riflessi, il controllo del movimento, il monitoraggio delle funzioni del corpo e processa le informazioni che ci giungono dai sensi.

Il cervello limbico è quello che da senso e valore ai ricordi, che mette nei cassetti della memoria quello che impariamo, che influenza i comportamenti basati sulle emozioni. Ha una forte relazione con il sistema immunitario e sovrintende la nostra capacità di autoguarigione.

La parte più nuova del nostro cervello, la neocorteccia è 5 volte più grande degli altri due messi insieme e gestisce il pensiero. Gli serve più tempo per elaborare le informazioni, è la sede della consapevolezza di se ed è l'area celebrare più promettente, quella con il più alto potenziale di crescita e sviluppo in futuro. E' anche la sede del pensiero creativo, ragiona come un computer ma se sviluppato nella maniera adeguata è anche il luogo in cui si coltiva l'empatia e la compassione.

Se, abbiamo detto, lo sviluppo del cervello è direttamente proporzionale alla mielinizzazione delle stradine percorse dai nervi (passatemi il termine non proprio tecnico), è chiaro che più si lavora nella direzione di coltivare certe abitudini mentali e comportamenti appropriati più quelle diventeranno solide certezze. Finora avete trascurato di coltivare gratitudine, ottimismo e capacità di perdonare? Niente di male. La plasticità del cervello fa si che anche l'adulto possa sviluppare nuove connessioni dendridiche a patto che si lavori un po' più sodo. La strada non sarà facile da battere come quando avevamo tre anni.

Che cos'è la mielinizzazione? Essa ha un ruolo centrale: consiste nel ricoprire i nervi axon e i dedriti con una pellicola proteica protettiva. Questo meccanismo avviene utilizzando al massimo le connessioni neuronali ovvero facendo parlare tra loro le cellule nervose. 

Ripetizione, movimento, stimolazione multisensoriale sono i fondamento per lo sviluppo del linguaggio e del pensiero

Quale tipo di stimolo è più appropriato? Non per essere ripetitivi ma di certo non la tv, caratterizzata dalla deprivazione sensoriale a vari livelli. Soprattutto perchèquesti mezzi parlano esclusivamente a udito e vista. E lo fanno a bassa qualità, visto che il tubo catodico non fa altro che sparare in faccia luce pulsata negli occhi. Ma del perchè la tv proprio non va parlo meglio qui.

 

Lasciamo perdere quello che non va e pensiamo a cosa serve davvero

Per la formazione del sistema senso-motorio la ripetizione e il movimento ritmico sono fondamentali. Le esperienze legate ai sensi sono molto importanti ma qui il problema è opposto: al giorno d'oggi vista, tatto, odorato e udito devono essere protetti dalla sovrastimolazione, visto che i bambini sono letteralmente spugne e rischiano di assorbire più di ciò che è appropriato viste le loro basse capacità di discriminare e filtrare. Scoprire poi che sono proprio gli stimoli rivolti ai 5 sensi quelli responsabili dello sviluppo del RAS (Reticular activating system) ovvero della capacità di focalizzare la nostra attenzione non sembra molto strano, in un epoca in cui è esploso il famoso deficit dell'attenzione chiamato ADHD. Ma non finiremo mai di dirlo abbastanza! 

Infine parliamo degli emisferi: sapete che il RAS è il portone tra l'emisfero destro e quello sinistro? Ecco perchè la stimolazione sensoriale è cosi importante (e con essa l'educazione sensoriale), ecco perchè i sensi hanno qualcosa a che vedere con lo sviluppo dell'intelligenza, del pensiero e del benessere di tutto l'essere umano. 

E' uscito da poco in libreria un libro che parla proprio di questo argomento, qualcuno di voi lo ha visto?

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