Non sapevamo di essere downshifters

 

DA DOVE SIAMO PARTITI

i bambini giocano con la ruota

Nato nel 2005 come diario di famiglia “Vivere semplice e spregiudicato” si trasforma poco per volta in un vero punto di riferimento per tutte quelle famiglie che non considerano di qualità sufficiente l’educazione tradizionale e lo stile di vita che vivono i loro figli.
Si tratta di persone normali che usano internet abitualmente, persone che lavorano ma che non vogliono sottrarsi alla sfida di essere attivi nel loro ruolo di genitori, che vogliono apportare nella vita del bambino un’impronta e uno stile di vita che abbia dei principi etici, che veicoli dei valori, che sia per loro fonte di sicurezza e di entusiasmo.

QUALI SONO I NOSTRI OBIETTIVI

L’obiettivo di base è creare una comunità di lettori attivi che commentano e intervengono dicendo la loro opinione sugli argomenti di cui si tratta. L’obiettivo più avanzato è quello di creare una comunità reale di persone che si sono incontrate sul web ma che vogliono costruire insieme dei momenti di socialità condivida intorno agli argomenti della sana e sensata educazione del bambino piccolo

NEL MONDO CI SONO ALTRI COME NOI

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I bambini nella nostra società sono continuamente bombardati da messaggi pubblicitari, prede di strategie di marketing sempre piu avanzato che li incatenano al consumismo piu sfrenato.
Ma tutti sappiamo che i valori della vita sono ben altri e “Vivere semplice e spregiudicato” vuole costituirsi come prima fonte in italiano sul web che affronta i temi gia noti all’estero quali il downshifting, la voluntary semplicity e che hanno creato nel mondo negli ultimi anni movimenti come i Froogles, una comunità di persone legata da Internet e unite dalla decisione di ridurre al minimo le spese barattando beni, The Compact, un’associazione nata a San Francisco che ha come scopo quello di boicottare tutti i prodotti considerati inutili.
In generale al concetto comprare meno “Vivere semplice e spregiudicato” unisce l’innovativo concetto di crea con le tue mani quello che ti serve perché questo ha un esito eccezionale sui bambini, mostra loro senza tante parole la forza creatrice dell’uomo. L’uomo può fare tutto, basta che abbia la forza di volontà che mette in modo la sua creatività.
In una quotidianità fatta di code al supermercato, traffico, genitori che lavorano e la vita frenetica della città, è molto difficile incontrarsi e creare comunità e questo progetto è finalizzato a produrre una riflessione di gruppo su cosa significa condurre una famiglia o una comunità di persone che vivono insieme verso un obiettivo: l’armonia, la quiete e la realizzazione. Obiettivi che non si raggiungono con lo shopping o andando tutti insieme al cinema ma con un percorso di ricerca e di consapevolezza dei limiti e delle potenzialità dell’essere umano. Attraverso riflessioni, interviste, recensioni e studi pedagogici è nato un vero e proprio sito sperimentale suddiviso in vari argomenti: dalla manualità al ritmo della vita che ha gia raccolto un nutrito gruppo di affezionati.

CHI SONO I DOWNSHIFTERS?

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_i downshifters siamo noi (e non sapevamo neanche di chiamarci cosi finche non l’abbiamo letto sul giornale).
_ sono persone che scelgono di spendere meno e quindi di lavorare e guadagnare di meno. Prima di tutto perchè si può, secondo perchè è anche molto appagante farlo.
Non si tratta di una una sfida a chi desidera sempre di più e non è mai soddisfatto di quello che ha (e che è), ma di una vera e propria presa di coscienza della libertà individuale, in una società molto più ricca che in passato ma sempre più infelice.
Chiedere al proprio datore di lavoro il permesso di rinunciare ad un anno di paga per ottenere congedi o periodi sabbatici puo’ sembrare pura follia, eppure appena ci si accorge di quante cose possiamo fare a meno in cambio della nostra libertà questo progetto non sembra affatto folle. Anzi sembrano folli quelli che stanno attaccati al loro lavoro come sanguisughe, definendo se stessi e la loro personalità in base al lavoro che fanno e non a chi sono. I periodi sabbatici tra l’altro erano gia esistenti in passato, quando la vita aveva un ritmo più umano e la brama di denaro era meno esasperata dai desideri indotti. Erano pratiche comuni in passato anche perchè la gestione del tempo era a pannaggio dei singoli individui che dovevamo da soli trovarsi qualcosa di interessante da fare. In un epoca in cui anche il tempo libero è gestito da altri che ti dicono cosa fare, che film vedere e come impiegare il tempo per non annoiarti a chi verrebbe in mente di cercare di avere maggiore tempo libero? Per fare cosa, annoiarsi? Mai…

ruota3.jpgLa differenza rispetto al passato è che questa scelta non è il frutto della ribellione delle classe povere che auspicano uno stile di vita cui non possono ambire o al contrario una scelta per ricchi che possono fare a meno dello stipendio, ma sono le persone del ceto medio che prendono consapevolezza di essere preda del marketing strategico delle grandi aziende che condiziona il loro stile di vita imponendo livelli di consumismo inacettabili.

