Adulti che non capiscono i bambini

Photo by kyo azuma on Unsplash

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I rapporti tra adulti e bambini si fanno sempre più difficili: dalla materna al liceo sembra che educatori ed insegnanti non trovino più la chiave d’oro per entusiasmare e condurre un anno scolastico pieno di gioia e voglia di fare.

D’altro canto i grandi accusano i piccoli di essere maleducati, disinteressati, apatici quando non aggressivi. Cosa è successo?

Perchè adulti e bambini non comunicano più?

In questi 20 anni di esperienza ho visto accadere due cose fondamentali:

  • gli adulti non riconoscono più i bambini nella loro vera natura, intrisa di spontaneità e onestà, una natura che alza bandiera bianca contro le troppe parole, le troppe richieste e i troppi stimoli
  • i bambini non riconoscono più adulti che non fanno altro che arrabbiarsi, chiedere cose sempre più orientate al rendimento e sempre meno a contatto con la natura e connesse con il fare

Nonostante gli sforzi che gli adulti sembrano fare non si vedono miglioramenti.

Come sono cambiati gli adulti

Molti adulti hanno smesso di coltivare la loro immaginazione e nutrire il loro immaginario perchè, a loro volta, sono  demotivati e stremati.
Sono adulti che si sono radicalizzati in un’approccio totalmente razionale (perchè ce ne sono altri?), approccio che al contrario i ragazzi non colgono e non sentono come vicino a loro.

Parlo di noi, di tutti noi che ci illudiamo che un sermone o una punizione serva a qualcosa!

Gli insegnanti giustamente vogliono in classe bambini educati, in realtà sperano che non rispondano quando non sono d’accordo ed eseguano semplicemente le istruzioni impartite gli adulti.

Adulti che vogliono l’impossibile

Bambini e ragazzi, tanto più sono svegli e ingamba, tantomeno staranno a queste regole: fuori da scuola sono abituati a non avere limiti, perchè dovrebbero adeguarsi dentro le mura scolastiche?

Allora diventa un problema dei genitori, che non sanno imporsi, che non educano più. E continua a perpetuarsi un’incomprensione tra scuola e famiglia che permane perchè mancano i momenti di confronto e la volontà di disinnescare incomprensioni che diventano poi bombe.

Dare l’esempio con i gesti non con le parole

Ma per crescere in un ambiente sereno, dove ci si sente solidali gli uni con gli altri occorre che gli adulti siano i primi a dare l’esempio con i loro gesti e i loro atteggiamenti, che si mettano in gioco per capire i bisogni dei più giovani e strutturare ambienti, orari e ritmi in modo da facilitare questi bisogni.

Mantenere la parola, lasciare che l’ora di lezione prenda pieghe diverse dal previsto, essere elastici e improvvisare per accogliere i momenti propizi dell’apprendimento.

Per saper improvvisare con successo bisogna essere in connessione con se stessi e con i bisogni di tutti, e non lasciare che le idee su quello che si dovrebbe fare diventino legge.

Cosi facciamo oggi prof !

Bambini piccoli ma anche ragazzi fino alle medie e superiori hanno esigenze importanti di ordine pratico:

  • hanno bisogno di avere tempo per esprimere le loro ragioni,
  • di argomentare le loro posizioni e difendere i propri pensieri,
  • di essere ascoltati e sentirsi capiti.

Gli insegnanti sono spesso arroccati su posizioni impossibili da sostenere e il loro disagio dovrebbe parlare loro forte e chiaro e dirgli che urge un cambiamento.

E’ come quando un genitore si lamenta perchè i figli fanno i capricci, non dormono, ecc… senza mettere mai in discussione se stessi e pensare a portare modifiche nel loro modo di fare.
Ci vuole umiltà, si. E’ vero!

Gli adulti hanno un problema con l’umiltà

Troppo spesso la relazione tra adulti e bambini si basa sulla sfiducia reciprova, sulla presunzione di colpevolezza, sulla tendenza a voler aver ragione senza ascoltare le ragioni altrui.

Gli adulti a volte non danno un buon esempio su come si gestiscono le diatribe o su come si affrontano le incomprensioni perchè non sanno mettersi in una condizione di serenità interiore.

Possibile che nessuno capisce che loro imparano da noi? Da come gestiamo le relazioni?

L’empatia questa sconosciuta

L’empatia è un momento quasi magico in cui passiamo attraverso i muri della nostra separatezza fisica e ci fondiamo l’uno nell’altro come esseri spirituali. Viviamo e sentiamo le emozioni dell’altro e siamo in grado di metterci nei suoi panni.

Immedesimarsi: ne vale la pena

Ma immedesimarsi non è una parola che va di moda in questi anni. Se solo per un momento provassimo ad immedesimarci in un migrante che arriva a bordo di un barcone, con un bambino in braccio, non avremmo più il coraggio di rifiutare nessuno. Ecco perchè questo ci spaventa, ecco perchè questo è l’unico modo che abbiamo di tornare ad essere umani.

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Originariamente scritto il 02 ottobre 2018

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