Tornare a scuola in presenza al tempo del Covid: cosa possiamo fare noi adulti

Sono una mamma di 3 adolescenti e insegnante nella scuola pubblica. Ogni giorno esco di casa per raggiungere i miei ragazzi di prima media in presenza e fare, tra le altre cose, ortografia in giardino mentre vedo i miei figli in pigiama trascinarsi sconsolati verso la loro stanza per una nuova giornata di confinamento davanti agli schermi.

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grazie a MChe Lee per la foto

Sono fortunati certo, hanno un computer e una camera in cui fare didattica a distanza, ma in questi mesi li ho visti spegnersi, dimagrire e perdere ogni sguardo verso il futuro.

Li ho visti anche arrabbiarsi e scioperare insieme ai loro insegnanti, proprio ieri, e i motivi che sono ben espressi in questa lettera indirizzata alla Ministra dell’Istruzione e al governo firmata da molti licei romani.

Questa mattina leggo la lettera che il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, Rocco Pinneri, invia ai genitori dei ragazzi delle scuole superiori dove si dà un segnale concreto delle misure che si stanno adottando per il rientro in sicurezza dei ragazzi.

Prima di tutto dico grazie e poi penso: cosa possiamo fare noi adulti per dare una mano? Smettere di lamentarci è una priorità. Guardiamo a ciò che di concreto si sta facendo e cominciamo, tutti, ad avere un atteggiamento più fiducioso e costruttivo.

La concreta possibilità che hanno gli adulti di essere efficaci è incoraggiare i ragazzi comunicando fiducia nelle istituzioni e nel futuro.

sorrisi dietro alle mascherine. noi adulti e insegnanti incoraggiamo i ragazzi

Spesso sento i ragazzi lamentarsi del fatto che i loro insegnanti hanno paura del Covid.

Noi adulti dobbiamo dimostrare coraggio e non tirarci indietro, ne va della nostra credibilità.

Tornare a scuola in presenza significa riacquistare socialità, recuperare gli studenti in difficoltà, evitare il disastro dell’abbandono scolastico: occorre non avere paura.

Cosa che si sta facendo davvero?

Il direttore Pinneri dà dati concreti e sottolinea un grande lavoro anche grazie ai Prefetti che hanno coordinato i tavoli provinciali, lavorando territorio per territorio. Vediamo (cito testualmente):

I trasporti

  • Cotral ha aggiunto 500 corse al giorno affittando “bus turistici”, e altre ne ha aggiunte incrementando la frequenza dei passaggi dei propri mezzi;
  • ATAC sta offrendo 1.500 corse in più al giorno;
  • Astral, società della Regione Lazio, ha concluso una gara per 1.100 corse giornaliere in più sulle tratte e negli orari che servono agli studenti per rendere i mezzi meno affollati.
  • Per controllare che non si realizzino assembramenti nell’attesa dei mezzil e aziende e volontari della Protezione civile presidieranno le fermate e le stazioni.
  • Il potenziamento del servizio sarà accompagnato anche da scaglionamenti in ingresso a scuola, le scuole potranno scegliere di organizzare la didattica con moduli orari di 50 minuti.
  • I genitori degli studenti con disabilità che si avvalgono dello specifico servizio di trasporto scolastico gestito dal Comune di Roma capitale potranno chiamare il Municipio per concordare nuovi orari coordinati con quelli della scuola.

Gli orari delle altre attività

Per consentire ai genitori che lo vogliano di continuare ad accompagnare i figli a scuola, e per sgravare ulteriormente i trasporti, la Regione posporrà anche gli orari di apertura dei servizi, attività produttive e commerciali.

I tamponi

La Regione Lazio offre da tempo la possibilità di svolgere un tampone rapido, tramite prenotazione al sito https://prenota-drive.regione.lazio.it/. Per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado indicando il proprio codice fiscale e la scuola di iscrizione senza ricetta del medico. Per tutti gli altri serve la ricetta medica che può essere chiesta per e-mail al proprio medico.

Vaccini

Sento alla radio che la Regione Lazio è la prima in Italia per numero di vaccini effettuati e l’Italia è prima in Europa. Spero sia stato detto anche in tv. Forse sarebbe sensato chiedere a tutti i nonni che lo desiderano di devolvere la propria priorità di vaccinazione ai loro nipoti adolescenti, credo che in molti lo farebbero. Si chiama solidarietà inter-genarazionale, e in casi eccezionali può valere anche in senso contrario, dal più vecchio al più giovane. Perchè no?

Coraggio!

13 gennaio 2020

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Originariamente scritto il 13 gennaio 2021

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