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Bambini e ragazzi non vogliono più uscire di casa

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Bambini e ragazzi non vogliono più uscire di casa


Scritto il 10 maggio 2020

Dopo due mesi di isolamento da pandemia noto che bambini e ragazzi non vogliono più uscire di casa.

Alcuni pensano che si siano adattati meglio del previsto ma ora che la chiusura si sta allentando cominciamo a vederne gli effetti su bambini, adulti e anziani.

covid-19 bambini e ragazzi hanno bisogno di movimento e non vogliono più uscire di casa

Non solo bambini e ragazzi non vogliono più uscire di casa ma avete mai visto adolescenti e bambini che giocano a nascondino insieme? Uno degli strani effetti della pandemia: regole saltate, tutto è possibile. Primi giorni di fase 2 al parco.

Perchè non vogliono uscire di casa

Bambini e ragazzi hanno reagito bene alla chiusura perchè hanno un mondo interiore pieno di vita e sono stati capaci di attingere ad esso attraverso il gioco (per i più piccoli) e le relazioni virtuali (i più grandi) cui peraltro erano gia avvezzi per mantenere un certo livello di benessere.

Ma il fatto che ora facciano fatica ad uscire mette in evidenza:

  • la paura coltivata tra le pieghe delle quotidianità
  • la svogliatezza del fare che si è impossessata di loro poco a poco a causa della perdita dei ritmi di vita
  • l’insolenza appresa dei fratelli più grandi
  • la demotivazione: le lezioni a distanza sono un ambiente freddo, difficile, poco umano.

bambini giocano all'aperto VIVERE SEMPLICE

Lezioni a distanza

La scuola pubblica ha reagito bene mostrando una capacità insperata. Chapeau!
Non è questa la sede di critiche o polemiche.

Sulla scuola steineriana mi piacerebbe avere le vostre testimonianze in merito alle lezioni a distanza: meglio lo schermo che niente?
Sono state trovate soluzioni alternative? Raccontateci.

E’ certo però che non esista un reale incontro con la classe, il tutto si semplifica in un tempo limitato destinato ad ogni bambino che a turno viene chiamato a parlare senza reale relazione tra pari.

Il fatto che non vengano registrate le assenze a queste lezioni e che i voti non valgano ai fini della media scolastica (al liceo) contribuisce a rendere sempre meno gratificante la partecipazione.

La dimostrazione è che ultimamente quasi tutti i ragazzi (e spesso anche gli insegnanti) tengono le webcam spente e anche quel poco di interazione a quattr’occhi va a rotoli, adducendo problematiche tecniche.

Hanno bisogno del mondo reale

I bambini hanno bisogno di ritrovare un ritmo quotidiano sempre uguale (perchè il ritmo è cosi importante?) che possa sostituire la forma classe data dal ritmo scolastico (alcune riflessioni sul gruppo classe come risorsa). Un tempo all’aperto insieme ad altri bambini, dove il gioco libero sia alternato ad attività ludico-educative (gare di indovinelli scientifici, staffette ortografiche, giochi di grammatica in movimento, geografica del corpo) che possano imparare in movimento, sperimentando nuovi modi di fare scuola all’aperto.

i bambini non hanno più voglia di uscire invece hanno bisogno di ritrovare i loro pari e giocare con loro

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parco giochi alla scuola steineriana di Ginevra, un luogo dove giocare davvero

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Nuovi modi per fare scuola dopo il coronavirus


Scritto il 14 aprile 2020

ripensare la scuola dopo il coronavirus? semplice: all'aperto

Siamo ancora in Fase Uno della pandemia da Coronavirus: solo mezz’ora d’aria con i bambini (leggi il mio appello durante di lockdown), rigorosamente isolati dai coetanei.
E’ giusto, si tratta di forza maggiore.

Quando ricomincerà la scuola?

Fare scuola è una delle priorità più sentita dalle famiglie, senza scuola non si può tornare al lavoro e senza lavoro… beh lo sappiamo.

Ma la scuola sarà proprio una delle ultime cose a ricominciare. E’ necessario mobilitare i nostri pensieri e la nostra creatività, cara Italia, affinchè si possano trovare modi alternativi di fare scuola, di far stare insieme i bambini e di farli imparare. Per crescere serve confronto, incontro, spazio e tempo.

Fare scuola all’aperto?

Come ho raccontato in L’asilo nel bosco (esperienza di osservazione in un asilo in Svizzera), sono quasi 15 anni che coltivo il pensiero di dare vita ad un asilo all’aperto per fare scuola in un parco cittadino. Facendo l’osservatrice presso il Wakita kindergarten di Zurigo e poi l’assistente nel bosco alla Scuola steineriana di Ginevra ho coltivato questo sogno, cosi possibile e concreto in una città dal clima clemente come Roma.

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Una struttura fatta in gomma riciclata su una spiaggia che si affaccia sul lago di Ginevra. Libera e aperta a tutti.

Fare scuola dappertutto

In questi anni ho scoperto che i bambini imparano ovunque, anzi meglio imparano di più se sono posti fuori da contesti ordinari. (Leggi dell’esperienza importata da poco in Italia della Scuola in Movimento)

Ho fatto esperienza di water-cycling con i miei figli a Villa Panphili, ho organizzato spedizioni per piccoli gruppi di bambini in giro per i boschi con qualsiasi clima e soprattutto ho studiato il modello che in nord Europa è considerato il più efficace per crescere bambini forti e sani e ho scoperto che c’è un mare di conoscenza e ci sono modalità già sperimentate solo da applicare anche in Italia. Ho anche pensato ad un centro estivo in natura, da realizzare a Villa Panphili.

Fare scuola dappertutto

Nel frattempo in questi anni anche a in Lazio sono nate realtà per fare scuola all’aperto come l’asilo nel bosco di Ostia Antica, l’asilo al mare nei pressi dell’idroscalo di Ostia o l’asilo Bosco Caffarella di Roma, ideato da Francesca Lepori della Rete di Cooperazione Educativa: sono progetti stupendi pensati da persone piene di entusiasmo e con una visione.  Hanno radici e motivazioni profonde e stanno crescendo ogni anno di più, per fortuna.