LEGGI ANCHE…

_stiamo imparando dai nostri bambini osservando la reazione che hanno alle cose più semplici. lo stupore con cui affrontano ogni singola attività o gioco, il modo in cui vivono le malattie (come non si ribellano, non combattono e non si affannano) l’interesse con cui guardano trasformarsi le cose sotto i loro occhi. fare il pane con papà è come dare vita al cibo che ogni giorno la terra ci da.
_ascoltare le storie tradizionali modellate sugli archetipi della vita e tramandate di generazione in generazione per il loro alto potere evocativo e per la capacità di suscitare i sentimenti più veri dell’animo umano. a questo punto guardare la televisione è diventato un surrogato del racconto letto o fatto a voce, che loro stessi rifiutano intuendo che si tratta di un parcheggio per chi ha genitori troppo presi dalle loro piccole cose quotidiane ….

/scritto il 30 novembre 2007 / ripubblicato il 15 ottobre 2009

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Originariamente scritto il 14 ottobre 2009

20 Commenti per questo post

  1. GIULIA DEL ZOPPO ha scritto:

    Approvo completamente!

  2. Enikő ha scritto:

    Lunga vita ai downshifters! 🙂

  3. cristina ha scritto:

    Ciao amica,
    anche io dentro di me sento la necessità di fare un passo in dietro. Il mio datore di lavoro l\’anno sabatico non lo concede, nemmemo il part-time. L\’unica cosa che sono riuscita a fare è rispettare le 8 ore (una volta sputavo il sangue per l\’azienda, lavoravo 12 ore, sabati ecc ecc) Sono praticamente mono reddito e come sai ho una bimba da crescere. E allora mi scervello sul come fare, cerco nuovi lavori, nuove soluzioni ma mi sento in un guado… non ho il coraggio di alzare le chiappe da questo ufficio e mandare tutti al diavolo? No io non ci riesco.. è un grande limite la mia paura.
    baci

  4. emanuela ha scritto:

    Anche io come Cristina mi chiedo da tempo se questo “passo indietro” sia realmente alla portata di tutti, e quindi anche mia. Se basta la spinta ideologica per superare i problemi economici. Forse il mio grande limite è solo la paura di un salto nel vuoto, la mancanza di fiducia che le cose si risolveranno da sole dopo. Fatto sta che nemmeno io riesco a buttare davanti il cuore e seguirlo, rimango con le ali incatenata a una scrivania.

  5. Stefano ha scritto:

    Salve ho letto con molta attenzione ed interesse l\’articolo.
    Non posso che condividere quanto scritto, vero che la realtà è molto forte e fagocitante.Come una \"lavatrice che centrifuga sbalzandoti verso l\’esterno e tu cerchi di rimanere attacacato al centro per paura di sparire nel vuoto\".
    Primo obiettivo restare al centro della scena.
    Personalmente anche io ho il desiderio \"forte\" di ridurre i ritmi per dedicare a me, in primis, il tempo che così veloce sta scorrendo.
    Vi chiedo se con le vostre esperienze personali, potete farmi capire almeno come poter impostare questo cambiamento di vita…..così desiderato e a volte purtroppo per me utopico?
    HOLA.

  6. silvia ha scritto:

    Tutto è partito dal tuo blog sai…l\’ho letto tutto, mi sono resa conto di aver tanto in comune e ho pensato che sarebbe stato bello far parte di questa comunità. Abbiamo ancora tanto da lavorare noi in famiglia per smaltire il superfluo (materialmente ma anche mentalmente) ma il via è stato dato e anche il condividere via web aiuta tanto.
    Grazie a te per prima 🙂

  7. rosanna ha scritto:

    ci provo ogni giorno ma non è facile, e nessuno ha detto che lo è. Non ho figli nè sono sposata, lavoro 8 ore al giorno e qualche volta anche di più, sento ugualmente la necessità di riappropriarmi del mio tempo e soprattutto di condividere questa idea con qualcuno.
    Grazie per i tuoi preziosi consigli.

  8. Monica ha scritto:

    d’accordo al 100%
    Non avrei saputo esprimere meglio quello che provo e che voglio….
    Finalmente un luogo dove i miei desideri e scopi “diversi” sono comuni! Aha!

  9. daniela ha scritto:

    “Chiedere al proprio datore di lavoro il permesso di rinunciare ad un anno di paga per ottenere congedi o periodi sabbatici puo’ sembrare pura follia, eppure appena ci si accorge di quante cose possiamo fare a meno in cambio della nostra libertà questo progetto non sembra affatto folle”

    domanda: se rinuncio a un anno di paga, come pago l’affitto? costruisco soldi con le mie mani?
    😉
    daniela

  10. andrea ha scritto:

    prova

  11. paola ha scritto:

    Io ho potuto”scegliere”.
    -Dedicare tempo e attenzioni alla mia bambina.
    -“Di smettere di lavorare per godere di maggiore tempo libero e assumermi la responsabilità della mia vita, libera di perdere tempo, di rallentare(to downshift), e fare quello che per me ha senso”.
    Cosa c’è di più bello di disporre della propria libertà e decidere cosa fare del proprio tempo?
    Certo, andare controcorrente richiede coraggio e determinazione, oltre alla capacità di rimanere immuni alla tantazione di cedere alla rassicurante condizione di essere”come tutti gli altri”.
    Ma siamo veramente sicuri che tutti lo possano fare?
    Anche io ho detto” basta, cambio vita”. Ma io ho avuto la fortuna di dire”io posso scegliere”.

