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Il tutor dell’apprendimento: a chi serve e perchè


Scritto il 15 gennaio 2021

tutor dell’apprendimento sono persone formate per aiutare bambini e ragazzi a gestire i disturbi dell’apprendimento come dislessia, disgrafia e disortografia (DSA). Anche gli studenti con ADHD e altri disturbi comportamentali come DOP (disturbo oppositivo provocatorio) possono tratte beneficio dal tutoraggio pomeridiano.

Chi sono i tutor didattici?

I tutor non sono necessariamente insegnanti, psicologi o educatori ma molto spesso si. Infatti per fare il tutor dell’apprendimento occorre avere una serie di competenze pedagogiche ed educative nonchè conoscere al meglio le materie scolastiche attraverso cui aiutare bambini e ragazzi.

Si perchè è attraverso i compiti che si lavora con lo studente e lo si aiuta ad organizzare il proprio lavoro, trovare un metodo di studio adatto alle sue necessità e stabilire routine e abitudini di studio, memorizzazione e organizzazione del lavoro che lo rendono autonomo e abile.

Il tutor è infatti una figura ponte che aiuta il bambino o ragazzo a relazionarsi con la scuola e gli insegnanti perchè lo sostiene nel delicato momento dei compiti a casa.

E’ un ruolo ben diverso dal prof. che viene a casa a fare ripetizioni. Assomiglia più ad un tutoraggio tra pari, dove vengono insegnante le dritte per cavarsela da soli o proposte modalità diverse per apprendere che siano più consone con i propri stili di apprendimento.

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Gli strumenti del tutor

Uno degli strumenti più comunemente usati, tra gli altri sono le mappe concettuali o mentali.

Per la creazione di mappe esistono software a pagamento e gratuiti come Cmap Tools, MindManager, Supermappe. Io con i miei ragazzi uso spesso Mindmup2, che crea mappe condivisibili e lavorabili a più mani anche da remoto e in tempo reale e che vengono salvate in cloud. Serve un account Gmail. Esiste la versione a pagamento ma anche quella gratuita funziona benissimo.

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Nelle mappe concettuali è possibile inserire solo testi, anche se per chi ha uno stile di apprendimento e una memoria più visiva e meno verbale è utile associare immagini alle etichette lessicali. Nelle mappe mentali invece è possibile inserire anche immagini. Il più comunemente usato è il gratuito Freemap,  l’ho scaricato qui per mac e per pc.

Su questo argomento c’è moltissimo da dire e non voglio entrare nei particolari, mi interessa illustrare i vantaggi di imparare a studiare facendo uso delle mappe.

L’uso di mappe concettuali favorisce:

• l’analisi del contenuto
• l’evidenziazione di parole chiave
• l’associazione con immagini
• la comprensione di causa ed effetti
• i nodi che collegano logicamente le informazioni
• la capacità di studio e memorizzazione
• la capacità di esposizione
• il lavoro cooperativo

Nelle situazioni di maggior difficoltà nella lettura è possibile far ricorso a lettori vocali (anch’essi a pagamento o free). Molte case editrici hanno predisposto negli ultimi anni la versione letta ad alta voce dei libri di testo. Basta andare sul sito delle case editrici ed informarsi. Nel caso di dislessia di grado severo è possibile iscriversi all’Associazione Italiana Dislessia e pagando 30 euro all’anno si può accedere al servizio LibroAid , richiedere e scaricare i propri libri di testo in versione liquida ovvero in pdf con il formato aperto per selezionare i testi, analizzarli e modificarli (e molto altro).

Cos’è la metacognizione e perchè è importante

La didattica metacognitica, particolarmente utile per gli studenti con dislessia, disgrafia e disortografia consiste nel riflettere sul proprio pensiero ovvero nell’acquisire  consapevolezza sulla propria attività di pensiero, sulla propria capacità cognitiva di regolare e influenzare tale attività”. (Brown, 1998). Essere a conoscenza del tipo di difficoltà che incontriamo ogni volta che ci cimentiamo con la lettura, scrittura o studio, ci aiuta a risolvere o almeno compensare le nostre fatiche, capendole prima di tutto.