Un progetto pilota per fare scuola all’aperto

Nel 2005 ho scritto Foglienuove (scarica il pdf) un progetto che dopo essere rimasto per tanto tempo nel cassetto ho deciso di condividere qui. Un progetto pieno di ingenuità e di idealismo, certo, ma anche concreto e fattibile fin nei dettagli.

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Lo condivido perchè ho la speranza che in questo momento di dibattito sulla scuola e sulle possibili modalità di ripresa gli uffici scolastici delle Scuole Capitoline dell’Infanzia lo prendano in considerazione.

Proprio in occasione della fase 2 si potrebbe adottare come progetto pilota in uno dei grandi parchi cittadini del centro di Roma, andando al di là dei soliti impedimenti burocratici proprio in virtù di una situazione di emergenza come questa. Non ci vuole molto, c’è tutto nel progetto, pensato in origine per la scuola materna ma adattabile da subito anche per la primaria.

Di cosa hanno bisogno i bambini?

I bambini hanno bisogno di poter fare scuola ovunque, stare all’aperto e muoversi liberamente con o senza pandemia, ma se ora diventa una necessità fare scuola a distanza chissà che non sia l’occasione giusta?

Accolgo e sostengo l’invito che arriva da Francesca Lepori nel post Una scuola speciale per tutte/i e chiedo che venga data la possibilità di mettere in atto progetti di didattica outdoor.

parco giochi alla scuola steineriana di Ginevra, un luogo dove giocare davvero

Il parco giochi alla scuola steineriana di Ginevra è un luogo dove giocare davvero ed è aperto sulla strada (una strada secondaria dove il traffico ha il limite dei 30 all’ora). Non ci sono cancelli nè portoni.

Fare scuola significare anche sperimentare

Dobbiamo ripensare l’apprendimento al di fuori delle aule pollaio sfruttando spazi non utilizzati della città e strutture lasciate al degrado, applicare l’educazione diffusa e l’educazione all’aperto anche in Italia.

E dobbiamo farlo anche sfruttando progetti già avviati, non serve inventare la ruota, c’è già tutto.
E’ arrivata l’ora dell’educazione all’aperto. Coraggio!

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spedizione con i bambini

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Il centro estivo in natura di Vivere Semplice


Scritto il 07 maggio 2019

Gia l’anno scorso cercavo un centro estivo per mio figlio di quarta elementare, un posto dove potesse scorrazzare in natura sereno senza programmi giornalieri e mille attività.

Fare insieme

Quest’anno con l’emergenza coronavirus penso che sia davvero una necessita trovare un posto all’aperto, dove i bambini possano fare scuola ai tempi della pandemia (leggi il mio progetto dettagliato in merito), o anche solo fare vacanza, fare vita insieme.

Cercavo un posto dove lo lasciassero giocare in pace senza troppe regole. E non sa cosa fare che ci fossero adulti attenti, silenziosi, laboriosi, pronti a proporre qualcosa di piccolo, uno stimolo che dia una buona idea.
Una presenza trasparente che osservi e sappia come intervenire.

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Cercavo un centro estivo nel parco, dove costruire capanne, saltare la corda, fare il fango.

Qualcosa di semplice. In compagnia di altri bambini più grandi e più piccoli, con cui fermarsi sotto le frasche quando fa caldo, leggere o raccontare una storia, mangiare la frutta e cantare una canzone.

Cercavo un centro estivo semplice

Poi ho pensato: lo faccio io. Mi prendo i figli di chi vuole e me li porto nel bosco. Tutto il giorno, poche parole. Corde per arrampicarsi (su alberi bassi), palette per scavare (senza distruggere la vegetazione), fili per fare braccialetti e una bella brocca di limonata fresca. Tutto molto Semplice. Alcuni direbbero banale.

campo estivo in natura

La mia esperienza

Un po’ di esperienza in questi anni me la sono fatta:

  • ho una formazione in ambito steineriano per il  primo settennio e sono stata per tanti anni educatrice nei campi internazionali del movimento Cemea
  • ho fatto un tirocinio in un asilo nel bosco in Svizzera
  • ho fatto l’assistente al doposcuola nella scuola steineriana di Ginevra
  • ho fatto un tirocinio con i bambini di prima elementare per aiutarli a leggere e a scrivere
  • ho insegnato italiano ai ragazzi stranieri in una scuola media pubblica di Roma in un progetto di volontariato usando il metodo dell’Italiano Attivo, imparare attraverso il movimento.
  • da più di 10 anni porto tutti i miei figli a Villa Pamphili quasi tutti i giorni e con loro ho fatto spedizioni, esperimenti e avventure di tutti i tipi
  • ho fatto l’aiutante in un centro estivo in sostegno di bambini con autismo
  • sono tutor per l’apprendimento, conosco i disturbi specifici dell’apprendimento e le problematiche sociali e relazionali che vivono i bambini con dislessia e con altri bisogni speciali.

Stare con i bambini, lasciarli in pace mentre imparano a stare insieme e scoprono il mondo attraverso stimoli sensoriali di alta qualità (quelli della natura) è diventata la mia passione. Ho visto quanto ha fatto bene ai miei figli e vorrei poter donare il mio tempo a tutti i bambini che passano le giornate in casa perchè i genitori non possono e  le babysitter non hanno voglia di portarli in natura.

Cosa faremo al centro estivo

vivere semplice - tutti i diritti riservati

Non pregheremo, no (i miei figli davanti al fuoco mettono le mani giunte, non so perchè). Non daremo fuoco a villa Pamphili. Canteremo e staremo semplicemente insieme senza far danni. Promesso!

E se un bambino si fa male? Quello può succedere anche quando papà scola la pasta. I bambini saranno assicurati e non verranno mai persi di vista.

