Perchè parlare del fascismo con i figli

Uno dei miei figli un giorno a tavola esordisce con questa frase: Mussolini comunque ha fatto anche delle cose buone. L’ho detto alla professoressa di italiano e non mi ha lasciato parlare.
Terza media.

I figli fanno domande scomode da quando nascono

Da Babbo Natale fino alla libertà, negli anni ci siamo allenati a dare risposte vere, sincere, aperte. Quando possibile. Sulle questioni più tecniche o storiche ci ha sempre pensato il padre, ma questa volta ho deciso di provarci anche io.

Tra l’altro mi sto preparando per il concorso a cattedra come prof di italiano, storia e geografia alle medie, quindi non voglio farmi trovare impreparata.

Inoltre non è mai tempo perso parlare di cose ovvie con i figli. Sappiate che questa non è una banalità. La maggior parte di noi non lo fa più, da tutto per scontato. E pretende che i figli capiscano senza spiegazioni. Indagate e scoprirete che è cosi.

I figli non sanno perchè i genitori si separano, non capiscono perchè parcheggiano in seconda fila o perchè non accolgono i migranti. Soprattutto non si capacitano del perchè non fermiamo questo benedetto riscaldamento globale.
Tentare di spiegare loro anche le cose più scomode forse potrebbe aiutare un po’ anche noi a capire perchè facciamo quello che facciamo.

Appena ho trovato il libro di Francesco Filippi in libreria l’ho agguantato come quando trovi per la prima volta il mango al supermercato.

mussolini-ha-fatto-anche-cose-buone-le-idiozie-che-circola-sul-fascismo

Eccone una sintesi non esaustiva che corrisponde a ciò che avrò da ribattere con mio figlio appena se ne ripresenterà l’occasione. La chiave di lettura è che Mussolini è stato molto bravo a trasformare i suoi insuccessi in trionfanti vetrine propagandistiche manipolando la realtà quando ancora non si parlava di fake-news.

Bonifiche, infrastrutture, case popolari

La questione delle bonifiche delle paludi fu affrontata con più di 20 interventi normativi, già a partire dal 1878 quindi in tempi non sospetti, con un decreto regio che prevedeva anche la distribuzione del chinino contro la malaria nell’agro romano e altre norme approntate dal 1905 al 1922.

Il testo unico sulle bonifiche del 23 aveva come obiettivo mettere insieme i vari interventi in un’unica normativa per poi prendersene il merito.

Cosa che è stata fatta anche nel caso delle case popolari il cui merito va al liberale Luigi Luzzatti con una legge del 1903 quindi prima dell’avvento del fascismo.

Il fascismo anche qui centralizzò e provincializzò la struttura di controllo dell’enorme progetto di edilizia abitativa necessaria per dare una casa alla popolazione italiana che passò dalla sua nascita alla fine della seconda guerra mondiale da 22 milioni di abitanti a 46 milioni. I numeri reali sono che fu in grado di dare una casa a 75mila persone contro una necessità reale di almeno 600mila vani all’anno.

Tra l’altro il fascismo non mantenne la promessa di aumentare di 8 milioni di ettari la terra coltivabile: non riuscì a portarne a termine neanche 2 di cui più di un milione e mezzo erano bonifiche concluse dai governi precedenti il 1922. Ma se la bonifica non poteva essere fatta, per questioni economiche e organizzative, andava comunque ben raccontata.

Per quanto riguarda la sconfitta della malaria fu quindi l’uso massiccio del DDT importato dagli americani e non la completata bonifica a dare i suoi risultati.

Pensioni

A proposito delle garanzie pensionistiche il governo italiano adottò un primo sistema di sostegno alle persone che avevano raggiunto l’età pensionabile già nel 1893 ben 27 anni prima dell’avvento del fascismo, grazie al governo Crispi (sinistra storica).

Legalità

Ma lo sapevi che considerare il servizio alla patria come un sacro dovere il giovane Mussolini è emigrato in Svizzera per scampare all’obbligo di leva? Che figuraccia!

Di molto altro parla il libro ma per motivi di SEO e di tempi d’attenzione sul web, penso che sia abbastanza.

Leggere invece di parlare

A chi mi chiede perchè non gliel’ho fatto leggere direttamente rispondono che preferisco smontargli questa sua falsa credenza (forse presa dai social sempre più nostalgici e di parte anche a costo di sparare fake-balle colossali) a colpi di dialoghi argomentati piuttosto che fare la parte del genitore intellettuale che millanta che i libri siano la soluzione definitiva per ogni cosa.

Per i ragazzi si tratta solo di millanterie e non possiamo ignorarli.