Papà ma quando ci porti ad arrampicare veramente ??? Era questa la domanda che mi facevano passeggiata in montagna. Prima o poi avrei dovuto accontentarli.
Il camminare con loro sulle montagne è stato un mio chiodo fisso fin da quando erano piccoli e adesso apprezzano anche lunghe gite in alta montagna che invece mettono a dura prova la resistenza della loro mamma. Tra le montagne del Piemonte e quelle dell’Appennino centrale li ho portati a camminare su diverse vie normali, dove si cammina e si raggiunge una vetta, ma ormai era chiaro che loro si aspettavano qualcosa di più da questa esperienza.
Tutte le volte che trovavano una pietraia o qualche spunto di roccia scattava subito la gara a chi si arrampica per primo e quindi il prossimo passo era portarli a fare una semplice via alpinistica dove oltre a camminare si inizia mettere le mani sulla roccia.
L’occasione è arrivata questa domenica quando, insieme a Guido storico mio compagno di escursioni montanare, abbiamo deciso di portare Lorenzo Pedro e Zeno ad affrontare la direttissima, la semplice via alpinistica che porta alla vetta del Corno Grande, la più alta cima del gruppo del Gran Sasso d’Italia.
Sia io che lui l’avevamo già fatta più volte e ci sembrava il battesimo perfetto per fargli provare il piacere dell’arrampicata. Partiti molto presto da Roma (sveglia alle 6.20) siamo andati verso il Gran Sasso e per non fare mancare nulla all’avventura abbiamo anche preso la funivia per raggiungere la base dell’escursione. Per arrivare al sassone il punto dove inizia la parte alpinistica abbiamo camminato un’oretta e i due ragazzi erano già esaltati all’idea di dover finalmente arrampicare.
Il loro contatto con la roccia è stato incredibile, ogni passaggio veniva risolto, come dicono i veri alpinisti, in un attimo. Le indicazioni mie e di Guido sono servite ma tutte e due sapevano benissimo come muoversi tra camini di roccia e pareti a 45°. Prima di iniziare gli abbiamo spiegato tutte le procedure di sicurezza e loro seri e concentrati hanno sempre tenuto le mani in appoggio e seguito l’ordine di salita. Non c'e' stato un solo momento in cui hanno smesso di concentrarsi sulla roccia. Una cosa mai vista. La loro esaltazione era totale al punto che arrivati in cima erano dispiaciuti di dover scendere a piedi e finire così la loro “prima arrampicata”. E’ stata un esperienza incredibile, entrambi hanno fatto un paio di passaggi che hanno lasciato Guido, più esperto di me sulla roccia, a bocca aperta e soprattutto siamo rimasti esaltati dal loro entusiasmo, nonostante il caldo terribile di una domenica di Luglio.
E’ stata un giornata unica, io da padre di tre figli non pensavo di poter provare un emozione simile, vedere i miei ragazzi esaltarsi in fondo per la stessa cosa che esalta me: la montagna. E Lorenzo Pedro che conclude mentre torniamo: Papa’ a me non piace andare in discesa.. mi piace solo andare in salita o arrampicare. La stessa cosa che pensa tuo padre caro mio.
Andrea papa
complimenti! anche noi siamo appena tornati dal campeggio a Cortina e lo splendore della montagna ti regala emozioni indescrivibili…. basta saperle cogliere: fare fatica aiuta secondo me in questo!
post super emozionante….la montagna è misteriosa
che magnifica esperienza da condividere! credo che questa giornata rimarrà per sempre impressa dentro di loro.