Una giornata tipo

  • Giochi di conoscenza e di confidenza per creare una piccola comunità di esploratori
  • Giochi di equilibrio per imparare ad arrampicarsi in sicurezza e prendere confidenza con il movimento e il proprio corpo
  • Passeggiate nelle vie non battute del parco per avere la sensazione dell’avventura e della scoperta
  • Bagni di natura: il bosco diventerà il nostro habitat con cui faremo amicizia dandoci il tempo per familiarizzare
  • Gare di solidarietà: la natura è un ottimo ambiente per mettersi alla prova in gruppo e aiutarsi a vicenda
  • Tempo per inventare, fantasticare, immaginare, raccontare e raccontarsi
  • Pranzo al sacco e merenda portati da casa
  • Giochi di fontanella (portarsi una maglietta di ricambio)

Ci sporcheremo si, perchè i bambini hanno bisogno di sporcarsi e faremo tante spedizioni e avventure perchè le migliori avventure sono quelle che si fanno sotto cas.

Se vuoi saperne di più scrivimi: info chiocciola vivere-semplice.org

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sabrina dorsi per vivere semplice

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Bimbi in Natura: esperienze per bimbi dai 2 ai 6 anni anche a Roma


Scritto il 31 luglio 2018

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Gli asili nel bosco esistono nei paesi nordici da molti anni ma ultimamente sono sorte anche in Italia tante esperienze di asili in fattorie, scuole all’aperto, pedagogia in natura, progetti di outdoor education che sfruttano i benefici che la natura offre ai piccoli in età prescolare e scolare.

Per i piccoli stare a contatto con la natura in modo costante e non saltuario, nella calma di poter scoprire e manipolare la terra, osservare gli animaletti che la popolano e giocare a scoprire le tante varietà di piante,  non sfogliando un libro ma annusandole e toccandole è un’esperienza senza pari.

Stare in natura non solo per divertirsi

Per loro è solo divertimento ma noi adulti sappiamo che si tratta di una formidabile esposizione a stimolazioni sensoriali preziosissime per lo sviluppo cognitivo, le capacità relazionali e le abilità psico-motorie.

Insomma stando in natura i bambini imparano a fare da soli, affrontano e risolvono i loro piccoli e grandi problemi, si abituano ad essere circondati da un ambiente che varia continuamente, con il cambio delle stagioni e offre sempre scoperte nuove da fare e infinite possibilità di gioco e apprendimento.

Anche a Roma nord-ovest un’esperienza in natura per bambini

A Roma è nata da pochissimo una realtà preziosa, si chiama Piccoli Passi in Natura ed è un progetto per  bambini dai 2 ai 6 anni che si svolge dal lunedi al venerdi con orari flessibili e offre laboratori artistici, attività all’aria aperta a contatto con gli animali ma soprattutto offre la possibilità di fare davvero amicizia con tutto ciò che la natura offre.

Un progetto inclusivo per antonomasia, perchè la natura può essere fruita da tutti i bambini senza distinzioni di abilità o competenze, ognuno secondo le sue inclinazioni.

La realtà che ospita il progetto è  La Collina Storta, un centro ricreativo immerso nel verde accanto alla grande tenuta di Castel di Guido, uno spazio perfetto attività didattiche, sportive, educative di alta valenza sociale.

piccoli passi in natura

Per informazioni e iscrizioni: Collina Storta
Tel.:06 89670786 Email.: info@lacollinastorta.org
Via Giuseppe Lazzati
Adiacente zona Casalotti – 00166 Roma
I posti sono limitati, le iscrizioni sono aperte.

Cosa fanno i Bimbi in Natura?

I bambini che hanno il privilegio di stare all’aperto possono fare moltissimo: corrono, saltano, si arrampicano, fanno girotondi, nascondigli e si allenano in tanti micro movimenti come catturare formiche giganti e bruchi ignari, raccogliere fiori, infilare conchiglie, impilare sassolini, cucinare saporite pietanze di foglie e fiori.

Non c’è mai da annoiarsi perché la natura cambia ogni giorno e nella relazione con il mutamento i bambini diventano protagonisti dei loro stessi apprendimenti.

L’esperienza diretta, costante e continua della natura è comprensione del mondo.

Apre le porte dei sensi e i bambini sentono con tutto il corpo e vi s’immergono in profondità.

Esplorare lo spazio con il corpo fa nascere le amicizie, imparano a collaborare, a litigare, a fare la pace, ad accordarsi, a organizzarsi, ad aiutare chi ne ha bisogno, a chiedere aiuto, a provarci da soli, a sentire i propri limiti, a superarli, a gestire il rischio, a sostenere la frustrazione, a riconoscere le proprie emozioni…

Mentre i bambini e le bambine vivono le proprie esperienze in natura, noi adulti intorno cosa facciamo ma soprattutto cosa non facciamo?

Spesso è più difficile stare zitti che dire come faremmo noi quella torre di mattoncini, è più difficile ascoltare che urlare, comprendere che punire, mentre è più facile interferire che osservare, interrompere che aspettare!

Noi adulti intorno ai bimbinatura proviamo con tanto coraggio e affetto verso noi stessi, a fare e non fare alcune cose molto importanti! Siamo presenti ma non interferiamo, aspettiamo ma non interrompiamo, partecipiamo ma non ci sostituiamo, ascoltiamo ma non forniamo soluzioni.

Insomma impariamo dai bambini e dalle bambine tutto ciò che è davvero importante sapere!

E a Roma Sud?

Il progetto Bosco Caffarella, nato 2016, è situato nel vastissimo parco regionale dell’Appia Antica: anche qui lo spazio e il verde certo non mancano. I bambini del Bosco Caffarella fanno gite in bici, progetti didattici orientati all’ecologia e alla scoperta della natura e soprattutto imparano facendo, prevalentemente all’aria aperta. 

bosco caffarella

Per informazioni e iscrizioni: Asilo Bosco Caffarella
Tel.: 3393796137
Email: boscocaffarella@gmail.com
Casale Vigna Cardinali
Largo Pietro Tacchi Venturi,
Adiacente Via Latina – 00179 Roma
i posti sono limitati, le iscrizioni sono aperte. 

Bimbi all’aperto ovunque

Roma è una città enorme, vasta quanto 9 cittadine medie messe insieme.
Uno degli elementi importanti da valutare quando si sceglie un luogo dove i bambini passerrano qualche ora della loro giornata è la distanza da casa.

