Dopo due mesi di isolamento da pandemia noto che bambini e ragazzi non vogliono più uscire di casa.
Alcuni pensano che si siano adattati meglio del previsto ma ora che la chiusura si sta allentando cominciamo a vederne gli effetti su bambini, adulti e anziani.
Perchè non vogliono uscire di casa
Bambini e ragazzi hanno reagito bene alla chiusura perchè hanno un mondo interiore pieno di vita e sono stati capaci di attingere ad esso attraverso il gioco (per i più piccoli) e le relazioni virtuali (i più grandi) cui peraltro erano gia avvezzi per mantenere un certo livello di benessere.
Ma il fatto che ora facciano fatica ad uscire mette in evidenza:
- la paura coltivata tra le pieghe delle quotidianità
- la svogliatezza del fare che si è impossessata di loro poco a poco a causa della perdita dei ritmi di vita
- l’insolenza appresa dei fratelli più grandi
- la demotivazione: le lezioni a distanza sono un ambiente freddo, difficile, poco umano.
Lezioni a distanza
La scuola pubblica ha reagito bene mostrando una capacità insperata. Chapeau!
Non è questa la sede di critiche o polemiche.
Sulla scuola steineriana mi piacerebbe avere le vostre testimonianze in merito alle lezioni a distanza: meglio lo schermo che niente?
Sono state trovate soluzioni alternative? Raccontateci.
E’ certo però che non esista un reale incontro con la classe, il tutto si semplifica in un tempo limitato destinato ad ogni bambino che a turno viene chiamato a parlare senza reale relazione tra pari.
Il fatto che non vengano registrate le assenze a queste lezioni e che i voti non valgano ai fini della media scolastica (al liceo) contribuisce a rendere sempre meno gratificante la partecipazione.
La dimostrazione è che ultimamente quasi tutti i ragazzi (e spesso anche gli insegnanti) tengono le webcam spente e anche quel poco di interazione a quattr’occhi va a rotoli, adducendo problematiche tecniche.
Hanno bisogno del mondo reale
I bambini hanno bisogno di ritrovare un ritmo quotidiano sempre uguale (perchè il ritmo è cosi importante?) che possa sostituire la forma classe data dal ritmo scolastico (alcune riflessioni sul gruppo classe come risorsa). Un tempo all’aperto insieme ad altri bambini, dove il gioco libero sia alternato ad attività ludico-educative (gare di indovinelli scientifici, staffette ortografiche, giochi di grammatica in movimento, geografica del corpo) che possano imparare in movimento, sperimentando nuovi modi di fare scuola all’aperto.