Merenda-lenta: esperimenti sulla lentezza

C’erano 15 famiglie alla festa della lentezza: mamme (anche un paio di papà) e bimbi della nostra scuola che hanno aderito all’iniziativa organizzata insieme alla mia cara amica Paola (di Are Ere Ire) per i nostri bambini: una merenda-lenta con giochi sulla lentezza e il racconto di una fiaba per sperimentare insieme il tema della lentezza.
Ci hanno accolto i ragazzi dell’ex-lavanderia nel parco di Santa Maria della Pietà, uno spazio occupato con all’interno un bar equo e solidale, all’interno del complesso dell’ex ospedale psichiatrico in stato di semi-abbandono, destinato ad attività culturali auto-organizzate.

merenda lenta

La merenda-lenta è un ossimoro. Tutti sanno che la maggior parte dei bambini sono famelici, e si scagliano su qualsiasi forma di cibo trovino nelle loro vicinanze all’ora di merenda. Specialmente se sono in 15. Ebbene, questa era la sfida, trovare un modo per fargli sperimentare la lentezza, senza richiedere loro una prestazion e senza che una cosa lenta diventasse una cosa noiosa…

Proporre questo pomeriggio di giochi mi ha dato l’occasione di riflettere sul tema della lentezza in relazione ai bambini piccoli.
Perchè, se è vero che la lentezza è un tema attuale che coglie impreparati noi adulti è anche vero che forse per i bambini la questione è diversa. Mentre gli adulti razionalmente possono rendersi conto che rallentare è una necessità o per lo meno una possibità, un bisogno che sperimentiamo perchè siamo saturi di ritmi folli e ingestibili, è anche vero che al contrario i bambini vivono nel movimento, nella frenesia e nella velocità con gran gioia e piacere (parlo in generale)
E’ vero che alcuni bambini accusano la fretta, ma molti altri la ricercano spasmodicamente….

merenda lenta

Spesso quindi i bambini tendono ad associare le cose fatte di fretta (gare, corse, competizioni) con qualcosa di positivo e le cose fatte lentamente con qualcosa di noioso… Tendono anche ad associare la lentezza con la stanchezza e la velocità con la bravura… perchè in fondo noi adulti siamo in primi a proporre loro giochi dove vince chi arriva primo e è bravo chi ha finito di mangiare per primo….

Allora chi sbaglia, noi adulti o loro?
In ogni caso non si tratta di individuare il colpevole, ma solo di riflettere sull’argomento.

Giochi sulla lentezza:

1) abbiamo preparato la merenda (apparecchiando la tavola e cercando di far stare tutti seduti davanti alla loro tisana) poi abbiamo tirato fuori dal cappello uno strano oggetto (che forse molti di loro non avevano mai visto): una clessidra.
Il gioco consisteva nel mangiare un biscotto nel tempo che durava la clessidra (3minuti). Chi riusciva a mangiarlo lentamente poteva avere un altro biscotto al cioccolato, chi lo mangiava infretta (prima che finisse il tempo della clessidra) poteva averne si un altro, ma non al cioccolato.
Per alcuni bambini e’ stato chiarissimo fin da subito, per altri è stato difficile capire… dipendeva anche dall’età perchè c’erano bambini dai 3 ai 7 anni…e noi mamme abbiamo potuto goderci la scena dei nostri bimbi che ascoltavano il tempo passare, rosicchiando il loro biscotto e cercando di capire com’era possibile che per una volta non gli venisse chiesto di sbrigarsi…. Alcuni se la sono proprio goduta, altri hanno resistito poco più di 5 minuti, ma sono stati preziosissimi 5 minuti…

merenda lenta

2) il gioco in cerchio: ogni bambino teneva in mano un cucchiaio con sopra un uovo e doveva fare un giro tutt’intorno al cerchio senza farlo cadere…. è stata un gran gioia vedere quanto impegno, quanta attenzione ci hanno messo tutti i bambini. Non c’era premio in palio, non c’erano promesse di caramelle per il più bravo, eppure i bambini hanno accettato la sfida e si sono calati nella lentezza con una dedizione che le mamme più attente hanno potuto vedere con i loro stessi occhi…. che gratitudine!

