Il maestro unico

Dimenticate per un attimo tutto il baillame di questi giorni, la lotta della società civile nei confronti di un provvedimento dello stato preso in modo sgarbato e opportunista. Siate  spregiudicati, fate spazio tra i vostri modelli costituiti di scuola e lasciate entrare per un attimo altri punti di vista…

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In una scuola che cambia infretta per adattarsi alla confusione della società il maestro unico potrebbe rappresentare uno dei pochi punti di riferimento per il bambino.
Ma se ci capita un maestro smidollato, fannullone o incapace?- sento gia le folle di mamme… Sicuramente ci saranno anche altre ragioni, ma se la scelta dei plurimaestri risponde all’ esigenza di tappare i buchi di un insegnante non all’altezza allora capisco, avete ragione. Meglio due/tre maestri, almeno quello incapace lo neutrializziamo con quello bravo…

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Ma io parlo di un mondo ideale: immaginate un maestro che abbia competenza, entusiasmo, amore, rispetto e una profonda conoscenza del bambino. Un maestro che oltre ad avere padronanza dei concetti, ha arte della parola, sa raccontare, inventare e creare…
Un maestro che lavora su se stesso per essere all’altezza del suo compito.
Cosa vive, cosa sperimenta in sè un bambino di 6 anni quando entra nel mondo della scuola dell’obbligo? Quali sono le sue speranze, i suoi desideri, le sue aspirazioni? Cosa cerca nel confronto con l’adulto? E perchè ha senso che l’adulto al suo fianco sia un riferimento unico e non un’alternanza di persone con diversi modi di concepire il giusto dallo sbagliato, il vero dal falso, con diverse sensibilità?
Come un bambino ha un padre e una madre che portano valori condivisi nella sua vita e che creano una continuità di ritmo, coerenza di pensiero nel tentativo di non contraddirsi a vicenda, anche nella scuola il bambino per sensirsi sicuro e protetto ha bisogno di una figura unica di riferimento o comunque di un corpo insegnanti stabile e duraturo nel tempo.

Un maestro che abbia lavorato a lungo su se stesso per essere in grado di sostenere non solo le varie materie di studio ma il ruolo strategico di precettore, una persona in carne ed ossa con i suoi limiti che mostra al bambino il suo grande sforzo per arrivare anche la dove alcune materie sono più ostiche anche per lui. Soprattutto una persona che sostiene (come il bambino) il tempo della giornata, con momento di stanchezza e momenti di euforia, e non un alternarsi di maestri che non ha il polso della stanchezza del tempo che passa, perchè ha appena varcato la soglia e sa che tra un paio d’ore varcherà nuovamente la soglia della classe.

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Il bambino si accosta deve potersi accostare ad un altro essere umano, vederne l’impegno intuendo che come il maestro anche il bambino può avere difficoltà, stanchezza, capacità e propensioni diverse nelle materie, ma che l’obiettivo è dare il meglio di sè in tutto ciò che si fa, trovare il proprio modo di imparare, perchè il modo giusto non c’è.

Certo partiamo già con la gamba sbagliata perchè nel  sistema pubblico i bambini a 6 anni arrivano a scuola dopo aver fatto 3 anni di scuola dell’infanzia in cui li imbottiscono di aspettative, li forzano nella pre-scrittura, li razionalizzano precocemente (leggi bimbi e memoria) e non sono in grado di proporre delle alternative sensate all’immaginario per bambini pilotato dal marketing del consumo che filtra nelle scuole attraverso la tv.
Ecco da dove spuntano fuori le ansie da performance e la paura di sbagliare, il bisogno di avere sempre giochi nuovi che distraggono e consolano dal’incapacità di gestire la noia?…