La didattica metacognitiva (fatta ad ogni età con modalità diverse e adatte a quella specifica fase evolutiva) evita di scoraggiarsi e pensare che sia impossibile risolvere i problemi e migliora il nostro modo di :
▪affrontare le difficoltà
▪approcciare strategie di risoluzione di problemi
▪pianificare attività diverse alla ricerca di soluzioni

e allena:
• il senso di autoefficacia
• l’autostima
• lamotivazione

Didattica a distanza e giochi di apprendimento

In casi particolari e nella didattica a distanza per esempio si può lavorare sui problemi di:

  • attenzione e funzioni esecutive
  • memoria di lavoro
  • lettura e scrittura
  • linguaggio
  • prerequisiti per la letto-scrittura
  • afasia (incapacità di esprimersi mediante una particolare parola detta o scritta, quando hai le parole sulla punta della lingua per intenderci)

anche utilizzando risorse gratuite di qualità in rete come gli esercizi del Game center di Training cognitivo. In questo sito molto completo ci sono giochi ed esercizi interattivi a risposta immediata, pdf da stampare e molto altro.

Diventare tutor dell’apprendimento

Per diventare tutor dell’apprendimento sono disponibili vari corsi in tutta Italia. Non esiste ancora un albo ufficiale dei tutor ma occorre formarsi in maniera accurata per fare un buon lavoro. Io ho scelto il corso proposto dall’Associazione Manoxmano, tutoring e psicologia di Roma gestito da persone esperte, competenti e disponibili che dà inoltre la possibilità di entrare a far parte di un gruppo di lavoro in costante aggiornamento ed essere chiamati per tutoraggi assistiti, cominciando a farsi conoscere tra le persone del proprio quartiere.

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Sono stata molto soddisfatta della formazione che ho ricevuto che ha completato la mia formazione di insegnante e mi ha dato molte risorse da usare anche in classe con i miei alunni.
Ma soprattutto mi ha chiarito molto le idee su quali sono i reali bisogni degli studenti con difficoltà di apprendimento e quali strategie adottare per essere dei concreti sostegni alle loro necessità.

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Perchè tanti bambini hanno difficoltà con l’ortografia?

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Perchè tanti bambini hanno difficoltà con l’ortografia?


Scritto il 09 settembre 2020

 

Tanti bambini hanno difficoltà con l’ortografia.  Spesso si dice che le regole della scrittura vengano insegnate troppo in fretta o in maniera poco organica, oppure che sia colpa dei social e del fatto che si legge sempre meno. Sta di fatto che non possiamo far finta di niente. Gli errori di ortografia non passano da sè, come il raffreddore. Qualcosa bisognerà pur fare!

A cosa serve scrivere correttamente?

Alcuni bambini provocatoriamente chiedono perchè sia tanto importante scrivere in modo corretto. La risposta sarebbe più noiosa della domanda. Lo capiranno più avanti, inutile cercare di convincerli. Piuttosto meglio trovare un modo divertente per superare gli errori più comuni.
L’aumentata autostima che gli procurerà un bravo! bene! giusto! sarà sufficiente per fargli capire che scrivere correttamente nella propria lingua è una soddisfazione.

Errori di scrittura

L’ortografia è un vasto mondo. Gli errori di scrittura più prettamente ortografici riguardano le parole omofone e omografe (cuore-quore), le fusioni e separazioni illegali (ilcane – in insieme), l’uso dell h e la corretta sillabazione. Ci sono poi errori fonologici che riguardano lo scambio dei suoni (bambina-pampina) e inserzioni di lettere o sillabe nella parola. Le doppie sono considerate un problema fonetico. A seconda del tempo di difficoltà che ha il bambino è neccessario intervenire in modo diverso.

I tutor dell’apprendimento sono persone formate per aiutare i bambini a gestire queste e molte altre difficoltà.

Scuola pubblica e scuola steineriana. C’è differenza?

Dal mio punto di vista anche i bambini che frequentano le scuole steineriane hanno qualche difficoltà con l’ortografia, nonostante i programmi siano svolti con calma e con ritmi più rilassati.

Il fatto è che tanti bambini mantengono a lungo gli errori di ortografia. Perchè?

Dopo decenni di osservazione sui miei 3 figli ho capito che non vengono aiutati a vedere gli errori che fanno e questo, nella scuola steineriana, viene fatto in modo dichiarato.

