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Minimalismo digitale: ne hai bisogno anche tu!


Scritto il 06 febbraio 2019

minimalismo_digitale

Ti sei accorto che controlli la posta 200 volte al giorno?
Scrivi messaggi what’sapp  dal mattino alla sera?
Hai cosi tante urgenze ogni giorno? Davvero?
O forse ti sembra normale solo perchè lo fanno tutti?

Se la risposta è si continua a leggere. Scoprirai perchè urge una cura di minimalismo digitale.  Altrimenti non perdere tempo e torna su Facebook, Insta, Twitter o dovunque tu senta di star bene.

Che cos’è il minimalismo digitale?

Sono più di 10 anni che propongo su questo blog il digital detox: quando ancora non si parlava di dipendenza da social o di FOMO (fear of missing out, la paura di perdersi qualcosa di importante quando si è disconnessi).

Sono anni che intuisco quanta dipendenza danno i mezzi di comunicazione. E mi chiedo da sempre come non cadere in trappola e progettere i miei figli.

Qualcosa si potrà pur fare no?

Come ribellarsi alla dipendenza da tecnologia

Se smartphone e ipad sono chiamate la nuova cocaina digitale io non ci voglio cadere. E non si tratta di isolarsi dal mondo ma di evitare che le relazioni digitali prendano il sopravvento.

Voglio privilegiare i rapporti umani che posso coltivare in-carne-ed-ossa.

Io le chiamo relazioni vere ma so che alcuni non sono d’accordo. Per me le cose vere si mangiano, si strusciano sulla pelle, si guardano negli occhi, si annusano. Cosa definisce una cosa vera per voi?

Per molti di noi non è facile disconnettersi da internet per un giorno o per una settimana: rischieremmo il licenziamento o forse il divorzio. Quindi andateci piano, non voglio finire nei guai se seguirete i miei consigli.

Un giorno senza smartphone

Ma una cura d’urto è senz’altro efficace per renderci conto di quanto tempo sprechiamo e di quanta attenzione regaliamo a estranei salvo poi finire per perdere interesse per le persone che ci sono più vicine.

Il fatto è che la ricerca mostra che il 70% della felicità deriva dalle relazioni: non solo dal numero di amici ma soprattutto dalla vicinanza e dalle affinità che è possibile manifestare con amici e parenti, colleghi, vicini e figli.

Se ci pensiamo bene infatti il modo migliore per dedicare tempo a queste relazioni è toglierlo a quelle
pseudo-relazioni che ognuno di noi coltiva sui social media, chi per lavoro, chi per passione, chi semplicemente per intrattenersi mettendosi in mostra.

Ormai vanno di moda trucchi e suggerimenti per ridurre il tempo sullo schermo (prova l’app touch screen e scopri quante volte tocchi il tuo smartphone in un giorno, se supera le 2617 volte dovresti farti qualche domanda).

In generale le diete e le astensioni da smarphone sono efficaci solo fino alla prossima volta che senti un ronzio in tasca.

La tecnologia non è il diavolo, ma serve equilibrio

Abbiamo bisogno di qualcosa di più dei suggerimenti, abbiamo bisogno di una filosofia. Un sistema. Oserei dire, un ethos. Finalmente è ha cominciato a circolare in rete il termine minimalismo digitale, ovviamente non l’ho inventato io, però sono felice di aver colto questo segnale già molti anni fa.

Forse è perchè ho in casa 3 figli che avrebbero vissuto a pane e tablet se noi non avessimo gentilmente limitato i loro pruriti tecnologici. E lo abbiamo fatto proprio perchè entrambi siamo genitori esperti di tecnologia. 

Come possiamo ottenere il meglio dalla tecnologia senza farci fregare?

Prima di tutto dovremmo capire una cosa fondamentale: non ci stiamo perdendo nulla se ci sconnettiamo per un paio d’ore quando andiamo a prendere i figli a scuola, o se non accendiamo il telefono il sabato mattina. Stiamo solo guadagnando tempo prezioso per costruire una relazione sana e profonda con le personcine che diciamo i amare tanto: i nostri cuccioli.

E’ importante?

foto di sabrina d'orsi - vivere semplice

Se coltivare una relazione profonda e stabilire una connessione vera con i tuoi figli è una priorità per te ti consiglio di leggere il mio  libro VIVERE SEMPLICE che si può ordinare i qualsiasi libreria o acquistare sul sito della casa editrice con Paypal oppure su Amazon con lo sconto del 15%

 

Le paure di oggi

Il problema è che se non sei super-connesso, potrebbe esserci qualcosa che ti stai perdendo, giusto?

In realtà il vero problema è che proprio a causa del nostro costante essere online quello che ci stiamo perdendo è il mondo reale, le relazioni più intime, il tempo per conversare e stare insieme. Fare cose insieme: cosa fino a poco tempo fa cruciale per avere una vita soddisfacente. Per questo abbiamo bisogno di minimalismo digitale: di un alert che ci dice: adesso spegni! adesso spegni tutto!

Essere con le persone di persona, fare delle scelte, sacrificare delle cose per farne altre, connettersi con loro attraverso il bene, il male, il noioso, l’interessante. Ne abbiamo bisogno per sopravvivere. O almeno ne avevamo bisogno. Oggi forse ci basta internet.

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ADOLESCENTI Photo by Erik Lucatero on Unsplash

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Benessere digitale a scuola e in famiglia


Scritto il 30 ottobre 2018

Siamo una famiglia di nerd: mamma insegnante ex consulente di comunicazione, papà esperto di radio e web, i nostri 3 figli sono cresciuti in mezzo a tecnologie di ogni tipo.

Fino ai 2 anni.

Poi abbiamo cominciato ad osservarli meglio, i nostri bimbi: la loro reazione a tutti gli schermi era ipnotica e invasiva, ne chiedevano sempre di più.