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Ma partiamo dall’inizio. Immaginiamo che, in un mondo ideale, i bambini dai 3 ai 6 anni abbiano frequentato una scuola materna in cui sono stati valorizzati il gioco creativo e la capacità di inventare, sia stato dato il tempo di ammirare il mondo, scoprirlo attraverso l’osservazione, modellare e manipolare a loro piacimento materiali provenienti dalla natura, allenando il mondo dei sensi (sull’educazione sensoriale leggi qui), imparando il valore del lavoro  con le mani come forza per forgiare i loro pensieri, insomma immaginiamo una scuola materna diversa….
I bambini arriverebbero in prima elementare con un solo unico desiderio: avere un modello degno di stima e da lui imparare quante più cose possibili….
L’obiettivo della scuola elementare dovrebbe essere cominciare con lentezza ad entrare nel mondo dei concetti, ma apprenderli attraverso l’esperienza. Contare con i sassolini, disegnare grandi lettere su fogli bianchi perchè l’equilibrio tra le forme e le grandezze deve essere una conquista, non può ridursi al semplice irregimentare una lettera dentro ad un quadratino… colorare senza uscire dai bordi… e attento a non sbagliare…

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Noi tutti interessati al mondo dell’educazione abbiamo le nostre opinioni in merito, ma a parte il dialogo e il confronto con gli addetti ai lavori, maestri, coordinatori, fino al ministro per l’educazione credo sarebbe sensato ragionare con il cuore e osservando da vicino i bisogni dei nostri bambini.

Un giorno un maestro di una scuola elementare che andai ad intervistare per capire se quella scuola poteva andar bene per noi mi disse: noi qui adottiamo un metodo sperimentale, i bambini ruotano ogni ora, e ogni ora cambiano compagni maestri e materia. Lo facciamo perchè vogliamo abituarli al caos che poi incontreranno nella vita. Signora, mi spiace ma questa non è la scuola che fa per lei. Se non riconosce un valore nel caos è meglio che non ce li porti qui i suoi figli.

Io riconosco un valore nel caos, ma non a 6 anni. Come riconosco che alla trattoria sotto casa il piatto più buono è una amatriciana davvero notevole, ma di certo non la propongo a mio figlio di 18 mesi, perchè tanto si deve abituare… insomma c’è un tempo per tutto. Perchè dobbiamo aver fretta proprio con i bambini?

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Originariamente scritto il 31 ottobre 2008

18 Commenti per questo post

  1. cautelosa ha scritto:

    Steineriani, vero? Un’altra visione del modello di scuola. Io ho avuto due nipoti che hanno frequentato una scuola steineriana e, da zia, insegnante di scuola pubblica (scuola media) che ha seguito a distanza questa esperienza, concordo con alcuni aspetti, mentre su altri ho delle perplessità.
    E sul maestro unico posso solo portare la mia esperienza di madre: l’anziana maestra del figlio primogenito è stata una figura… da dimenticare, pur con tutta l’umana comprensione di questo mondo nei suoi confronti; meglio quella del secondogenito, che perlomeno, rientrava in canoni di normalità. Perciò, che dire? Forse con più di un insegnante “pesante” si hanno maggiori chance di vivere un’esperienza positiva. Se non si è sfortunati del tutto, almeno.
    Buona serata

  2. Gloria ha scritto:

    Leonardo, neofita della scuola primaria, ha deciso che 4 maestri da ascoltare sono troppi.
    Lui ha eletto suo punto di rifermento un’insegnante e le altre le fa letteralmente impazzire (con tanto di note a casa).
    I bambini si sanno regolare da soli se solo glielo permettiamo e Leonardo non ha ancora perso questo istinto primordiale.
    Non gli sono mancati gli stimoli, ma neanche i momenti di riflessione.
    La fretta è tutta un’altra faccenda

  3. melanele ha scritto:

    Speravo che scrivessi un post come questo, e sottoscrivo interamente tutto quello che hai detto. Non ho più voglia in pubblico, di essere sovversiva e affermare che il maestro unico non deve essere visto necessariamente come un male. Ma continuo ad irritarmi quando sento dalle maestre o dalle mammette frasi come “al giorno d’oggi il maestro unico non è più proponibile, dato che i nostri bambini sono ormai abituati ad una molteplicità di riferimenti e di stimoli…”. Beh, ma chi l’ha detto che questo sia un aspetto positivo dell’esistenza dei nostri figli? E’ troppo estremo fermarsi e fare un passo indietro a riflettere?
    Saluti da una mosca bianca che credeva strenuamente nella scuola pubblica e che ora invece rimpiange di non aver mandato suo figlio alla Waldorf.