3) il racconto della fiaba. Occhioni sgranati e i visi intenti all’ascolto, orecchie tese e qualche sguardo saputello di chi conosce gia il racconto… è molto interessante vedere come i bambini reagiscono in modo diverso a seconda dell’età e dell’abitudine che hanno a sentir raccontare delle storie, perchè alcuni di loro erano veramente trasportati interiormente in un mondo di immaginazione, dove il corpo ha modo di riposarsi e la fantasia può galoppare e nutrirsi a volontà….

merenda lenta

4) gioco finale: gara a passo di tartaruga (un passo davanti all’altro con la punta attaccata al tallone), vince chi arriva in giardino per ultimo, chi si ferma o torna indietro è squalificato…. Incredibile osservare un gruppo di bimbi che si muove piano piano, noi mamme ci guardavamo senza parole…
merenda lenta

grazie a cristina mamma di patrick per le foto

Per saperne di più sulla giornata mondiale della lentezza

La giornata della lentezza è un evento “inventato” da Bruno Contigiani, fondatore dell’associazione “Vivere con lentezza” (www.vivereconlentezza.it), che, da Roma a New York, passando per Jaipur in India, riunisce tutti gli adepti del movimento in una celebrazione del vivere piano.
A Roma siamo in molti a partecipare. Ci sono i camminatori lenti di lalentezza.wordpress.com, c’è l’azione psicogeografica organizzata da Stalker e spiegata su www.vite3.it/ e moltissimi altre esperienze divertenti da fare…Ma non si tratta solo di inventare nuovi riti, di celebrare stupidaggini qualunque o invenzioni dell’ultima ora.. si tratta di qualcosa di molto profondo e concreto.
L’idea è quella di riflettere su un tema che ci riguarda tutti da vicino: la frenesia della quotidianità sta mangiando le nostre vite e ci sta rendendo sempre più macchine e sempre meno esseri umani.

Ne parla molto bene Irene Alison in un articolo su D di Repubblica (potete leggerlo qui) si intitola “con calma”. E ne parlano ormai da anni i fondatori del movimento sulla decrescita, che pensano a come disinnescare la bomba del crescente consumismo e di rassicurare le persone sul fatto che guadagnare/spedere e consumare meno non significa essere meno felici. Semmai il contrario….
…La questione non è rallentare, ma scegliere un ritmo di vita che privilegi le relazioni umane e la gentilezza che ridia valore a ciò che di vero di bello e di sensato c’e’ nella vita, che non è certo la merce che consumiamo o la marca di auto che guidiamo….

Per approfondire:

su vivere semplice: Non sapevamo di essere downshifters
Ma la decrescita è di destra o di sinistra?
(articolo di Social press)

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Originariamente scritto il 25 febbraio 2008

10 Commenti per questo post

  1. Valeria ha scritto:

    Cara Sabrina,
    ho letto l’articolo di Irene Alison giusto venerdi e in effetti ti ho pensato, anche perchè avevo già letto il tuo post sui downshifters. A pensarci bene forse anche noi lo siamo: io non lavoro più, sto a casa con Elena. Filippo va al giornale dalle 4 alla chiusura (fa gli interni esteri de L’Arena, il quotidiano di Vr) e la mattina la passa con noi, invece, magari di scrivere, fare collaborazioni ecc.
    E’ una gran fortuna, un enorme privilegio, Elena si gode il papà per molte ore al giorno.
    Però, Sabrina, mi viene anche da pensare, come può fare downshifting uno che guadagna mille euro?? Anzi deve fare anche gli straordinari…

    Che bello, vorremmo esserci anche noi alla merenda lenta. Mi chiedo se qua a Verona ci sia qualche iniziativa di questo tipo. Qui la frenesia lavoro/acquisto/sfoggio/vizio è ai massimi livelli… il nord-est produttivo e ignorante perso. Che tristezza! E c’è anche la nebbia oggi. E il sindaco leghista.
    Scusa lo sfogo…oggi mi sento un po’ così..!
    Baci
    Valeria

    PS. Ti presento il mio BLOG…

  2. sabrina ha scritto:

    Cara Valeria,
    sono daccordissimo con te quando dici: “come può fare downshifting uno che guadagna mille euro?? Anzi deve fare anche gli straordinari…”

    hai ragione, a molti questo forse sembra un discorso per ricchi, e in un certo senso lo è…
    ma non si tratta di parlare di quello che ognuno può permettersi o meno con il proprio stipendio, si tratta prima di tutto di un atteggiamento mentale…
    perchè una persona può anche dover lavorare tutto il giorno per vivere, ma se da un valore diverso ai soldi che guadagna forse smetterà di comprare l’insalata gia lavata (che costa 40 euro al ckilo) e tornerà a lavarsela da se’ risparmiando soldi e ritrovando il piacere di un gesto cosi semplice….

    a proposito: sai che l’insalata gia lavata e’ uno dei prodotti che ha avuto un incremento di vendite maggiore in assoluto al supermercato? … perchè siamo cosi stupidi…. possibile che non abbiamo piu neanche voglia di lavarci l’insalata!!!!