Per questo abbiamo scelto il minimalismo digitale: dare dei limiti con il sorriso e senza punizioni.

Cosa succede quando limiti o neghi qualcosa?

Devi offrire alternative, portarli in natura, spegnere noi adulti per primi tutti gli schermi.

Ora i ragazzi hanno 16, 14 e 8 anni e quando le chat diventano oppressive smettono di seguirle, vanno a scuola in bici, fanno sport, amano stare nel bosco e la sera sera quando ceniamo fanno a gara per chi ha più da raccontare.

Non lo dico per farmi bella, ma per sensibilizzare quei genitori che pensano sia impossibile avere un ruolo attivo nell’eduzione dei propri figli. E’ non solo un diritto ma soprattutto un dovere.

I nostri figli dipendono dalle scelte che noi per primi facciamo. E in questo caso si tratta di scelte difficili: imporre limiti, controllare senza essere controllori antipatici, tenere i bambini nel loro mondo senza per questo gettare la spugna.

Ne parlo nel libro VIVERE SEMPLICE dove racconto come abbiamo agito per limitare l’uso della tecnologia e degli schermi tra i 9 e 16 anni, l’età più sensibile, dove bambini e ragazzi hanno bisogno di essere più assistiti nell’ambito del loro rapporto con la tecnologia

Sono certa del fatto che se non fossimo stati sensibili a questo argomento ne avremmo sottovalutato le conseguenze, come tendono a fare la maggior parte dei genitori che auspicano che i loro figli siano abili nel mondo digitale e danno per scontate le competenze nel mondo reale.

Fare i conti con il digitale

Dobbiamo imparare a fare i conti con la tecnologia, conviverci il meglio possibile e imparare a sfruttarla senza farci rubare troppe ore di vita.

Per questo ci vuole consapolezza dei mezzi, uso responsabile e una certa dose di equilibrio, coraggio, curiosità e motivazione per la vita.

Siamo i primi genitori di nativi digitali, di certo non è facile per noi dare indicazioni ai nostri figli, a stento sappiamo noi come gestire quest’invasione.

internet-safer-day 2021

Benessere digitale

Il benessere digitale è la condizione di chi sa sfruttare le crescenti opportunità messe a disposizione dai media digitali, sapendo al contempo controllare e governare gli effetti delle loro dinamiche indesiderate.

A questo scopo occorre possedere un vasto spettro di competenze specifiche, relative agli strumenti, alle informazioni, alle relazioni online, alla creazione di contenuti e, non ultime, alla gestione del proprio tempo e della propria attenzione.

Come si costruiscono le competenze per la vita digitale

Per costruire la propria identità digitale senza che la nostra vita in carne ed ossa risulti deprivata, scollegata, insipida occorre mettersi al lavoro.

Anche noi adulti abbiamo bisogno di mantenere un sapiente equilibrio tra le nostre abitudini. E per farlo occorre esercizio.

La capacità digitale non riguarda solo il saper gestire certi strumenti ma anche la capacità di gestire la propria attenzione. La sovrabbondanza di informazioni crea sovraccarico mentale che dà confusione e senso di disagio.

Tutto dipende dalle nostre scelte?

Siamo sicuri che la capacità di gestire la nostra attenzione dipenda solo da noi? Secondo me siamo pesantemente influenzati dalle opinioni degli altri.

Le sfide che il digitale porta nella gestione del tempo e dell’attenzione riguardano soprattutto il sapersi mettere in relazione ai propri bisogni e non quelli degli altri. Ma quali sono i nostri bisogni? Ce lo siamo mai chiesti?

Per i nostri figli vorremmo che navigassero agevolmente nella sovrabbondanza della rete ma anche sapessero difendere i propri spazi di attenzione piena e che la loro vita non fosse confinata al mondo digitale.

Sviluppare nuove capacità

In occasione dell’Internet Safer Day è possibile partecipare a eventi informativi sul sito www.generazioniconnesse.it consigliamo a tutti i genitori e gli insegnanti di non perdere l’occasione di acquisire competenze ormai necessarie per aiutare i ragazzi ad orientarsi in rete.

Anche il MIUR organizza un evento in diretta streaming con la Polizia Postale di stato, il 9 febbraio 2021 dalle 10 alle 12, tutte le informazione sul sito del MIUR (pagina dedicata all’Internet Safer Day)

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copertina_viveresemplice

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Di cosa parla il libro Vivere semplice


Scritto il 22 agosto 2018

Vivere Semplice il libro di Sabrina D'Orsi

Vivere semplice? Sembra un paradosso. Sono madre di 3 figli maschi: il più grande ha 16 anni, il più piccolo 8. Prima di avere figli avevo tanti interessi e una bella carriera ed ero ben poco interessata ai bambini. Poi è cambiato tutto.

La prova del 9: diventare genitore

Diventare madre è stato difficile: ero troppo perfezionista e ansiosa, volevo avere tutto sotto controllo ma sfuggiva sempre qualcosa. I bambini sembravano sempre agitati, urlavano e buttavano tutto all’aria. Vivere semplice non era certo fattibile, con queste bestioline in casa.

foto di sabrina d'orsi - vivere semplice

Sapevo solo urlare, deprimermi e poi urlare ancora. Altro che Vivere semplice! Mi sentivo un’incapace. Ci tenevo cosi tanto a fare il mio meglio, ma la mia buona volontà non serviva a niente.

primavera_2006 031

Pensavo fosse colpa mia se i miei figli erano agitati e incontenibili.
Ed era un po’ vero, a dir la verità. Ma questo lo scoprii molto tempo dopo, quando imparai ad esercitarmi quotidianamente per centrare me stessa ed essere meno reattiva, per mettere ritmo, abitudini, consuetudini che hanno reso i bambini molto più sereni, calmi e centrati.

