Tutti i tag | "pasqua"

pasqua ebraica spiegata bene

Tags: ,

La storia degli ebrei e la Pasqua ebraica spiegata semplice


Scritto il 08 aprile 2023

Pesach, il nome della Pasqua ebraica, ricorda la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana. Un vero e proprio rito di passaggio, quello del Mar Rosso, che sarà necessario per conquistare l’indipendenza e ricevere le Tavole della Legge, il nucleo centrale dell’etica.

Scusa puoi ripetere? (non ho capito)

Ogni volta che leggo una delle storia della Storia mi chiedo sempre come sia possibile sintonizzarsi sulle domande vere, quelle semplici, quelle che fa un ragazzo delle medie.
E’ facile per noi adulti dare tutto per scontato, molto più difficile è entrare nella mente di chi non sa chi è Badoglio oppure Mosè e avere l’umiltà di ripartire da zero. Ogni volta.

La Pasqua ebraica? Spiegamela semplice!

Prima di tutto gli ebrei e il popolo ebraico sono la stessa cosa. Ah ecco. Da chi si deve liberare il popolo ebraico? Un giorno la figlia di faraone trova in un canneto sulla riva del Nilo un cesto con dentro un neonato (i genitori lo abbandonano perchè ill faraone ha dato ordine di uccidere i figli maschi degli ebrei).
E’ Mosè.
Lo porta a palazzo dove il bambino viene cresciuto come se fosse il nipote del re. Giunto all’età adulta, il ragazzo esce dalla sua dimora, scopre la miseria in cui sono gettati gli ebrei costretti a fabbricare mattoni per costruire edifici in gloria del faraone, uccide un sorvegliante, fugge dall’Egitto e poi vi torna per portare fuori dalla schiavitù il popolo cui appartiene.

Le piaghe d’Egitto

Chiamato a questo compito da Dio, Mosè porta gli ebrei nel deserto e punisce il faraone con le dieci piaghe.
Quindi le piaghe d’Egitto sono le punizioni che, secondo la Bibbia, Dio ha inflitto agli Egizi per non aver liberato gli ebrei dalla schiavitù
Il libro dell’Esodo narra che Mosè e il fratello Aronne si recarono a corte per minacciare il faraone che se non avesse lasciato partire il loro popolo, Yahweh avrebbe scagliato una terribile piaga sull’Egitto. E così avvenne: l’acqua del Nilo diventò sangue e tutti i pesci morirono. Poiché il faraone non cedette, seguirono altre nove piaghe – rane, zanzare, mosche ecc. – finché gli ebrei ottennero il permesso di lasciare il paese.

La traversata nel deserto

Quando finalmente lasciarono l’Egitto dovevano compiere una lungo viaggio: la traversata nel deserto del Sinai verso la Terra promessa (la Terra di Canaan, il territorio attuale di Libano, Palestina e parti di Siria e Giordania – in Medio Oriente quindi) che dura 40 anni.

Fra miracoli e ribellioni della gente contro il leader, Dio affida al popolo le Tavole della Legge, il Deuteronomio, testo fondativo di ogni etica: religiosa come laica.
E infatti, ogni anno alla cena del Seder di Pesach (che taluni chiamano la Pasqua ebraica) gli ebrei celebrano quella memoria che esige che ciascuno si consideri “come se fosse stato schiavo in Egitto”.
Insomma, un ricordo di libertà, come tutti i riti religiosi e laici.

storia dell'esodo degli ebrei spiegata semplice per i ragazzi delle medie

Perchè in Egitto ci sono gli ebrei? Non dovrebbero esserci gli egiziani?

Gli ebrei vissero a lungo in Egitto lavorando come schiavi al servizio degli egizi (attento, non egiziani! gli egizi sono l’antico popolo, gli egiziani sono gli abitanti dell’odierno Egitto), finché intrapresero l’esodo (trasferimento in massa) nella Terra promessa sotto la guida di Mosè. Così racconta la Bibbia nell’Esodo (quella parte

Secondo il racconto biblico, mentre guidava gli ebrei nell’esodo in Palestina, Mosè giunse davanti al monte Sinai, salì alla vetta e lì Dio gli si manifestò e gli ordinò di annunciare al popolo il Decalogo, i dieci comandamenti. Mosè avrebbe dettato anche l’insieme di leggi rituali raccolte nella Bibbia. Secondo alcuni studiosi, sia il Decalogo sia le altre leggi del Pentateuco si caratterizzano per la contrapposizione agli egizi. Tanto per cominciare l’ebraismo si definisce per il suo carattere monoteista, in disaccordo con il politeismo degli egizi.