  4. Valentina ha scritto:

    Ciao, quoto tutte le tue riflessioni.
    Credo nella scuola Waldorf e non sai che pena doversi accontentare della scuola materna della piccola cittadina in cui vivo (la steineriana più vicina è ad un’ora di macchina…)
    Complimenti per il sito, ti seguo sempre. Con affetto. Valentina

  5. piattinicinesi ha scritto:

    la rivolta contro il decreto gelmini non è contro il maestro unico ma contro i tagli alla scuola (ulteriori tagli alla scuola, sottolineo) dopodiché i maestri descritti nei tuoi post sono i soli maestri che dovrebbero circolare. uno o due non cambierebbe troppo. i genitori da parte loro dovrebbero riprendere la sana abitudine di imporre delle regole, passare del tempo vero con i figli, educarli all’ascolto, alla creatività e all’amore. ma tutto questo non ha niente a che vedere con questa riforma. questo è solo un taglio brutale che mira a contenere costi non più sostenibili per il governo, e a delegare buona parte del servizio pubblico al settore privato.

  6. chiara ha scritto:

    Per me , questo, è un’argomento molto delicato,il prossimo anno la mia bimba più grande andrà a scuola.
    Ho passato ore a parlarne con le amiche di questo argomento, la scuola della zona non è buona e tutti hanno le loro teorie su cosa sia meglio di…
    La nostra sarà una scelta per la scuola pubblica.
    La possibilità di iscriverla ad una privata, c’eravamo informati proprio sulla Stainer della nostra città, per noi non esiste.
    Cosa si aspetta la mia bimba dal prossimo anno , sinceramente non lo so, preoccupata su dove iscriverla, non mi sono mai soffermata a pensarci.
    Questo potrebbe essere un nuovo punto di partenza.

  7. Andrea ha scritto:

    Un cordiale saluto a tutti/e!
    Leggendo (tutto), mi sono fermato un momento a pensare (sono un uomo e questo capita anche a noi … ogni tanto); il frutto di questa arte elaborata mi porta a considerare una bimba come Sara, brava, intelligente, irruenta, irrequieta, senza limiti, esagerata in molti momenti ma anche dolce e bisognosa di tante attenzioni (presumo ciò sia dovuto al fatto che sia figlia unica) … oserei quasi dire la fotocopia di tantissimi bimbi di 6 anni (è anche bella!).
    Una disquisizione che mi fa mettere lei non al centro dell’attenzione ma davanti a tutte le problematiche di vita tra cui quelle scolastiche. Ci accingiamo in pochi a pensare ma soprattutto a fare qualcosa di valido in campi che esulano il clima famigliare ed in particolare in campo scolastico; bel casino, vero? Tutto solo per dire che gli accanimenti portano via tante energie e non fanno più focalizzare quale sia il reale bene dei nostri bimbi quindi se noi cerchiamo di aiutare i docenti dei nostri figli e le scuole dei nostri figli (perchè non spetta solo allo Stato in generale – lo Stato siamo noi non dimentichiamolo) in senso di presenza costruttiva e non solo disfattista potremmo anche riuscire a rendere meno “pietre” i docenti che non svolgono la loro attività con vocoazione ma per dovere. Potrebbero esserci preoccupazioni per qualche insegnante ultracinquantenne ad impartire lezioni di informatica od inglese ma superabile sfruttando qualche scambio con altri che sanno farlo. Ricordiamoci che comunque la nostra istruzione è il riflesso di quello che siamo (… in buona parte, non tiratemi le tastiere dietro) e ricordiamoci che i nostri bimbi hanno bisogno del nostro amore e della nostra approvazione mentre i nostri insegnamenti sono, per la maggior parte superflui, necessari quando si trovano di fronte a situazioni di pericolo.
    Buon viso a cattivo gioco? Giochiamo di rimbalzo!