Liberi di giocare tranquilli senza bisogno di fare sempre capricci.

foto di sabrina d'orsi - vivere semplice

Imparare ad essere le persone che vogliamo essere

Ecco da dove inizia la normalissima storia di una mamma insoddisfatta di sè che sente l’urgenza di imparare ad essere più efficace e paziente.

I nostri figli imparano da ciò che siamo

Loro imparano dalle nostre reazioni, da quella parte di noi che non controlliamo.

All’inizio è cosi difficile essere le persone che vogliamo, poi scopri che è una questione di volontà e di allenamento: è una sfida.

Una delle più belle della vita perchè alla fine ottieni un doppio risultato (e io adoro i risultati doppi): diventi una persona migliore e la relazione con i tuoi figli, come per magia, diventa armonica.

Dal mio cambiamento è scaturita accettazione e gratitudine per come sono e per il fatto di essere testimone della loro crescita.

E questa gratitudine sembra essere olio nel motore della famiglia, perchè tutti si rilassano e non c’è più bisogno di rivendicare, giudicare, accusare.

 

3 modi di creare relazioni più felici e profonde: ascolta l’intervista su Radio Cusano Campus

 

foto di sabrina d'orsi - vivere semplice

Come averlo

foto di sabrina d'orsi - vivere semplice

 

Il libro si può ordinare i qualsiasi libreria o acquistare sul sito della casa editrice con Paypal  la tua copia arriverà entro pochi giorni fresca di stampa.

Il libro è su tutte le piattaforme online come Amazon, Feltrinelli e il Giardino dei Libri. Se hai bisogno di assistenza contatta la casa editrice via email naturaecultura@tiscali.it per ricevere info su altre modalità di pagamento.

 

Mettere in atto il cambiamento

Quello che nel concreto ho fatto per mettere in atto il cambiamento è stato

  • capire cosa conta davvero per me e farne una priorità
  • trovare uno stile di vita semplice, più vicino ai miei bisogni
  • liberarmi dalle opinioni degli altri
  • imparare a pesare le parole e a non usarle come armi contundenti.

A forza di cercare ho capito che per me era importante diventare un essere umano degno di essere imitato.

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Ritmi e Abitudini

Questo significa smettere di fare una serie di cose e cominciare a farne altre. Quanto è difficile cambiare lo sappiamo tutti, ma il segreto è partire dalle cose più umane e da quelle più quotidiane:

  • instaurare sane abitudini
  • creare dei ritmi di famiglia che ci aiutano a dare una forma alla quotidianità
  • smettere di lamentarsi, di criticare e di giudicare
  • imparare a sbagliare, non essere permalosi
  • mettersi alla prova e non smettere mai di imparare

Il cervello e i sensi del bambino

Perchè i bambini hanno bisogno di adulti cosi per crescere bene?

Nel libro parlo anche di come si sviluppa il cervello del bambino piccolo, di come le esperienze  influenzano l’apprendimento e di come accompagnare il maniera adeguata la crescita del bambino in base alle età evolutive che attraversa.

A partire dai primi mesi di vita fino all’incontro con i media e i social, per aiutarli a gestire la loro identità digitale senza rimanere schiacciati dall’abuso di tecnologia.

Vivere semplice con la scuola steineriana

Certo che parlo anche di scuola steineriana! E racconto alcuni episodi che mi hanno fatto innamorare di questa pedagogia non convenzionale e mi ha ispirato nuovi modi di affrontare le difficoltà.
L’obiettivo non è convincervi che la scuola è migliore di altre ma favorire idee e riflessioni nuove per chi non la conosce e di raccontare a chi la conosce il mio punto di vista su questo approccio educativo prezioso e peculiare, che tanto mi ha ispirato in questi anni.

foto di sabrina d'orsi - vivere semplice

Il libro si può ordinare i qualsiasi libreria o acquistare sul sito della casa editrice con Paypal  la tua copia arriverà entro pochi giorni fresca di stampa con un costo di spedizione di 3,50 euro.

Il libro è su tutte le piattaforme online come Amazon, Feltrinelli e Il Giardino dei Libri. Se hai bisogno di assistenza contatta la casa editrice via email naturaecultura@tiscali.it per ricevere info su altre modalità di pagamento.

 

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Si può smettere di usare il cervello?

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Si può smettere di usare il cervello?


Scritto il 04 luglio 2015

Ho letto un libro fantastico, geniale, che spiega nei dettagli scientifici perchè i nostri figli che usano schermi, tablet e touchscreen già da piccoli a scuola e a casa saranno degli adulti più stupidi di noi. O almeno avranno smesso di usare il cervello come lo usiamo noi (che non vuol dire la stessa cosa, lo so!)

demenza digitale

I casi sono due: possiamo fidarci di ciò che non capiamo oppure capire perchè ci stiamo fidando troppo del futuro. Io opto per la seconda.

Demenza digitale è un libro autorevole e complesso ecco perchè sto preparando una serie di articoli che raccontano dall’inizio tutta la storia del come è cambiato il nostro modo di usare il cervello e quali sono gli effetti che gli esperti stanno osservando.  Abbiate un po’ di pazienza, vi darò tutti i dettagli e forse questa volta riesco a far riflettere anche i più scettici.
Manfred Spitzer dirige la clinica psichiatrica di Ulm in Germania. Negli ultimi anni di ricerche e riscontri sui pazienti il dottore ha cominciato a notare un aumento vertiginoso dei disturbi della memoria, dell’attenzione e della concentrazione, un appiattimento emotivo e una generale ottusità. E non parliamo di pazienti anziani ma di persone di tutte le età.
Tale quadro clinico è stato definito demenza.

Spitzer, studiando i cambiamenti celebrali connessi con la decadenza riscontrata, ha cominciato a chiedersi: perchè il declino di massa avviene proprio in questo periodo storico? C’è forse qualche relazione con l’uso massiccio dei media digitali?