Per tutti gli altri bimbi, che vivono un’esperienza prescolare o scolare in un contesto tradizionale, quindi quasi esclusivamente a porte chiuse vi invito a leggere il post Organizzare una spedizione senza muovervi dalla città che vi incoraggerà a distribuire larghe dosi di natura e tante ore d’aria ai vostri figli, nonostante il poco tempo che avete a disposizione.

I bambini hanno bisogno di natura, di stare all’aperto tutto l’anno, non solo durante le vacanze in campeggio! 

Segnalateci i progetti in natura per bambini

Segnalateci tutte le altre realtà presenti sul territorio romano, saremo felici inserire qui in calce l’indirizzo di tutte le realtà che offrono progetti in natura per bambini.

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asilo nel bosco a zurigo WAKITA

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L’asilo nel bosco: dove i bimbi trovano se stessi


Scritto il 04 giugno 2018

wakita asilo nel bosco in Svizzera

Quando nel 2005 in Italia non esistevano ancora asili e scuola nel bosco, avevo notato che alla scuola steineriana i bambini stavano in giardino con qualsiasi clima e un giorno a settimana andavano nel bosco dietro alla scuola. Cosi mi incuriosii. Non erano forse più calmi e non giocavano di più perchè stavano più all’aperto?

Decisi di verificare di persona, contattai un asilo nel bosco in Svizzera e chiesi di essere accettata come osservatrice… dissi che avrei voluto aprire un asilo nel bosco a Roma (e qualcosa di vero c’era).

Ci andai a gennaio, c’era più di un metro di neve, ma i bambini dai 3 ai 6 anni stavano nel bosco dalle 9 alle 16 e rientravano solo per fare il cerchio finale.

I maestri mi dissero che l’unica condizione atmosferica con cui non uscivano era snow storm (bufera di neve) perchè rischiavano di volare via. Non potevo crederci.

Cosa fanno i bambini nel bosco?

La giornate avevano  un ritmo calmo e routine strutturate. I bambini arrivavano presto e sapevano cosa c’era da fare: prepararsi per l’avventura quotidiana. Gli educatori lasciavano il tempo perchè facessero tutto da soli: mettersi i pantaloni da pioggia, giacche e stivali, guanti e cappelli. Ci mettevano anche 40 minuti ma nessuno batteva ciglio. Stavano imparando.

Io il terzo giorno ero già isterica. Non riuscivo a capire come facessero ad essere tutti cosi calmi e pazienti.

Arrivati nel bosco dopo 30 minuti di passeggiata c’era chi si metteva a giocare, chi si arrampicava, chi raccoglieva le foglie… Dappertutto c’erano bambini che badavano a sè, giocavano in modo profondo, concentrato e risolvevano i loro problemi. Tutto nel più religioso silenzio.

Gli adulti montavano corde per farli arrampicare, accendevano il fuoco per cucinare il minestrone, tiravano fuori scatoline piene di coltellini con la punta arrotondata e altre scatoline con pezzetti di formaggio per lo spuntino.

La solita mamma italiana

Ed io? Invece di godermi la scena non ero capace di star zitta, cercavo qualsiasi scusa per rendermi utile: chiamavo un educatore per dirgli che quel bimbo era salito troppo in altro, volevo aiutare un bimbo a tirarsi giù i pantaloni per fare pipi. E loro mi guardavano con aria compassionevole pensando che infondo ero solo un’ansiosa mamma italiana!

asilo nel bosco a zurigo WAKITA

Cosa ho imparato da questa esperienza?

Non importa da dove cominci, se vuoi puoi imparare tutto.

Mi era bastata una settimana per cambiare completamente atteggiamento, mettere a tacere i preconcetti (non si possono perdere 40 minuti per infilarsi un paio di stivaletti, non potete aiutare questo bimbo per piacere?) il giudizio (quanto sono insensibili questi educatori che portano i bambini al freddo e al gelo anche quando nevica) e tornare a casa con una fortissima motivazione: forse non avrei aperto un asilo nel bosco ma avrei portato nel bosco i miei bambini, tutti i giorni.  Come lo racconterò più avanti.

Durante quelle passeggiate i bambini trovano il loro tempo e quello fa scattare la magia del gioco profondo e ininterrotto, dove il “cavallino della fantasia” comincia a galoppare e non si ferma più.

Il cavallino della fantasia

Ho chiamato cavallino della fantasia la creatività, quella forza attentiva che ci rende capaci di dare priorità a ciò che conta davvero.

E’ la galoppante capacità di immaginare e costruire un  gioco dove si stabiliscono e rispettano le regole, ci si esercita per la vita, si fa attenzione alle priorità necessarie perchè il gioco funzioni.

Quando un figlio si annoia prova a dirgli: non succede nulla se ti annoi, quando meno te lo aspetti il cavallino della fantasia ricomincerà a galoppare e ti verrà di sicuro in mente qualcosa di bello da fare” e immancabilmente questo succede.

Far galoppare la creatività

Il bambino cerca di far galoppare il suo cavallino in modo istintivo se non viene distratto da tutto il resto, ma è ovvio che questo comporti un impegno e una volontà di fare che sono dispendiosi.

E’ certo più facile trovare il gioco già fatto e solo da giocare, magari in modo interattivo ma cosi non esercita nulla, neanche la voglia di giocare.

Tutti gli altri hanno la playstation

Spesso i bambini piccoli insistono perchè vogliono giocare con i videogame. Tenere duro non è una sconfitta, sorridere non significa abbozzare, avere fiducia è un atto rivoluzionario quando tuo figlio di 6 anni ti dice mamma hanno tutti la playstation ed io no!

Pare che quello che fan tutti sia automaticamente giusto e lecito. A me pare di no.

La miglior ricompensa

Quando poi scatta il cavallino e il bimbo corre in camera a fare, beh questa è la miglior ricompensa per un genitore che nell’immaginazione ci crede davvvero.
La fretta è nefasta, se iniziate a pensare che non ce la fate, che il bambino con la sua insistenza vi rende nervosi,  allora gettate la spugna, consegnate il qualsivoglia telecomando e vi accasciate sfinite sul divano, pensando che “vivere semplice” non era poi cosi facile.