  8. Realista ha scritto:

    Ma siamo ragionevoli: non viviamo in questo bel mondo da fiabe dipinto nel post, ma siamo in Italia e purtroppo ci sono tanti, ripeto, tanti maestri che di volontà e di sapere ne hanno ben poco…(per non parlare di conoscenza dell’inglese e dell’informatica, oggi indispensabili)!!! Se a nostro figlio capita per 5 lunghi e fondamentali anni un maestro che non ha certi requisiti, non credo che ne saremmo felici….

  9. ignazio ha scritto:

    sei grande. Hai detto in modo stupendo gran parte di quello che penso sull’argomento. In sostanza bisogna trovare il modo di insegnare ai bambini a non avere paura di sé stessi, di quel che si sente, e delle tante cose del mondo. E un Maestro serve e, se non te lo danno, devi saperlo cercare e trovare.
    Ciao a tutti

  10. Laura ha scritto:

    Quante cose giuste e sagge nel tuo post!
    La nostra esperienza ci ha portato a scegliere la scuola pubblica…dopo tre anni di quasi sofferenza (in prima classe mia figlia aveva a che fare con 8 maestre in una sezione a modulo), siamo approdati in una scuola Waldorf. e quest’anno anche il nostro piccolo ha iniziato lì la prima classe. Siamo molto più impegnati di prima, ma che bella scuola!

  11. cristina ha scritto:

    Caro Ignazio, non puoi a 3,4,5 anni trovarti un Maestro.
    Sei già avanti se lo trovi a 15/16 anni … e forse hai solo trovato uno specchio per le allodole… e nel frattempo te l’ha distrutta la vita!!
    A fronte di come stanno le cose da noi io mi auguro che i nostri figli si limitino a leggere… magari Siddhartha!!!!!
    … se vuoi posso farti tanti esempi personali di Maestri che si sono rivelati devastanti per la mia vita personale e professionale… scusa l’aggressività ma mi hai fatto saltare sulla sedia. baci

  12. Gloria ha scritto:

    Potrei infervorarmi.
    Io credo fortemente che un maestro unico (bravo o cattivo) sia meglio di 5 cosìcosì.
    Primo: si può cambiare sezione. Non firmiamo un patto col sangue dove ci impegnamo a tenerli iscritti in quella sezione per 5 anni.
    Secondo: a meno che l’insegnante non denigri e umili mio figlio, un po’ di sana competizione non la trovo sbagliata. E se fosse proprio un essere ignobile si chiede la sua rimozione dall’incarico.

    Ma quando i nostri figli troveranno il datore di lavoro unico, che faranno?

  13. sara ha scritto:

    ciao a tutt*, sono maestra anche io e naturalmente concordo almeno in parte con quello che ha detto sab. il tipo di informazione che in Italia però non sta assolutamente passando è il vero nocciolo del decreto. I/le bambin* avranno un/ maestr* unic* ma…
    la mensa verrà gestita da una cooperativa, così come le ore pomeridiane; questo significa una cosa sola:personale sottopagato, non qualificato e turn over pazzesco; musica ed educazione all’immagine verranno gestiti da laboratori esterni, come già avviene in molte scuole; il tutto sarà A PAGAMENTO per le famiglie ed i comuni (che già non hanno più l’ICI)e i bambini avranno un* maestr* e alte 10/15 figure che girano loro intorno. Diciamo le cose come stanno:la scuola pubblica, valida o no che fosse, costava troppo e quei soldi verranno dirottati verso altri settori (per esempio le grandi opere, che costano molto ma danno modo di guadagnar parecchio a chi di corruzione se ne intende). Il decreto Gelmini viene quindi fatto passare come un decreto che darà a* bambin* una figura unica di riferimento, quando in realtà accadrà ben altro.