Non è forse cambiato  il modo in cui ogni giorno impariamo nuove cose, ci teniamo informati e comunichiamo tra di noi?

L’esempio dei taxisti inglesi

ippocampoIl nostro cervello è un organo che non può fare a meno di imparare e che si modifica in modo permanente attraverso l’uso. Dal punto di vista evolutivo quindi utilizzare sempre più dei mezzi che esonerano il cervello dal memorizzare, riflettere e persino pensare non può che essere deleterio per il rendimento mentale.

Se usiamo il cervello quello cresce, fiorisce e si sviluppa sempre di più altrimenti accade il contrario. Facciamo un esempio: pensate che dotare i taxi tedeschi del segnale satellitare abbia contribuito a rendere più efficace il servizio, ridurre gli incidenti e gli ingorghi? No. La presenza del navigatore ha ulteriormente ridotto la capacità di orientarsi peggiorando la situazione. Vediamo perchè.

L’orientamento è una capacità preposta ad un’area particolare del cervello: l’ippocampo. Esso infatti deve costantemente collegare cose tra loro eventi, esperienze e contenuti della memoria a lungo termine: esattamente quel genere di attività che devono svolgere costantemente i taxisti che per passare l’esame abilitante alla professione devono dimostrare di conoscere le 25mila vie della città (Londra) senza utilizzare alcun supporto digitale. Essi secondo un recente studio sono risultati la categoria di lavoratori con un ippocampo più sviluppato della norma. Sarà forse un caso?

Altri articoli che parlano di Demenza Digitale

  1. Come tenere il cervello in allenamento (e perchè si modifica costantemente)
  2. Si può smettere di usare il cervello? Alcuni pensano che gli adulti del futuro saranno più stupidi di noi.
  3. Com-prendere la realtà per imparare
  4. Megli memorizzare nel cervello o delegare a internet?
  5. L’anonimato: un’ottima occasione per …

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sconti compiti delle vacanze natale

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Come avere lo sconto sui compiti delle vacanze


Scritto il 17 dicembre 2014

sconti compiti delle vacanze natale

Su internet c’è una radio per bambini e ragazzi che si chiama Radio Magica: un mezzo di comunicazione in più da proporre ai vostri bambini in alternativa alla tv.

Volevo segnalare una loro bella iniziativa per Natale: iscriviti alla newsletter di RadioMagica, scarica e stampa il coupon con lo sconto sui compiti delle vacanze da regalare ai tuoi bambini (se sei una maestra).

Come funziona il coupon

In pratica quello che potete fare è ritagliare e dare questo coupon ai bambini e dirgli di ascoltare in silenzio e insieme ai loro amici e parenti qualcuna delle storie che trovano su www.radiomagica.org in questo modo potranno evitare di fare… (una parte dei compiti). Perchè?

coupon sconto sui compiti

Perchè è importante ascoltare?

Perchè nell’era degli schermi ascoltare è una capacità fondamentale per l’essere umano. Ci aiuta ad essere più attenti, concentrati, a capire meglio gli altri e le loro argomentazioni, ci fa essere più riflessivi e ci insegna a godere del presente. Sviluppa la nostra capacità di creare immaginario, di dare forma ai concetti partendo da un’elaborazione tutta personale di ciò che comprendiamo.
E’ un esercizio contro l’omologazione e la banalizzazione del pensiero.
Radio Magica ha come obiettivo diffondere gratuitamente audio di qualità e mettere al lavoro bambini e ragazzi per produrre i loro contenuti di qualità: una radio tutta per loro.

Scrivi a redazione@radiomagica.org e scrivi nel soggetto: iscrivimi grazie! Riceverai la newsletter con il coupon da stampare.

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photo credits: hi-res photos from Unsplash

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Senza tecnologia i ragazzi non possono più vivere


Scritto il 07 maggio 2014

photo credits: hi-res photos from Unsplash

Sempre più spesso si sente dire da chi ha figli grandicelli che è impossibile limitare la tecnologia in casa perché i ragazzi vogliono solo quella, si divertono solo con quella, non possono fare i compiti senza e sono soli, sconnessi dal mondo e senza amici se non hanno un telefonino con whatup.

Ah! Vorrei proprio fermarmi a ragionare con voi su questo tema.

Ammettiamo per un momento che tutto questo fosse vero: che danno faremmo ai nostri figli se li privassimo di qualcosa che è essenziale nel loro tempo?

Beh, quando ero ragazza i miei genitori mi hanno tolto una cosa essenziale: mi hanno proibito di andare a ballare e tornare alle tre di notte. Risultato? Io ci andavo lo stesso, ma invece di farlo tutti i venerdi lo facevo solo due volte l’anno, quando cambiamo nome, connotati e andavo a trovare la mia amica Cristina a Roma.

E per farlo dovevo farmi 600 km. Ed era epico. Ma non sono diventata un’asociale per questo. Anzi, ho fatto parecchio problem solving da allora e ho un ricordo fantastico di quelle serate.

Quello che voglio dire è che in realtà non gli togliamo niente, semmai gli diamo qualcosa! Anche se avere internet a 12 anni fosse essenziale, dargliene l’accesso tra qualche anno di sicuro non li farà rimanere indietro, non perderanno nulla di essenziale e si rimetteranno al passo in 2 minuti netti. Il danno non potremmo fare non sarebbe così grave. E cosa ci guadagneremmo noi e loro?