Forse non è facile, ma ne vale la pena.

Saper dare dei limiti, conquistare la padronanza del proprio tempo e di quello dei bambini, trovare un centro, affrontare la vita con quiete e sicurezza ne vale davvero la pena.

Ne parlo diffusamente nel libro, che è quasi pronto! Sarà in libreria il primo settembre, giuro.

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aiuola vivace

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Aiuola vivace


Scritto il 15 luglio 2017

Vi ricordate l’asilo meraglioso di cui vi ho parlato tante volte? Tutti giù per terra, l’asilo che quest’anno accoglie anche i bimbi in età di materna è sempre più bello e comincia ad esserci la lista d’attesa per entrare. Se avete dei bimbi da iscrivere fatelo subito!

Volevo fare un regalo alla mia amica che lo ha ideato e fondato e cercavo un’idea originale da comprare su internet e farle recapitare direttamente a casa cosi ho trovato l’aiuola vivace per il giardino.

Che cos’è Aiuola Vivace? E’ un regalo delizioso da fare a chi ha un po’ di spazio in giardino e in terrazzo e vuole creare un’area verde e piena di fiori senza chiamare il giardiniere. Si compra in kit, te lo spediscono a casa e ti insegnano a piantare e far fiorire quest’aiuola seguendo delle semplicissime indicazioni.

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Paola e i suoi bambini hanno preparato il terreno, hanno seguito le istruzioni che si possono leggere anche sul sito di aiuola vivace e poi hanno annaffiato un pochino tutti i giorni.

I bambini dell’asilo fanno sempre piccole attività manuali in giardino, tutto l’anno. E’ sano per i bambini giocare all’aperto o imitare gli adulti che lavorano. Ecco perchè ho pensato che questo fosse il regalo ideale per loro.

L’aiuola si può piantare in qualsiasi momento dell’anno evitando i periodi in cui fa troppo caldo. Appena tornate dalle vacanze ricordatevi di andare sul sito di aiuola vivace e ordinare quella che vi piace di più. Ce ne sono di tanti tipi, non avrete che da sbizzarrirvi.

Intanto ecco le foto della preparzione, nei prossimi mesi vi terremo aggiornati su come procede la crescita dell’aiuola!

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2 aiuola vivace

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courtesy of mylittlenorway

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Perchè i bambini hanno bisogno del mare anche d’inverno


Scritto il 11 dicembre 2015

Passeggiare al mare e in generale nella natura è fondamentale per i bambini, a tutte le età e in tutti i periodi dell’anno. Gli ambienti non urbani hanno una loro funzione “psicomotoria” molto potente.  Fuori dalla città e dai percorsi obbligati delle strisce pedonali i bambini possono finalmente giocare, sperimentare percorsi ludici inediti dove esercitano l’equilibrio, l’attenzione, la consapevolezza motoria imparando a gestire le difficoltà e ad approcciare il problem solving (come posso arrampicarmi su quella roccia senza scivolare?).

bambini al mare d'invernoStare a contatto con la sabbia, costruire, sporcarsi e respirare a pieni polmoni in un ambiente aperto e libero dove far correre lo sguardo fino all’orizzonte è un bisogno primario che i bambini manifestano fin da piccoli. In particolare d’inverno, oserei dire, in cui l’ambiente marino è completamente diverso da quello estivo. Mentre d’estate la spiaggia diventa un luogo sociale, dove fare veri e propri bagni di folla e stare in compagnia d’inverno i luoghi balneari e le spiagge diventano quasi luoghi di meditazione. Ben si prestano a lunghe passeggiate di famiglia, ritmi lenti, la possibilità di giocare con calma, fermarsi sul bagno asciuga a scrivere con un bastoncino (magari le lettere che si sono appena imparate a scuola) o a costruire castelli decorati con i legnetti portati dalla marea.

Camminare al mare d’inverno è anche un’occasione d’oro per rifornirsi di iodio e respirare aria fresca e pulita creando una buona abitudine. E non fatevi convincere dai tanti che credono che il mare d’inverno sia inadeguato per un bambino piccolo: non conta quanto freddo fa, conta solo quanto bene siete vestiti! Questo è un detto tedesco, che ben si presta alla loro cultura e alle loro tradizioni, abituati come sono a non rinunciare alla natura anche quando il clima si fa davvero rigido, non per niente proprio la Germania è la patria degli asili nel bosco, dove i bambini hanno la possibilità di immergersi davvero nella natura e sfruttarne tutto il potenziale benefico.

Ecco perchè avere una casa al mare risponde ad un bisogno di tutta la famiglia: staccare la spina ed immergersi in un ambiente che rigenera, fa bene e nutre il buonumore.

Questo post è scritto grazie alla collaborazione con EuropaRE, l’Agenzia immobiliare che da quarant’anni garantisce affidabilità e sicurezza a chi sta cercando casa nella riviera adriatica, nella zona di Bibione e Lignano.

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portare i bambini - vivere semplice

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I benefici del portare i bambini: quando, come, perchè


Scritto il 27 giugno 2014

Portare i bambini -  vivere semplice

Perchè quando nasce un bambino tutti si affrettano a dare consigli, suggerimenti, ricette, soluzioni? Semplice: tutti credono che la mamma sia sprovveduta ed inesperta. Ma siamo sicuri che sia davvero cosi?

I consigli degli altri

Lascialo piangere, prende il vizio, non è fame quella, latte ogni tre ore, fallo dormire in cameretta da solo al buio, non lo cullare, non cantare per lui, se lo prendi ogni volta che frigna non te lo scolli più e bla bla bla. Invece di seguire il suo instinto la mamma stordita e sempre più confusa comincia a sentirsi davvero insicura.

Sta bene solo quando è in braccio: chissà perchè!

Se te ne sei accorta è segno che il fatto semplice e naturale che i bambini stiano bene tra le braccia di mamma e papà non ti lascia indifferente. Certo è fatica! E tu lo coccoli, lo allatti, lo cambi e per te nemmeno un minuto, una doccia, un pasto caldo, una dormita, un caffè con la tua amica che forse già ha dimenticato il tuo numero. Ma sai che non durerà per sempre, lo sai!