Perchè i bambini continuano a fare errori d’ortografia?

Tanti anni fa nel post Essere diversi costa  dicevo che nella scuola steineriana i bambini  non ricevono correzioni quando fanno errori ortografici: si sostiene infatti che il tipo di errore che reiterano (per esempio le doppie, chi/ghi o cie/ce) dica qualcosa di importante sul bambino e sui suoi lati deboli che occorre rinforzare, curare e seguire con attenzione.

Il problema è che spesso a questa meravigliosa dichiarazione non seguano i dovuti rinforzi e la giusta attenzione (le teorie spesso sono molto belle ma la quotidianità di una scuola steineriana è complessa quanto quella di tutte le scuole, il tempo è poco e i bambini che presentano bisogni particolari sono sempre troppi).

Il risultato è che molti di loro arrivano alla fine della scuola media senza aver avuto modo di lavorare sui loro errori, capire quali sono e mettersi d’impegno per superarli.

Ecco perchè sono andata alla ricerca di prodotti educativi che potessero sostenere i bambini, attraverso il gioco individuale e che utilizzano una modalità ampiamente studiata che è quella dell’automotivazione.

Nonostante abbia sempre detto in queste pagine che considero il  gioco manuale e immaginativo (vedi articoli Nel gioco c’è il rispetto per la vita, Giocare quando piove) in assoluto l’ attività più adatta per sviluppare nel bambino competenze sociali, umane e relazionali devo ammettere che alcuni prodotti educativi digitali e non studiati per rispondere a esigenze particolari come quelle del recupero di ortografia sono utili e validi strumenti per aiutare il bambino.

ortografia, l'app per esercitarti a non fare più errori di ortografia

Recupero in ortografia

E’ un gioco didattico educativo a supporto del miglioramento e del recupero delle competenze ortografiche dei bambini. Può essere utilizzato sia da famiglie che da insegnanti, ciascuno dei quali può utilizzare funzionalità specifiche pensate per rendere più semplice e completo il percorso. La modalità di utilizzo può essere cambiata in qualsiasi momento.

Questo prodotto Erickson esiste in formato per LIM destinato agli insegnanti e in formato per mobile e desktop per le famiglie. Fornisce una serie di percorsi standard o personalizzabili a seconda dell’età del bambino o del ragazzo e dei suoi bisogni educativi ed è finalizzato al  recupero e potenziamento delle abilità ortografiche di tipo fonologico e non fonologico attraverso una sequenza di attività graduate per difficoltà crescente rappresentativa delle tipologie di errori comunemente riscontrabili nella scuola primaria e secondaria di primo grado.

Come funziona?

L’adulto può prevedere dei percorsi che il bambino segue e ad ogni step successivo guadagna un punteggio stile caccia al tesoro. Se il ragazzo va in prima o seconda media può essere lasciato libero di personalizzare il suo percorso a seconda dei suoi bisogni. L’aspetto ludico sarà comunque mantenuto perchè al completamento di ogni livello viene gratificato con punteggi, rinforzi e premi.

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Nella sezione accessibile ai genitori è incluso anche un glossario di parole che spesso vengono pronunciate dagli insegnanti quando i bambini hanno dei possibili disturbi di apprendimento, senza che sia ovvio o ben conosciuto il significato di quelle parole, come competenza grafo-motoria, competenza metafonologica, memoria fonologica a breve termine, ortografia trasparente

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Clicca qui per altre informazioni su libri, app e software Erickson per il recupero in ortografia

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dislessia e disturbi specifici di apprendimento

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Che cos’è la dislessia?


Scritto il 16 gennaio 2020

La dislessia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) che consiste nella mancata automatizzazione dell’abilità strumentale che permette al bambino di leggere. Come se dovesse riconoscere un grafema (per esempio ca e sa) come se lo vedesse per la prima volta e associarlo al concetto di casa.

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courtesy Rachel @noguidebook

Ogni volta quindi, il bambino indovina la parola andando per intuito (visto che ha un livello di intelligenza assolutamente nella norma ed è abituato ad arrangiarsi) oppure è una faticaccia, che non migliora con l’esercizio e non si risolve nel tempo.

