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Perchè i ragazzi usano la violenza?


Scritto il 09 febbraio 2013

Photo by Kristina Flour on Unsplash

Ci sono ragazzi che prendono in giro altri ragazzi, altri che spaccano tutto, altri che sparano ai compagni. Non sono magari i vostri figli però ce ne sono tanti, sempre di più. Sono figli di rapinatori o malviventi? Non sempre anzi, quasi mai.

Perchè i ragazzi usano la violenza?

i bambini difficili non esistonoIl dottor Koheler tratta casi di cosiddetti ragazzi difficili. E’ autore di un libro illuminante dal titolo Non esistono bambini difficili in cui racconta la sua esperienza di pedagogia curativa nella scuola che ospita ragazzi espulsi da altre scuole. Quelli che non vuole nessuno. Quelli che poi altrimenti finiscono con il fare i veri disastri come le stragi nelle scuole.

SecondoKoheler i tratti comuni dei ragazzi che usano la violenza sono la sofferenzala noia. Sono ragazzi che si sentono in gabbia, vedono la vita come una lunga linea grigia, inutile, ripetitiva e senza significato. Sono come dei deserti, aridi e silenziosi. Se in loro si anima un ultimo anelito a qualcosa che li faccia uscire da questa agonia deve essere qualcosa di forte, un picco di adrenalina che li faccia sentire vivi. Non si tratta di vendetta, si tratta di un bisogno più profondo e ancorato ad un disagio procurato dal sentirsi inutili, invisibili.

Ragazzi da buttare via

Il problema è: cosa incontrano sulla loro strada i ragazzi per pensare che  la violenza sia la soluzione? Non c’è davvero altro che possa ispirarli? E noi adulti cosa portiamo loro incontro  ogni giorno oltre ad una lista di impegni e doveri?

Dietro ad un ragazzo violento non c’è la COLPA delle famiglie, ma la RESPONSABILITA’ del come li facciamo vivere. Dargli solo stimoli razionali o culturali e non curare l’aspetto dei sentimenti e delle emozioni significa coltivare il terreno per un ragazzo arido, incapace di gioire, di stupirsi, di amare, di avere compassione.

Di cosa è fatta la vita degli adolescenti?

Facciamo il punto su quello che offriamo loro: a scuola c’è la gara al migliore, nello sport a 15 anni se non fai agonismo sei fuori, sui media è un continuo di ammicamenti alla violenza, alla corruzione, al sesso. Per la strada e in famiglia vivono quotidiani contrasti, litigi, conflitti.
Dove trovano dei sani modelli di imitare, delle fonti di ispirazione? A quale fonte si abbeverano i giovani? C’è arte nella loro vita? C’è musica? C’è gioia? Ci sono risate e scherzi in casa? Come si crea una relazione di cura con i figli?

Cosa ci aspettiamo dai ragazzi?

Molti ragazzi sono fragili, a ben pensarci ci sarebbe da stupirsi del contrario. Alcuni di loro stanno agendo come da manuale, manifestando i loro disagi in modo forte e chiaro. Date un’occhiata al Report annuale che Save the children fa su  minori e violenza assistita in ambito domestico e guardate che per violenza non si intendono mica solo le botte!!

(continua)

ultimo aggiornamento 15 febbraio 2018

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Il bisogno di avventura

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Il bisogno di avventura


Scritto il 09 febbraio 2013

Il dottore Henning Kohler è un esperto di ragazzi difficili. Nel suo istituto a Stoccarda arrivano ragazzi cacciati da scuola, bambini già considerati difficili perchè nel disperato tentativo di mettere qualcosa dentro alle loro vite beccano qualcosa che non va, come la violenza o il bullismo.

Il dottore ha parlato dell’estrema necessità di porre fine al grigiore della vita (leggi la prima parte) cercando a forza qualche avventura, la prima che capita.

Mi è venuto in mente che in effetti a tutte le età c’è bisogno di avventura, non sono solo i ragazzi alla ricerca di distrazioni, di evasioni dalla routine. Anche le coppie che scoppiano a causa di un tradimento sono vittime del torpore che li ha attanagliati, del fatto che concentrandosi troppo sulle incombenze quotidiane si sono persi il sale del rapporto di coppia, il delicato equilibrio dell’intesa, la capacità di meravigliarsi di un dono cosi prezioso e rarefatto come l’amore reciproco.

Non c’è da stupirsi dunque che i ragazzi siano soggetti a rischio in un’età in cui tutto è possibile. Per provare qualche emozione, per sentire che succede qualcosa nella loro giornata i ragazzi posso essere disposti a tutto. A cominciare da imitare le peggiori espressioni che vedono praticate da coetanei e adulti intorno a loro.

Prendete ad esempio il bullismo

Il bullismo, se togliete ogni giudizio, non è poi che il trattamento riservato ai più deboli che, non sapendo o non potendo difendersi si rendono disponibili per essere vittima del bisogno di altri di sopraffare per auto-affermarsi.

Partiamo dicendo che il bullismo non è un’azione, è una reazione, è la risposta ad trattamento, cosi forse cominceremo a capire da che lato prendere questo che è un disagio che trasforma la vittima in carnefice.

(continua)

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