Quando finalmente si è addormentato senti un vuoto, come una solitudine, una piccola tristezza che ti avvolge.
Strano, non dovresti sentirti liberata?

portare i bambini - vivere semplice

Seguire il proprio istinto

Alcune di noi non osano  neanche ammetterlo ma si terrebbero il bambino  in braccio sempre… non sono loro quelle strane, perchè si fa da quando esistono le madri… una volta era prassi oggi si chiama “genitorialità ad alto contatto” o babywearing.

Babywearing (portare i bambini) significa letteralmente indossare i bambini, insomma portarli addosso con il sostegno di una fascia o altro supporto porta bebè. Ergonomico veramente sia chiaro, che rispetti cioè la fisiologia del neonato e del bambino più grande e non spezzi per sempre la schiena di chi lo porta.

I bambini portati vedono soddisfatti in un solo gesto tutti i loro bisogni / riflessi primari, quelli che sono necessari alla sopravvivenza stessa (prensione palmare, suzione, calore, protezione).

Il nutrimento, il calore, il contenimento, la presenza “filtro” della mamma, essere con lei sempre e uscire nel mondo gradualmente, senza traumi, dopo aver lasciato che lo sviluppo delle risorse necessarie ad affrontare il mondo sia completato in armonia e serenità.

 

Le madri portatrici non sono schiave, sono regine.
E anche i papà

Portare i bambini -  vivere sempliceLe mamme portatrici imparano ad ascoltare il loro bambino, a interpretarne i segnali e a comunicare con lui in modo profondo, hanno le braccia libere per fare molte cose mentre il bebè se la dorme sulla loro pancia. Riscoprono in una parola la loro competenza che ora può essere ascoltata e seguita perché è la giusta risposta ad ogni domanda… e questo genera un circolo virtuoso in barba a tutti i bla bla bla!

L’antichissima pratica del portare i bambini cresce e si modifica mentre il bambino sviluppa le sue competenze motorie, emotive, relazionali e aumenta in lui la curiosità nei confronti del mondo, accompagnandolo gradualmente verso la sua strada.

Questo non è un post sponsorizzato, non è una pubblicità. Voglio presentarvi la mia cara amica Marika Cazzaniga (la trovi su FB) consulente del portare®  certificata presso la Scuola del portare®. Se cercate una persona a Roma che possa aiutarvi rivolgetevi a lei: 347.9431937 marika.cazzaniga at gmail.com

Per cercare consulenti in giro per l’Italia consultate la scuoladelportare

Portare i bambini -  vivere semplice

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Coltiva la tua aria fresca

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Coltiva la tua aria fresca


Scritto il 22 settembre 2013

Possibile che le cose più semplici, quelle meno costose, quelle più ovvie anche, sono sempre le più sconosciute? Vi racconto una storia.

Un signore indiano scoprendo di essere allergico ad alcune sostanze presenti nell’aria ha capito che doveva fabbricarsi in casa dell’aria fresca da respirare se non voleva lasciarci la pelle.

Uno studio recentissimo della Nasa afferma che ci sono tre piante in grado di immettere aria fresca direttamente nella stanza dove sono posizionate.

Quante piante è necessario avere in casa?

Nel video (in inglese) spiega quante piante per persona occorre sistemare e di che grandezza, e afferma che questo sarà il metodo che verrà usato in futuro nei grandi uffici dove le persone trascorrono gran parte della giornata, proprio per rimediare  al cattivo ricambio di aria pulita e ai problemi di salute connessi.

E queste tre piante non sono neanche particolarmente rare: anzi mia nonna ne aveva la casa piena, sarà per quello che è campata 80 anni. Sono la Areca Palm, la Mother-in-law tongue e la Money plant.   Nel video i nomi sono in inglese ma andandomi a documentare meglio ho scoperto che …

piante.jpg

La prima, l’Areca, è una palma del Madagascar che vive in ambiente temperato, per questo motivo la conosciamo bene. Consigli su come coltivarla qui.

Le piante della nonna

Della seconda (Sansevieria) potete sapere tutto qui, io non l’ho mai amata molto perchè come dico mi ricorda la mia nonna paterna non troppo simpatica, e poi ha un po’ la forma di un’insalata.

La terza l’Epipremnum c’e’ l’ho addirittura in casa e non lo sapevo. Inoltre ne ho ricevuta una enorme in regalo poco tempo fa da una sconosciuta con cui ho fatto amicizia. Leii stava partendo per andare in una missione in Africa e che mi ha invitato a casa sua per darmi un po’ delle sue cose, visto che io ero appena arrivata a vivere a Ginevra.

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Nel gioco c’è il rispetto per la vita

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Nel gioco c’è il rispetto per la vita


Scritto il 02 ottobre 2012

Ho scoperto un libro bellissimo Earthways, simple environmental activities for young children edito da Gryphon House, inesistente in Italia:  90 giochi e attività semplici attività stagionali e legate alla natura da proporre ai bambini piccoli. Un piccolo tesoro.

earthways, simple environmental activities for young children - attività per bambini legate alla natura e al rispetto per la terra

L’obiettivo principale è incoraggiare i bambini a relazionarsi congli elementi costitutivi della vita: terra, fuoco, aria e acqua per sviluppare il rispetto della natura e delle creature viventi. Un rispetto per niente scontato, anche tra le famiglie attente e consapevoli.

L’uomo può scegliere se prendersi cura della terra permettendo che dia i suoi frutti oppure avere un atteggiamento di dominio e di superiorità che lo pone in grande pericolo. Perchè senza terra l’uomo non ha un posto dove vivere. Le attività che lo connettono con questa consapevolezza non sono altro che i prototipi di quello che da grande diventerà un sentimento di ecologia e rispetto per la vita che lo renderà un essere umano migliore.

lorenzo pedro gioca con i sassi

Quasi tutti i bambini hanno molta immaginazione

Spesso i bambini piccoli (fino a 6-7 anni) sono dotati di fervida immaginazione. Per loro giocare è un vero e proprio lavoro e attraverso il gioco imparano molto del mondo e di come relazionarsi con esso.  Noi adulti possiamo certo incoraggiare questa attitudine all’esplorazione mettendo a disposizione dei bambini giochi e materiali che possono evolversi insieme a loro.