Cosa fa un ragazzo quando non naviga

I ragazzi che hanno dei limiti nell’uso della tecnologia hanno tempo in più per dormire e per vivere la loro vita offline, quella che noi abbiamo potuto sperimentare da ragazzi e che loro non conoscono più. Per esempio le seguenti impagabili cose:

  • avere la possibilità di chiacchierare con persone che la pensano diversamente, gente sorteggiata a caso e non proposta da un algoritmo di Google che valuta le affinità con te e con i tuoi amici
  • non avere l’urgenza di condividere via social quello che ti accade ma limitarti a godertela
  • non avere il dubbio che nessuno di ama solo perchè nessuno ti manda un sms o dice mi piace alle cose che condividi
  • non avere l’urgenza di correre a casa perchè il telefonino è scarico e senza di lui non vivi più
  • non avere bisogno di cambiare progetto ogni momento della giornata per adeguarti ai messaggi dei tuoi amici che ti invitano o che disdicono un invito
  • ecc… ecc..

Se solo resistiamo alla tentazione di accettare tutto quello che proviene dai loro umori (desideri indotti dagli amici o dalla pubblicità) o almeno scegliamo di limitare, metter qualche regola e dare qualche drizzata alla macchina che viaggia a mille forse non ce ne pentiremo per niente. O forse si, ma come amo dire sempre meglio rimorsi che rimpianti!

E’ tutta una questione di misura, come al solito. L’unico problema è che costa fatica.

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Il genitore perdente

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Il genitore perdente


Scritto il 12 luglio 2013

vivere semplice

Ho iniziato a leggere l’ennesimo saggio sull’infanzia, con la piena consapevolezza che dovrei fare altro invece di occuparmi sempre di bambini. Ma ormai questa mia fissazione ha perso i connotati personali (di madre voglio dire) ed è diventata una vera e propria passione. La cosa bella è che anche questa volta sono grata di averlo letto, perchè ho imparato molto e ho acuito meglio la vista:

Media e corporation praticano una sistematica e subdola disinformazione tesa a banalizzare e sminuire le paure dei genitori in funzione dei propri interessi.

Per dirla in parole povere: se sei un genitore o un maestro che si preoccupa di quanti videogame usano al giorno o di quante bibite gassate bevono alla settimana allora sei uno pieno di paure e di ansie. Se cerchi di dissuadere i tuoi figli a vestirsi con le marche da testa a piedi sei un paranoico rompiballe. Uno di quei genitori che nessuno vorrebbe avere. Un perdente!

L’invenzione del genitore asfissiante

Il sistema ha negli anni costruito un modello di genitore responsabile da odiare ed evitare, in modo da poter manipolare indisturbati  le vulnerabili emozioni dei bambini a scopo commerciale. Un esempio? In California dopo anni di battaglie era stata approvata una legge che proibiva di abbinare giocattoli in regalo con gli alimenti, minando il potere degli happy meal di Mc Donald e compagnia. Risultato? La legge non è passata perchè un vasto gruppo di genitori vi si è opposta in nome della libertà. Decidiamo noi – hanno affermato – cosa vogliamo comprare ai nostri figli, non potete imporre veti!

Si tratta di strategie cosi subdole da ingannare i genitori stessi, ancora prima dei bambini.

Vi sembro esagerata? Ne parla in modo accurato e realistico Joel Bakan, l’autore di Assalto all’infanzia L’autore è lo stesso del famoso documentario The corporation uscito per Fandango nel 2004.

assalto all'infanzia

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Videogame: sparare, stritolare, violentare è divertente!

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Videogame: sparare, stritolare, violentare è divertente!


Scritto il 12 luglio 2013

cosa c è di male è solo un gioco: videogame

I vostri figli vogliono solo chiudersi in camera e stare attaccati al computer? Avete due possibilità: lasciarli fare, per esempio lasciarli giocare tutto il giorno ai videogame (tanto lo fanno tutti) oppure preoccuparvi per loro, anzi occupavi di loro.

Il gap generazionale è normale e antico quanto il mondo, ma il sempre più difficile rapporto tra adulti e bambini è pilotato dal marketing per l’infanzia intenzionata a recidere il legame tra genitori e figli.

L’obiettivo? Rendere i genitori noiosi e i media e le marche attraenti. In modo che ai primi non si dia retta, e i secondi siano i veri piloti della vita di bambini e ragazzi.

Vi faccio un esempio: addictinggames.com, la nave ammiraglia di Nichelodeon, pluripremiato network per l’infanzia (quello di Spongebob per intenderci) pare essere anche famoso per un altro contenuto: i giochi estremi e brutali. Se andate in giro a grattare un po’ sotto la superficie del sito scoprite che su addictinggames ci sono giochi per imparare a sparare, stritolare, violentare e seviziare esseri umani vari.

Vuoi provarne uno? E’ divertente: Prendi a sberle il tuo capo

Vi chiederete: perchè un bambino si diverte a compiere degli atti violenti?

Lo dice chiaramente il dottor Koheler, esperto di pedagogia, nella sua conferenza sul potere attrattivo della violenza nei ragazzi: i ragazzini hanno bisogno di sperimentare, di provare ebbrezza, di contravvenire alle regole date dalla famiglia: cosa c’è di meglio allora se non sparare, stritolare, violentare?

E le corporation sfruttano questo normale bisogno dei ragazzi per vendere i loro prodotti. E come se non bastasse incitano i bambini a giocare con giochi violenti o appiccicosi, traduzione terribile per dire che danno dipendenza, asserendo che sono DIVERTENTI. E’ divertente qualsiasi cosa possa stimolare o convincere il bambino a desiderarla. La violenza è divertente, le bugie, il furto, la vendetta e l’avidità sono divertenti.

Questo vale soprattutto per i maschi. Per le bambine il meccanismo scatenante è scenari d’amore, come i videogiochi in cui prendersi cura di un cucciolo virtuale, Webkinz  o Neopetz. Prima si crea la relazione di cura tra la bambina e il cucciolo poi si minaccia l’utente di sottrarre cibo e acqua all’animaletto se le visite al sito non saranno ricorrenti. Gli utenti si affezionano e le pagine viste al mese sono assicurate!

videogame

L’esperto Martin Lindstrom elenca le emozioni di base su cui occorre fare leva per soddisfare i loro bisogni svelando cosi  i pilastri del marketing per l’infanzia.