Se si pensa che l’apprendimento è l’incremento dell’efficienza di un atto, in termini di velocità di esecuzione, precisione e minor impegno attentivo è chiaro che la capacità di mantenere gli standard di lettura acquisiti sia una delle funzioni più importanti.
Leggo piano e mi stanco, poi leggo un po’ in più e vado sempre più veloce stancandomi meno fino a che leggo con gioia e mi godo un bel romanzo. Quello si chiama incentivo.

Le persone che non hanno DSA godono quotidianamente di incentivi, perchè il loro impegno viene ripagato con l’automatizzazione delle funzioni. Leggo sempre meglio, posso studiare cose sempre più complesse e cosi via.

Per il dislessico la lettura che non si velocizza mai diventa un ostacolo enorme all’apprendimento ma non solo, è un gigantesco ostacolo per la sua autostima. Sarò stupido, pensa.

courtesy NeONBRAND @neonbrand

courtesy NeONBRAND
@neonbrand

Per fortuna oggi ci sono tanti modi modi ovviare a questa difficoltà, come la lettura prestata o i software di lettura vocale. E c’è anche la possibilità di farsi aiutare dal tutor dell’apprendimento, una figura specializzata nel sostegno a casa degli studenti con questi specifici bisogni educativi.

La grande barriera dell’ignoranza

Il bambino o il ragazzo con dislessia viene spesso visto in classe come qualcuno che gode di privilegi ingiustificati: le misure dispensative e gli strumenti compensativi. Perchè lui ha la calcolatrice durante il compito in classe o guarda le mappe durante l’interrogazione e noi no? – chiedono i compagni.

Questi equivoci nascono perchè non si conosce la legge. La legge 170 del 2010 e le successive linee guida 12 luglio 2011 permettono agli studenti con DSA di utilizzare alcuni particolari strumenti per sostenere la loro performance scolastica. Non come meno sforzo ma per dare pari opportunità a chi, per una neuro-diversità che non è una disabilità, ha difficoltà ad automatizzare alcune funzioni come la memoria.

Degli strumenti compensativi e delle misure dispensative parleremo più avanti, per ora guardate a pag. 82 di questo pdf per conoscerli nel dettaglio

Diversi tipi di disturbo del linguaggio

Le persone con Disturbo Specifico sono circa il 4% della popolazione scolastica. Si tratta di studenti che hanno una difficoltà con la lettura (dislessia) oppure nella scrittura (disortografia nel caso di chi reitera errori ortografici oppure disgrafia nel caso di cui ha una bassa qualità del tratto grafico per questioni di coordinazione motoria, visto che come sappiamo il gesto grafo-motorio è qualcosa di molto complesso) oppure può avere una difficoltà nel calcolo, in quel caso si tratta di discalculia.
Spesso i disturbi sono associati e allora si chiama disturbo misto.

La dislessia non è una disabilità

E’ importante sapere che il DSA non ha nulla a che vedere con il ritardo mentale, l’autismo e i disturbi psicopatologici come l’ADHD. Tanto meno sono collegati ai disturbi non specifici come la sordità o la cecità che sono di origine neuro-sensoriale. Neanche lo svantaggio socio-culturale ha la benchè minima relazione con i disturbi specifici di cui parliamo.

Il DSA non può essere attribuito a problemi psicologici o relazionali però può esserne la causa, proprio perchè viene spesso frainteso, sottostimato o stigmatizzato.

Da dove arriva la dislessia?

Sulle origini del disturbo, le terapie riabilitative, il tutoraggio didattico specializzato e il lavoro di informazione e sensibilizzazione da fare a scuola e in famiglia per aiutare bambini e ragazzi a superare il tabù della dislessia e degli altri DSA saranno pubblicati altri articoli prossimamente.

Come aiutarle i bambini con dislessia

Una delle modalità più avanzate e riconosciute come efficaci negli ultimi anni è lavorare con il movimento. Tutti i bambini imparano meglio muovendosi e associando la concentrazione al divertimento ma i bambini con disturbi dell’apprendimento sono sicuramente i primi a beneficiare di questa modalità che è giunta recentemente anche in Italia e prima di tutto nelle Marche.
Speriamo che imparare con il movimento sia un metodo che verrà adottato in tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado al più presto.

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