  12. daniela ha scritto:

    ok…speriamo che il proprietario di casa non se ne accorga…!
    🙂

  13. mammanatura ha scritto:

    condivido tutto..purtroppo non tutti i datori di lavoro danno l’hanno sabbatico e alcuni…ti costringono a fare gli extra…ma ci accontentiamo…e speriamo, un giorno di trovare di meglio…intanto sognamo una vita “semplice”!
    con affetto vi faccio i più sinceri coplimenti per la vostra!!!

  14. michele ha scritto:

    Ciao a tutti
    è la prima volta che vengo a leggere il sito, ma mi è venuta voglia di portare la mia esperienza. Ho 49 anni e sono separato da 6 . ho passato gran parte della vita a lavorare oltre 12 ore al giorno come artigiano e commerciante in aziende di proprietà, con il risultato, un giorno di sentirmi chiedere la separazione dalla moglie ( che nel frattempo aveva ereditato e si era fatta l’amante ). ho iniziato a smettere di correre dietro l’ultimo modello di auto ed ho ripreso a studiare musica ( suono la tromba ) e danza ( ballo tango argentino. Per il lavoro ho perso i momenti più belli della vita, quando le mie figlie ( ho due gemelle ) hanno iniziato a camminare ed a parlare. Adesso passo molto tempo con loro, e anche se mia madre e la mia attuale compagna mi vorrebbero più impegnato nel lavoro ( e nei guadagni ) ho deciso di vivere dedicandomi e dedicando più tempo alle cose che amo, e per questo non bastano tutti gli euro del mondo.

  15. piattinicinesi ha scritto:

    quando due anni fa ho cominito a soffrire per uscire dagli schemi in cui ero finita mi hanno presa per matta, ho litigato con tutti e alla fine però ce l’ho fatta, a casa abbiamo tutti dei ritmi più sostenibili. a me non piaccioni le definizioni, sono un po’ caustrofobica e troppo anarchica. però credo fermamente che un po’ di decrescita felice fa bene a tutti, ognuno poi si sceglie il suo modo di essere, a buon diritto, felice

  16. STEFANO ha scritto:

    Ciao Ragazzi.
    Approvo anche io completamente questo modo nuovo di vivere la vita.
    Sto cercando di ottenere il part-time in Fastweb ma è proprio complicato, tutti ti guardano male e pensano che sia una mancanza di serietà e voglia di lavorare.
    Invece ho in mente di proseguire gli studi musicali. Contattatemi anche su Messenger così possiamo rimanere in contatto anche lì:

    stefano.giannini@yahoo.it

    A presto,
    STEFANO

  17. Tina ha scritto:

    Bell\’articolo, e molto ispirato!
    Anche io nel mio piccolo ho cominciato chiedendo il part-time (e ottenendolo:-))) quando è nato il mio primo figlio. Guadagno meno, ma posso \"spendere\" più tempo con i miei figli e il mio compagno. Anche lui da libero professionista ha deciso di lavorare da casa, per passare più tempo con noi e sostenere meno spese!
    Bello questo blog e ricco di riflessioni!

  18. Francesca ha scritto:

    Ciao: che bello questo sito! L`ho scoperto stamattina tramite Mammamsterdam!
    Io l`ho fatto il grande salto: dopo 10 anni di “amatissimo e incondizionato” lavoro presso Ikea (adoro la sua idea/politica/svedese) ho dato le dimissioni e ho creato una piccola azienda di commercio on-line che sto seguendo e facendo crescere con tanta fatica; posso cosi` seguire da vicino i bambini, partecipare alla loro vita scolastica etc…etc… arrabbiature comprese. Sto imparando a cucinare, faccio il pane e vorrei avere piu` tempo per fare sciarpe e cappelli di lana!Io pero` cosi` ho deciso, nel senso che comunque mio marito ha un buon contratto a tempo indeterminato, non devo pagare l`affitto e cosi` via. Voglio dire che comunque, quella di rallentare non e` una scelta facile, anzi, mi sembra invece che occorre avere a monte gia` qualcosa…o almeno credo.
    Francesca

  19. roberta ha scritto:

    è veramente molto carino il vostro blog, l\’ho trovato per caso un mese fa quando mi sono presa un\’influenza brutta e mi sono resa conto che dovevo rallentare. con lunedì sarò disoccupata, volente o nolente diventerò downshifter anch\’io. spero di trovare presto un altro lavoro ma anche di imparare a vivere con ritmi meno disumani. congratulazioni per il nuovo nato!

  20. Stefano ha scritto:

    Ciao approvo in pieno tutto, solo bisognerebbe trovare il modo con uno stipendio ridotto e con un lavoro non fisso a fare fronte alle necessità primarie come affitto, mangiare, bollette…

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