  • L’amore
  • la paura
  • il dominio (l’aspirazione dei bambini ad essere indipendenti dagli adulti e padroneggiare nuove capacità)
  • la fantasia
  • l’umorismo (prendersi gioco degli adulti per esempio)
  • il collezionismo.

I bambini sono vittime di un meccanismo vecchio quanto il mondo sfruttato abilmente dalle corporation: il loro bisogno di imitare il mondo adulto e di sentirsi o apparire più grandi. Oltre ad intercettare le emozioni dei bambini, il marketing crea dei perfetti meccanismi di dipendenza attraverso collaudati sistemi come la costante probabilità di ricompensa.

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Il mondo: peggio di come lo abbiamo immaginato

 

Immaginate che venga approvata una legge per cui i bambini devono stare 5 ore al giorno davanti ad uno schermo e che fosse insegnato loro che ragazzi e uomini siano e debbano essere brutalmente violenti, e che le ragazze siano oggetti sessuali, e che identità, autostima, felicità e fortuna siano definite da ciò che la gente compra e possiede e che i genitori siano noiosi e squallidi, utili sono per acquistare gli oggetti desiderati e che i comportamenti compulsivi e ossessivi siano la normalità.

Tutti i genitori scenderebbero sul sentiero di guerra considerandola una catastrofe. Bene, sappiate che la catastrofe è gia in atto, secondo le più moderne teorie che vogliono il genere distopico di moda, solo non è alla luce del sole, ma è una strategia subdola e sistematica.

Ne parla in modo accurato e realistico Joel Bakan, l’autore di assalto all’infanzia.

Approfondimenti:

Occuparsi o preoccuparsi di loro?

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Photo by Kristina Flour on Unsplash

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Perchè i ragazzi usano la violenza?


Scritto il 09 febbraio 2013

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Ci sono ragazzi che prendono in giro altri ragazzi, altri che spaccano tutto, altri che sparano ai compagni. Non sono magari i vostri figli però ce ne sono tanti, sempre di più. Sono figli di rapinatori o malviventi? Non sempre anzi, quasi mai.

Perchè i ragazzi usano la violenza?

i bambini difficili non esistonoIl dottor Koheler tratta casi di cosiddetti ragazzi difficili. E’ autore di un libro illuminante dal titolo Non esistono bambini difficili in cui racconta la sua esperienza di pedagogia curativa nella scuola che ospita ragazzi espulsi da altre scuole. Quelli che non vuole nessuno. Quelli che poi altrimenti finiscono con il fare i veri disastri come le stragi nelle scuole.

SecondoKoheler i tratti comuni dei ragazzi che usano la violenza sono la sofferenzala noia. Sono ragazzi che si sentono in gabbia, vedono la vita come una lunga linea grigia, inutile, ripetitiva e senza significato. Sono come dei deserti, aridi e silenziosi. Se in loro si anima un ultimo anelito a qualcosa che li faccia uscire da questa agonia deve essere qualcosa di forte, un picco di adrenalina che li faccia sentire vivi. Non si tratta di vendetta, si tratta di un bisogno più profondo e ancorato ad un disagio procurato dal sentirsi inutili, invisibili.

Ragazzi da buttare via

Il problema è: cosa incontrano sulla loro strada i ragazzi per pensare che  la violenza sia la soluzione? Non c’è davvero altro che possa ispirarli? E noi adulti cosa portiamo loro incontro  ogni giorno oltre ad una lista di impegni e doveri?

Dietro ad un ragazzo violento non c’è la COLPA delle famiglie, ma la RESPONSABILITA’ del come li facciamo vivere. Dargli solo stimoli razionali o culturali e non curare l’aspetto dei sentimenti e delle emozioni significa coltivare il terreno per un ragazzo arido, incapace di gioire, di stupirsi, di amare, di avere compassione.

Di cosa è fatta la vita degli adolescenti?

Facciamo il punto su quello che offriamo loro: a scuola c’è la gara al migliore, nello sport a 15 anni se non fai agonismo sei fuori, sui media è un continuo di ammicamenti alla violenza, alla corruzione, al sesso. Per la strada e in famiglia vivono quotidiani contrasti, litigi, conflitti.
Dove trovano dei sani modelli di imitare, delle fonti di ispirazione? A quale fonte si abbeverano i giovani? C’è arte nella loro vita? C’è musica? C’è gioia? Ci sono risate e scherzi in casa? Come si crea una relazione di cura con i figli?

Cosa ci aspettiamo dai ragazzi?

Molti ragazzi sono fragili, a ben pensarci ci sarebbe da stupirsi del contrario. Alcuni di loro stanno agendo come da manuale, manifestando i loro disagi in modo forte e chiaro. Date un’occhiata al Report annuale che Save the children fa su  minori e violenza assistita in ambito domestico e guardate che per violenza non si intendono mica solo le botte!!

(continua)

ultimo aggiornamento 15 febbraio 2018

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Le cose facili e le cose vere


Scritto il 25 luglio 2012

Ultimamente mi sono dimenticata di parlarvi di Emilio. Che a circa un mese dal mio viaggio ai Caraibi (da sola) mi chiede ancora continuamente sei tornata? Forse è stato più difficile di quanto immaginassi per lui, forse sarà perchè sta per compiere il giro di boa dei 3 anni, sta di fatto che batte i pugni contro il tavolo, urla come una saetta se non ottiene all'istante quello che vuole e nella buca delle lettere ho trovato un cordiale invito dei vicini a fare meno baccano (e questa è la seconda volta) !! Passerà.

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Mi preme parlarvi dei miei esperimenti sul piccolino. Come sapete ho testato svariate cose sui miei figli, l'omeopatia con il primo (successone!!), la pazienza con il secondo (disastro!!), con il terzo ho testato il rapporto con le nuove tecnologie (test durato in tutto 14 minuti e suddiviso in 7 minuti per 2 giorni di seguito).