Perchè proprio il sasso, la pigna,  la conchiglia…

Un cesto di pietre può essere usato per costruire un muro o una strada, le pietre possono essere mescolate in una zuppa nel gioco della cucina, possono essere usate come monete di scambio nel gioco del negozio, possono essere portate in giro su un autobus immaginario come fossero passeggeri, possono essere usate per qualsiasi necessità le circostanze del gioco richiedano. Il valore aggiunto è che si tratta di oggetti veri, pensati dalla terra per l’uomo.

fare un vulcano vero sulla sabbia? si puo’.

Oggetti difficili da rompere, unici, ognuno con il suo colore e forma, oggetti piacevoli da tenere in mano e da guardare. Queste sensazioni legate al vero sono chiare se si pensa al contrario ad oggetti progettati a tavolino, passati dall’approvazione del marketing vede in essi solo oggetti di lucro, usciti da una fabbrica chissà dove nel mondo, alcuni di questi anche imbevuti di coloranti magari tossici proibiti dalle leggi del primo mondo insomma.. non per essere esagerati però questa è la verità: cosa c’è di più green/local/politically correct/ di un sasso, una pigna, una conchiglia?

Il senso della verità

Alcuni di voi penseranno: figurati cosa gliene frega ad un bambino di questi concetti… certo che no. Ma questo è il nostro modo per instillare un senso di verità e apprezzamento per il bello e il buono, che da grande si trasformerà in gratitudine per la terra che alla lunga darà vita ad un essere umano che rispetta gli altri, la natura e se stesso. Non è un dettaglio. E’ un tassello del mosaico educativo nel quale ci riconosciamo.

zeno e la barca di legno e stoffa

Alcuni bambini no…..

Il problema è che non tutti i bambini hanno una fervida immaginazione. Se non sono stati abituati  a giocare con materiali  semplici la loro immaginazione creativa non è stata stimolata, nutrita e questi bambini hanno difficoltà ad aprirsi al gioco libero.

Quando un bambino ha passato tutti i suoi pomeriggi davanti alla tele e tutte le sue mattina all’asilo a riempire forme prestampate senza fare delle vere esperienza del colore la passività si insinua come deterrente inimmaginabile e lascia una traccia indelebile.

Spesso si sente dire dai genitori: Beh, cosa cambia, il legno è solo più bello esteticamente, e fa più piacere per i genitori circondarsi di cose carine… ma i bambini preferiscono la plastica…

In realtà i bambini che hanno poca fantasia a volte sono attratti da altre cose, come il movimento (arrampicarsi sugli alberi o saltare sul letto) oppure giocare con le cose vive (e questo ha risposto a molti dei miei interrogativi) come  l’acqua e il fuoco.

Leggi anche

A proposito di cose vive leggi: accendere il fuoco con i bambini e Bambini con le mani in pasta la recensione di un prezioso libro degli anni 70 sull’uso dei materiali naturali (legno, creta e colori) nella scuola dell’Infanzia Preparazione del Natale e più in generale le attività stagionali e i giochi legati al ciclo dell’anno come Giochi d’autunno e Riti d’inverno.

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Dove vanno a finire le bolle di sapone, mamma? Guida ai detersivi naturali


Scritto il 17 marzo 2008

zeno fa il bagno

Non so bene il perchè sta di fatto che la mia sensibilità verso l’ambiente sta aumentando. Forse è solo perchè penso di più al futuro (in quanto mamma) o forse sto imparando a dar sempre più ascolto al mio buon senso, e mi capita di sentire sempre di più la necessità di compiere delle azioni quotidiane in accordo con il mondo che mi circonda, nel rispetto della natura e in un atteggiamento di maggior rispetto e gratitudine.

Questo mi dice il buon senso, quando mi sveglio la mattina.Escludendo o cercando di ridurre al minino ormai da anni i detersivi industriali, fino ad ora avevo usato detersivo ecologico comprato con il gruppo di acquisto solidale, ma in questo periodo ho scoperto un metodo nuovo, l’ho testato e funziona. Inquina ancora meno, ingrombra poco e lava meglio.

Comprare due volte l’anno con il GAS per abbattere i costi di trasporto del distributore che viene da Ancona significava riempirsi la casa di detersivi per 6 mesi: alquanto scomodo. Inoltre i prodotti ecologici, ovvero quelli privi di petro-derivati e di tensioattivi chimici hanno un piccolo inconveniente: non sbiancano molto il bucato, con il risultato che mia mamma mi ha sempre detto che il mio bucato non era un gran che. Che nervi!! Hai voglia a spiegarle che Dash e le altre solite marche da supermercato usano gli sbiancanti ottici.

Il bianco è più bianco perchè TU lo vedi più bianco.

Funziona cosi:

la luce che colpisce un vestito riflette verso il nostro occhio una parte di radiazione visibile e una parte invisibile (ultravioletto). Gli sbiancanti ottici modificano la lunghezza d’onda della radiazione ultravioletta rendendola visibile e quindi, aumentando artificialmente la luce riflessa, il capo diventa “illuminato” di un bianco azzurrognolo.) Il fatto è che lo voglio anche io il bucato bianco e profumato.

Allora ho scoperto i detersivi naturali: le noci lavatutto

noci lavatuttoLe Noci sono i frutti dell’albero della saponaria “Sapindus Mukorossi” che cresce nell’India settentrionale ed in Nepal.

Il guscio di queste noci è pieno di una sostanza che si chiama saponina dall’eccellente azione detergente. Pare che le industrie che producono detersivi usino come base dei loro detersivi proprio questa saponina, mica schemi!!

Funziona cosi: al posto del detersivo si mettono nel cestello della lavatrice 4-5 gusci di Noci racchiuse in un sacchettino di stoffa oppure in un calzino leggero legato.