Perchè hanno scelto la Palestina dopo la fuga dall’Egitto?

Gli ebrei erano un popolo di pastori erranti (nomadi) organizzate in tribù che avevano già abitato in quelle terre. Uno dei loro patriarchi (ovvero capostipite, uomo che da origine ad una tribù) era Abramo, originario della città di Ur in Mesopotamia, che si diresse verso la costa mediterranea della Siria per stabilirsi verso il 1800 a.C. nella terra di Canaan, la terra promessa loro da Dio (quella terra che duemila anni dopo, nel II secolo d.C., i romani denominarono “Palestina”).

Cosa c’entra la Pasqua ebraica con quella cristiana?

La Pasqua ebraica è celebrata 14 giorni dopo l’inizio dell’anno religioso, come specificato nella Bibbia ebraica. La Pasqua cristiana dovrebbe essere celebrata la prima domenica dopo la Pasqua ebraica, come specificato nei Vangeli.

Perchè ebrei e cristiani hanno in comune la Pasqua?

Prima di tutto diciamo che il Dio degli ebrei è lo stesso adorato da cristiani, solo che i cristiani lo chiamano Dio mentre gli ebrei quando pregano usano Adonai, “il Signore”.

Un Cristiano crede che Gesù sia il figlio di Dio, crocifisso, morto e resuscitato tre giorni dopo. Per questo il Cristiano è battezzato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Ebreo è invece un discendente del popolo ebraico e, più in generale, chi segue i dettami della religione e della cultura ebraica.

Ebrei e cristiani è considerano la figura di Cristo in modo diverso.

I Cristiani riconoscono in Gesù il Messia venuto tra gli uomini per annunciare il Regno dei Cieli e morto in croce per mondare l’umanità intera dai suoi peccati.
Per gli Ebrei invece Gesù fu un semplice profeta, e attendono ancora l’arrivo del vero Messia, che verrà sulla Terra per salvare il popolo Ebraico e inaugurare una nuova era di pace, armonia e felicità, dove gli uomini giusti potranno prosperare per l’eternità. Dal momento che non riconoscono l’importanza della passione della morte di Gesù, per gli Ebrei il simbolo della croce non ha un particolare valore religioso.
La Pasqua cristiana è il giorno successivo in cui gli ebrei celebrano l’offerta del primo covone d’orzo e i cristiani la resurrezione di Gesù.. Il fatto che Gesù sia risorto nel primo giorno della settimana ebraica sembrò doppiamente simbolico: in questo giorno Dio aveva creato l’universo e ora nello stesso giorno aveva inizio una nuova creazione.

Commenti (0)

Un albero di Pasqua collettivo

Tags: ,

Un albero di Pasqua collettivo


Scritto il 18 marzo 2013

Perchè decoriamo le uova e facciamo l’albero di Pasqua? Le uova sono simbolo di fertilità e nascita. Noi in questa occasione le usiamo per vivificare la nostra anima. Portare un po’ dello spirito della Pasqua nella nostra vita in modo non laico ma neanche confessionale. Viviamo la Pasqua nel suo spirito simbolico perchè crediamo che i gesti siano molto più potenti delle parole.

La parola greca per decorare è kosmos. Kosmos significa ordinamento cosmico. Il contrario di kosmos è caos.

festeggiare la pasqua con i bambini vivere semplice

I bambini stanno crescendo molto velocemente. A otto e dieci anni le cose cambiano ogni giorno. Sedersi attorno ad un tavolo, tutti insieme, per fare, è qualcosa di sempre più raro e complesso. Per complesso intendo proprio elaborato: i bambini non si accontentano più di fare per il gusto di fare, ma pretendono che il loro lavoro abbia il risultato che si aspettano.