Stavo scrivendo per Kids un articolo sul rapporto tra bambini e media che leggerete a settembre e non ho resistito a fare alcune prove:

Contro tutti i miei principi, contro tutte le nostre consuetudini familiari, contro ogni buon senso (secondo me) ho affidato il mio smartphone al bambino, senza dire nulla, sedendomi accanto a lui con una app per il disegno a dita. (a proposito leggi fare esperienza con il colore)

Da una ricerca fatta pare i genitori che condividono con i propri figli la tecnologia siano cosi impegnati a cercare di capire come funziona qualcosa per insegnarla ai loro figli che si dimenticano di gestire il lato vero e proprio di condivisione e l'aspetto affettivo.

Io non ho condiviso nulla ho solo osservato quello che succedeva per 7 minuti.

Sapete quello che ho ottenuto? Un bambino felice, soddisfatto, realizzato finalmente! Un bambino che può scimmiottare gli adulti intorno a lui tenendo in mano un aggeggio che non conosce ma con cui ha una quotidiana familiarità perchè ce lo vede in mano continuamente. Basta creare questa condizione per qualche giorno e avrete creato un mostro: ovvero un bambino che vi chiederà di giocare con il telefonino tutti i giorni per i prossimi anni.

Tutto ciò che dico nel mio articolo è ampiamente confermato dal test sul campo. Questi aggeggi sono stati pensati per loro, altro che per noi!! E' con questi còsi tutti touch che cresceranno nuove generazioni di frustrati, bambini che non si capaciteranno del fatto che il mondo non è zoomabile a loro piacimento, che la realtà non interagisce in tempo record sotto il loro comando. La realtà è un pochino diversa!! Spesso la realtà non intrattiene affatto, le passioni e i divertimenti bisogna procurarseli andarseli a cercare, sudarseli. La gioia di un'amicizia va conquistata, il piacere di confidarsi con gli altri, la sicurezza che da il potersi fidare di qualcuno… ma i nostri figli potranno ancora provare questi sentimenti? O passeranno gran parte della vita attaccati alle nuove tecnologie? E quando smetteranno di essere nuove e cominceranno ad essere vecchie? Io non vedo l'ora che passi la sbornia di novità. Perchè è davvero un danno per tutti!!

Per fortuna poi si torna alla normalità, dove i fratelli sbattono la testa contro i loro limiti, esercitano quotidianamente la loro volontà cimentandosi con sfide nuove. Tornano le barzellette, si arrotola un po' di scotch intorno ad una pallina di carta e di gioca a pallone in cameretta… insomma  fanno un po' come possono e questo è il massimo che io possa chieder loro. Però che fatica tenerli lontani da queste benedette nuove tecnologie, so che l'obiettivo è all'altezza degli sforzi.

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La mamma più rompiXXglioni della terra

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La mamma più rompiXXglioni della terra


Scritto il 14 aprile 2012

La TV è davvero dannosa per i bambini piccoli: l’autrice dell’articolo che ne parla sull’Huffington Post ha tre figli, uno piccolo e due grandini (come noi) e come noi sta cercando di dire no a tv e tecnologia fino ai tre anni. Perchè?

C’è chi fa finta di non sapere ma ormai è appurato che:

  1. guardare la tv rallenta lo sviluppo cognitivo dei bambini piccoli
    (sul New York Times salute un articolo che argomenta bene la questione)
  2. la tv accesa disturba i piccoli anche quando sembra che loro continuino indisturbati a fare i loro giochi
    (il Time afferma che i programmi per bambini non sono fatti per i loro cervellini in crescita, sono solo una fantastica invenzione per aggredire il settore di mercato 0-3 anni)
  3. insomma NO TV sotto i due anni: l’Associazione Americana Pediatri lo dice dal 1999, ma il 90%  dei genitori fa orecchie da mercante.

L’autrice sta impazzendo (come noi)
I figli grandi sono in perenne astinenza da intrattenimento digitale: sembra che non ci sia scampo.
I nostri figli leggono tanto, giocano tanto, si arrampicano tanto sugli alberi ma vogliono anche tanta tecnologia. Sembra che le giornate durino 50 ore.

L’intrattenimento non basta mai. Perchè?

Quando Zeno, 7 anni, mi ha detto: “Mamma, noi siamo figli di questa epoca. Come pensi che potremmo fare senza tecnologia?”

Lui ha ragione. Io – ve lo dico – devo davvero darmi una regolata o rischierò di vincere l’oscar come la mamma più rompicoglioni della Terra.

La mia soluzione

Mentre rifletto su questi temi faccio la vignarola.. e loro senza dir niente si avvicinano al tavolo e cominciano a spisellar piselli. Che gioia, forse pensare troppo serve davvero a niente!


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Sempre a proposito della tv


Scritto il 19 maggio 2008

Stamattina ho ricevuto la newsletter dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma. Vi chiederete perchè ricevo questo bollettino informativo… veramente non lo so, credo di essermi iscritta tempo fa… quando stavo cercando di prenotare una visita all’ospedale, nella pia speranza che si potesse fare via internet. Molti di voi sanno che io faccio qualsiasi cosa via internet, anche la crema pasticcera.

Comunque, il bollettino di oggi parlava di un argomento che mi sta particolarmente a cuore: la teledipendenza dei bambini.
Finalmente qualche medico se ne è accorto – ho pensato.

E infatti devo dire che questo articolo è interessante proprio perchè è scritto da un medico del Dipartimento di Neuropsichiatria Infantile, che immagino abbia una certa credibilità.

Per leggere l’articolo clicca qui (la password dell’archivio è showarchive).