Et voilà, funziona. Non occorre aggiungere altro, io comunque metto qualche goccia di olio essenziale di lavanda, perchè amo il bucato profumato. Dopo il lavaggio con le Noci-detergenti la biancheria è piacevolmente morbida perciò non è necessario aggiungere un ammorbidente

Le noci non si utilizzano soltanto come detersivo, si puo’ facilmente fare lo shampo o si puo’ usare per lavare i pavimenti.

Come preparare in casa le noci lavatutto

Per preparare un decotto di Noce, riempi una pentola da cucina piccola con un po’ d’acqua e alcune Noci-Detergenti e lascia bollire il tutto per cinque minuti. Durante la bollitura, la Saponina contenuta nel guscio delle Noci-Detergenti si scioglie e passa nell’acqua.

Quando il tutto si è raffreddato, il decotto è pronto per l’uso. A seconda dello scopo e delle preferenze personali può variare la concentrazione del decotto, variando il rapporto gusci/acqua.

Con un decotto di Noci si può pulire teoricamente “tutto” – il decotto è perfino adatto per lavare la Sua autovettura in modo non inquinante. Le Noci offrono numerosi vantaggi rispetto al detersivo tradizionale: non sono irritanti, perché sono al 100% naturali e senza additivi chimici, sono pià convenienti rispetto ai detersivi tradizionali. I gusci possono essere utilizzati anche per tre volte di seguito. Un kg di Noci può durare anche per 100 lavaggi. E’ efficace ma è anche delicato e conserva i colori brillanti. E non inquina. Anzi, essedo un prodotto totalmente vegetale che cresce sugli alberi contribuisce ad assorbire l’ anidride carbonica per rilasciare ossigeno.

E’ completamente bio-degradabile e se mai dovesse capitarvi di fare la raccolta differenziata anche per l’umido potete gettare le noci usate nell’organico oppure fare il compost e contribuire a concimare le piante del giardino condominiale. I vicini vi ringrazieranno, se capiranno cosa starete facendo.

Ovviamente trovare questi prodotti non è facile.  Su internet lo vendono qui.

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Riciclare è molto più che un dovere


Scritto il 20 febbraio 2008

Ho sempre pensato che non ci sia niente di male negli oggetti di seconda mano. Anzi le cose degli altri spesso mi affascinano più delle mie. Penso capiti a molte persone che frequentano i flea market, i mercatini delle pulci, alla ricerca di oggetti particolari, di cose che hanno una storia.

Quando questo è diventato anche di moda, beh, ci sono andata a nozze.

Per fortuna sempre più persone nel mondo si sono rese conto che reciclare gli oggetti degli altri (i mobili, i vestiti, le macchine, i giocattoli, i libri, ecc..) non è solo divertente e intrigante, ma è anche un modo molto intelligente per salvare il mondo dal collasso delle merci. Produciamo produciamo e il tempo di utilizzo degli oggetti è sempre più breve perchè le cose ci annoiano. E la fine delle merci è più o meno sempre la stessa: spazzatura, discariche, inceneritori (e il relativo costo di smaltimento in termini ambientali).
E internet ha raccolto molte di queste persone e le ha aiutate ad organizzarsi per fare in modo che l’incontro della domanda e dell’offerta sia più facile e veloce.

Da circa un anno è nata Barattopolis che conta a Roma circa 150 iscritti: tutte le persone che vi partecipano hanno questa sana abitudine: prima di buttare via le cose che non gli servono più chiedere agli altri se le vogliono. In regalo. Poi per caso proprio in questi giorni ho scoperto di un altro circuito simile (cui anche Barattopoli fa parte) che si chiama Freecycle. E’ un’ampia organizzazione mondiale di persone che preferiscono dar via i propri oggetti invece che buttarli e che non hanno alcun problema a riciclare gli oggetti degli altri, se questi sono utili e in buone condizioni.

L’obiettivo primario del freecycling è semplice: diminuire i rifiuti e i consumi, rimettere in circolo le merci, non acquistare cose nuove se si possono utilizzare oggetti già prodotti, non consumare, non inquinare, non contribuire alla folle corsa del consumismo.

Roma Freecycle esiste dal 2006 in Italia e dal 2003 nel resto del mondo. Conta solo a Roma più di 700 iscritti e fa parte del Freecycle Network, che raccoglie tutte le organizzazioni locali in giro per il mondo. Lo slogan di questa organizzazione composta da più di 4000 gruppi sparsi per il mondo con circa 4 milioni e mezzo di persone che vi partecipano è: “cambiamo il mondo, un regalo alla volta!”.
Non vi sembra meraviglioso?

il divano in regalo con il freecycling

Noi il nostro primo regalo lo abbiamo ricevuto: un divano vintage meraviglioso (il miglior regalo che potevamo fare ai nostri figli che ci giocano tutto il giorno trasformandolo in casetta dei 3 porcellini e in cuccia) . Sono andata a prenderlo in una lussuosa casa di prati a casa di un giovane signore distinto che mi ha detto che quel divano apparteneva a suo padre. (ed io me lo sono immaginato con gli occhiali sul naso, sotto una lampada a leggere mille libri).

divano1.jpg

divano2.jpg

E’ una poltrona consumata come può essere la poltrona di un anziano lettore, di un uomo che ha letto tanto. Questo oggetto mi è sembrato avesse una buona anima, e cosi me lo sono caricato in macchina (non ci stava) e me lo sono portato a casa a passo d’uomo sulla nostra opel con il portellone aperto dietro e le doppie frecce (stile trasporti eccezionali).Che soddisfazione, ora tocca a noi donare il nostro primo regalo!!!Leggendo in lista ho anche scoperto che esiste da pochissimo il “Libero Mercato di PiazzaVittorio”: prendi gratis quello che vuoi e dai gratis quello che vuoi. Un’iniziativa di un gruppo di persone che il sabato pomeriggio si incontrano, mettono in piazza le loro cose tra lo scompiglio e l’incredulità di molti che non possono crederci, e stanno a vedere quello che succede.
Perchè anche donare o ricevere un dono non è sempre facile…. a volte si è scambiati per pazzi, ma leggetevi il racconto del giorno 1 al mercato di piazza vittorio. E’ molto divertente clicca qui >> (sito esterno)

Leggi anche su viveresemplice:
Ti pago per riciclare, fallo però.

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