festeggiare la pasqua con i bambini vivere semplice

allora sorgono i primi: “io l’ho fatto meglio”, “ma io l’ho fatto più infretta” oppure addirittura “il tuo fa schifo”… o altre cose del genere

festeggiare la pasqua con i bambini vivere semplice

mentre svuotavamo le uova (qui il post su come si svuotano le uova) è salita nell’aria la canzone di Pasqua che cantavamo a Ginevra “l’Hiver s’en va bientot Paques viendra, la cloche sonnera, Al-le-lu-ya) chi la conosce?… chissa come si scrive in francese…. qualcuno mi aiuta?

festeggiare la pasqua con i bambini vivere semplice

senza dirci nulla abbiamo cominciato a cantare a canone, e siamo andati avanti cosi per un po’….

festeggiare la pasqua con i bambini vivere semplice

poi Zeno, con quel suo moto sardonico che a volte interviene a guastare le feste ha detto “ah, sempre queste solite canzoni” e Lorenzo Pedro serissimo ha risposto: “canto queste canzoni da quando sono nato, mi lasci stare per favore?”

Comments (4)

Tags: , ,

Vecchie e nuove tradizioni di famiglia


Scritto il 25 marzo 2008

pa.jpg

E’ da quando abitiamo a Roma (quasi10 anni) che non vedo una Pasqua con il sole… ben ci sta dico io, vogliamo il caldo tutto l’anno qui nel sud del mondo, e fata primavera ci castiga: proprio nel più bello, quando il leprotto di pasqua è pronto a nascondere le uova in giardino e mama ha finito di preparare il cestino del picnic ecco la bufera, ore e ore di pioggia battente e noi a guardare i primi pettirossi infreddoliti sgambettare sui rami germogliati…
Insomma anche quest’anno la ricerca delle uova si è fatta in casa. Ma iniziamo dal principio.
Tradizione vuole che il leprotto di pasqua arrivi nella notte a nascondere le uova, nelle case dove ci sono bambini che lo aspettano. Non ovunque quindi: solo a casa di chi si è preparato ad accoglierlo!

I bambini hanno fatto dei disegni per lui e li abbiamo appesi in bella vista sperando che il leprotto li vedesse…. ( a proposito ho girato mezza Roma per cercare un libro di illustrazioni di uccellini per bambini come quello di soulemama ma ho trovato solo stupidi libri di foto…. possibile che non ci sia più nessuno che disegna??? e come si nutre la fantasia con l’enciclopedia dei volatili?)

Poi durante la notte mama ha colorato le uova, alcune sode altre ripiene di cioccolato, altre vuote…. giusto per confondere un po’ le idee sperando di ottenere l’effetto sorpresa… (ps, grazie a sol per il consiglio!)

Pasqua: ore 7.30 del mattino, tutti in piedi alla ricerca delle uova (i bambini si sarebbero alzati anche un’ora prima se non avessimo fatto di tutto per convincerli ad aspettare un po’). Via per la casa, ognuno con il suo cestino…. gioia allo stato puro…. mama guarda qui, mamam guarda là… (papa non ci poteva credere che mi ero inventata qualcosa anche per pasqua e teneva la testa sotto il cuscino facendo finta di niente…. ma neanche a pasqua si può dormire qui..?)

pasqua 2008

Questa tradizione sortisce l’effetto “entusiasmo e non-ci-sto-nella-pelle” solo a certe condizioni: che i bambini non abbiano un ovettokinder ogni volta che varcano le soglie di un supermercato ovvero tutto-l’anno…. e che il cioccolato sia un’eccezione e non una regola. Per i nostri figli è cosi. Alcune volte in coda al supermercato Lorenzopedro dice ad alta voce: l’anno prossimo a pasqua il leprotto porterà altre uova? Certo rispondo. Mi sembra normale che i bambini mangino le uova di cioccolata a pasqua e aspettino e desiderino e odorino con i loro nasini le uova di cioccolato per tutto il resto dell’anno… e sennò che gusto c’e’….
E’ il desiderio la parte migliore del gioco, ammettiamolo, o al massimo la sopresa, la cioccolata è buona si, ma dopo un po’ basta… e vogliamo parlare degli effetti dei picchi glicemici da zucchero?

Al massimo un’eccezione: potrete avere un ovettokinder l’ultimo giorno di scuola. Va bene bimbi??? Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, grazie mamma.
Vi sembriamo estremisti? Bene, allora dovreste vedere quante uova ha portato il leprotto a casa nostra… non si tratta di una vita di rinunce, si tratta solo di saper aspettare… e di imparare a desiderare.

Comments (7)