Leggetelo, evidenzia le insidie più sottovalutate del mezzo: la televisione rende il bambino un soggetto passivo, interferisce nei processi emotivi e di crescita, favorisce la confusione tra realtà e realtà televisiva, plasma l’istintualità, riduce la capacità di giudizio, disincentiva l’abitudine alla socialità ecc… ecc..

Scusate ma lo ripeterò fino alla noia: non se ne parla perchè fa MALEDETTAMENTE comodo. Per approfondire leggi qui (perchè spegnere la tv)

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Bimbi e tv


Scritto il 09 ottobre 2007

La curiosità sul rapporto bambini e tv  è iniziato leggendo su un quotidiano scozzese (scotsman.com) i risultati di una ricerca svolta dal dottor Sigman sullo stretto collegamento tra ore di tv somministrata ai bambini e malattie come il cancro, l’autismo e il morbo di Alzheimer, senza contare altre malattie per le quali la connessione anche indiretta rispetto all’abuso del mezzo televisivo è ormai assodato come obesità, sindrome da deficit dell’attenzione e danni alla vista. Leggi l’articolo in italiano.
Dal sito punto-informativo.it arriva un’altra conferma:”La tv? Fa male ai giovani“.

TURN OFF WEEK (TUTTO L’ANNO)

Poi mi ero accorta di non essere l’unica a pensarla cosi: la settimana di astensione di protesta dalla televisione, proposta ormai da molti anni da adbusters.org un sito di attivismo controculturale, che tra le altre cose organizza anche il BUY NOTHING DAY e molte azioni a livello internazionale di sensibilizzazione sull’effetto che i media e la pubblicità riflettono da anni in america su quanto i media hanno degli effetti importanti sulla nostra vita ed in particolare sui bambini piccoli.

BAMBINI E TV, COSTI E BENEFICI

media

_Prima di tutto via la tv, almeno per un po’.

per creare un ambiente sano e armonioso intorno alla nostra famiglia abbiamo ritenuto importante eliminare la tv. Stiamo parlando di una famiglia dove ci sono bambini al di sotto dei tre anni, ancora incapaci di discernere tra cio’ che è racconto, pubblicità, intrattenimento e evangelizzazione (e perchè mai dovrebbero esserne gia capaci? insegnar loro cosi precocemente a sviluppare queste capacità sarebbe come insegnare ad un neonato a mangiare la pasta al sugo /magari triturata/. tanto prima o poi si deve abituare). Con lo stesso intento con cui scegliamo con cura una dieta per i nostri figli che preveda l’inserimento graduale dei cibi, cosi la tv sarà qualcosa che i bambini impareranno a digerire quando avranno sviluppato le capacità critiche per farlo. turnoff
A questo proposito leggi l’articolo sull’impatto della televisione sui bambini e sul media education (l’American Academy of Pediatrics da addirittura dei consigli su come introdurre la tv in casa con degli step di avanzamento che permettono ai ragazzi di capire l’influenza che la tv ha su di loro, vabbè loro sono americani!!)
Una tv accesa è una porta aperta sui programmi che banalizzano e sviliscono il senso della vita e che umiliano la qualità del tempo oltre che sulle pessime notizie dei tg. Tenersi in casa quell’oggetto brutto e invadente equivale a farsi del male da soli. E’ un ricettacolo di pubblicità, un incubatore artificiale di desideri, un passatempo-perditempo per chi non ha neanche vagamente intravisto la bellezza della vita. Non si tratta di snobismo è solo la nostra via. Una scelta arrivata in modo istintivo, senza neanche starci a pensare. Era qualcosa di cui avevamo bisogno.

IL POTERE DEI MESSAGGI TELEVISIVI

Alcune volte è possibile vedere l’impatto deiturnoff2 media sui nostri figli immediatamente altre volte l’influenza che i media hanno sui nostri piccoli è meno ovvio. Avete per esempio fatto caso al fatto che in tv la violenza e l’aggressività fisica, morale e verbale viene usata come normale strumento per la gestione dei conflitti? Ma non è affatto detto che questi siano gli unici mezzi a disposizione di una persona o di un bambino che deve affrontare le piccole dispute quotidiane!! Inoltre sigarette e superalcolici appaiono spesso in film visti anche dai ragazzi, come strumenti per essere più attraenti e cool e molto raramente si parla in tv di quanto le abitudini a fumare e bere siano molto pericolose per la salute. E poi ci rammarichiamo se la maggior parte degli adolescenti fumano e bevono. E qui vogliamo essere blandi, perchè a dirla tutta potremmo anche parlare di tutto il sesso, le perversioni, l’istigazione al vojerismo che ogni giorno si palesa in televisione e nelle pubblicità. Poi ci stupiamo che gli adolescenti fanno sesso in classe, oppure girano video porno con i telefonini e se li scambiano.. Forse semplicemente non hanno la misura della gravità di ciò che stanno facendo .

INFORMATI E SCEGLI

E ti vuoi informare su quali sono i danni che arreca la televispegni la tvsione ai bambini nei primi anni di vita allora c’e’ solo da divertirsi. Come d’incanto abbiamo scoperto che la nostra scelta istintiva di gettare la tele fuori dalla finestra proveniva da un luogo molto profondo del nostro cuore. Che neanche sapevamo di possedere.
A chi dice “stupidaggini, la tv è solo intrattenimento” proponiamo di leggere questo e altri articoli alla voce Media come “stimolazione precoce della memoria nel bambino piccolo“. Non stiamo parlando di impedire ai nostri figli di guardare la tv. Si tratta solo di temporeggiare un po’.
E vale la stessa cosa per il cinema, i cartoni animati da quattordicenne dati in pasto ad un bimbo di 4 ecc… ecc…

Leggi anche “adbusters: socio-semiotica del subvertising” un saggio sulla pubblicità pubblicato da Ocula, l’osservatorio sui media e sulla società della comunicazione

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