    Sabrina

  3. Valeria ha scritto:

    …e io sono proprio una che si compra l’insalata già lavata…
    Infatti non ho voglia di lavare l’insalata, questa è la realtà.
    Grazie Sabrina, ora ci faccio una riflessione sopra!
    Valeria

  4. MamaShift ha scritto:

    Tante grazie per il link a Decrescita!

  5. Claudia ha scritto:

    Bella questa iniziativa! E anche le idee di “gioco lento”. Da provare.

  6. Valeria ha scritto:

    Penso sia importante far capire ai bambini il valore della lentezza.
    Un fiore che sboccia, che si apre, è così lento e meraviglioso!
    Come dici tu, i bambini invece associano la lentezza a qualcosa di noioso. Spesso i bambini più lenti sono anche un po’ emarginati e, sempre presi di mira da quelli “più svegli”.
    Questa vostra merenda lenta è davvero una fonte di ispirazione per tanti giochi e momenti di riflessione.
    Ciao!

  7. mariaclaudia ha scritto:

    Mi fa proprio piacere Sabrina leggere le tue riflessioni e i commenti delle compagne di connessione, perchè mi sento io stessa un pò meno “alternativa” e un pò più “normale”. Torno all’oggetto del mio commento: è un anno e mezzo che sono tornata in Italia, mentre i 5 anni precedenti li ho passati in foresta amazzonica, visto che lavoravo lì. Io, milanese e cittadina, mi sono trovata in un ambiente così pulsante di vita come non ne avevo mai fatto esperienza e ho imparato, fra le tante cose, che la lentezza è una legge della natura legata all’armonia del creato e al respiro della vita sulla Terra. Tutti gli eventi distruttivi e violenti sono processi rapidi, mentre la lentezza è collegata alla crescita, allo sviluppo e alla trasformazione duratura. Quando vivi nella selva, la natura stessa trasforma i tuoi ritmi e ti ritrovi la sera sotto un mare di stelle a parlare con la sola luce della luna, oppure ad aspettare che finisca la pioggia per uscire di casa per andare al lavoro, perchè la pioggia è talmente fitta e forte che sarebbe da idioti sfidarla anche solo con l’ombrello. Insomma nella selva, la natura detta legge e la sua legge si applica lentamente.
    E sai cosa? la mia vita era lenta lenta, ma il mio cervello viaggiava a mille, perchè avevo ritrovato il tempo per pensare e per occuparmi di quello che avevo sempre in mente di voler fare ma non ne avevo mai trovato il tempo (il dado in casa, il forno solare con materiali di riciclo, le passeggiate per imparare a riconoscere gli alberi della selva e tutti i loro nomi…..). a presto

  8. Lory ha scritto:

    Belle idee che fanno pensare…
    Prenderò spunto per la prossima festa di compleanno di Giuseppe (il mio primo) da fare con i suoi compagni di classe.
    Complimenti per il sito e per le idee.

  9. antonella ha scritto:

    ciao,
    sono una maestra elementare e sono felicissima di essermi imbattuta in questo sito…tante idee semplici ma stimolanti mi ronzano in testa…da domani voglio respirare più lentamente, parlare più lentamente…ascoltare di più…
    Grazie!!!!

  10. floriana ha scritto:

    Mi dispiace, continuo ostinatamente (ma anche scherzosamente!!) a ribadire che la lentezza (non quella mentale, che è a disposizione ed alla portata di tutti, intendo quella "calata" nella concretezza quotidiana) è roba da privilegiati. Se una persona lavora tutto il giorno ed è DAVVERO saggia sceglie di non lavare l'insalata, di comprare quella in busta del supermercato e di trascorrere il tempo residuo della sua giornata con i propri figli. 🙂

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