  14. mikka ha scritto:

    potrei essere anche daccordo con questo tuo post se solo non avessi avuto una maestra alle elementare per la quale non riesco a trovare nemmeno un aggettivo. La quale oltre ad avermi lasciato gravi lacune scolastiche mi ha provocato dei considerevoli danni a livello psicologico che solo da adulta sono riuscita ad analizzare e a superare… il pensiero che i miei figli possano ripetere la mia esperienza mi mette i brividi. Forse sono troppo di parte per commentare questo post…
    ciao

  15. valentina ha scritto:

    a volte l’idealismo diventa un rifugio per non affrontare la realtà, troppo complessa..e mi sembra che di idealismo sia intriso il tuo post, un idealismo che si può permettere chi manda i propri figli a una scuola privata, chi, comunque vadano le cose, può continuare a scegliere. scusa per l’acredine, ma davvero l’unica cosa che ti viene da dire in un momento così triste per il nostro paese e per l’istruzione pubblica è che il maestro unico può essere una buona soluzione?
    questa buona soluzione, generata solo dall’esigenza di tagliare le spese (COME PUO’ ANDARE AVANTI UN PAESE CHE NON INVESTE SULL’ISTRUZIONE?)porterà le famiglie a sobbarcarsi rette più alte, un servizio educativo frastagliato, squalificato..per non parlare delle cosiddette classi ponte..

  16. Giancarlo ha scritto:

    Leggendo il tuo post mi e’ venuta in mente la maestra dell’anno scorso di mio figlio. Insegnava parolacce, esempi negativi e diceva ai bambini di sare attenti agli zingari perche’ rubavano i bambini. Per fortuna non era l’unica maestra.

  17. sabrina ha scritto:

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    GRAZIE A TUTTI PER I VOSTRI INTERVENTI, SONO FELICE DI AVER SUSCITATO UN CERTO DIBATTITO, CERTO NON SI TRATTA DI AVERE RISPOSTE… MA CONSIDERO L’IDEALISMO UNA DELLE LEVE DI ARCHIMEDE, QUINDI SCUSATE SE LO RIBADISCO MA CREDO ABBIAMO BISOGNO DI VOLARE PIU’ ALTO E DI PRETENDERE PIU’ QUALITA’ IN TUTTO, ANCHE SE QUESTO COMPORTA PIU’ IMPEGNO PER TUTTI
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  18. natasa ha scritto:

    molto interessante questa discussione…purtroppo dovrò finire leggere in altro momento

    Vorrei rendervi partecipi della mia esperienza fatta con i mei tre figli.
    tutti e tre hanno frequentato una scuola non steineriana ma una scuola voluta,e gestita da famiglie che hanno fortemente voluto “di più”per i loro figli.
    Una scuola dove venissero trattati “onestamente” dagli adulti; una scuola in cui non si teme la fatica educando attraverso il metodo dell’esperienza.
    Il maestro era (ed è) unico in un momento in cui in Italia prendevano piede gli orribili moduli con l’introduzione di varie maestre.
    I mie figli adoravano andare a scuola (l’ultima tutt’ora visto che ha 8 anni)hanno fatto esperienze indimenticabili, non hanno quaderni riempiti di fotocopie e fotocopie…
    Vanno anche in vacanza con i loro compagni ed ogni volta è meravilgioso!!!!
    Gli anni della scuola elemntare (primaria) sono rimasti nel loro cuore e …purtroppo tanta bellezza non l’hanno più incontrata nei cicli seguenti.
    Vorrei aggiugere che non siamo ricchi e che aver rinunciato a molto (cene fuori,vestiti, vacanze ecc…) per poterci permettere questa scuola, non ci è pesato per nulla.
    Non c’è investimento migliore che quello fatto sulla formazione dei propri figli.
    Aggiungo inoltre che ho mandato i miei figli a scuola a 7 anni in un momento in cui la tendenza era quella di anticipare ai 5. Ringrazio me stessa per aver fatto questa scelta fregandomene di tutti.

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