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foto di sabrina d'orsi per vivere semplice

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Che cos’è il minimalismo famigliare?


Scritto il 23 ottobre 2018

foto di sabrina d'orsi per vivere semplice

Nel 2009 ho scritto un post su questo blog che parlava di minimalismo, si intitolava IO NON COMPRO in cui spiegavo perchè smettere di comprare cose, oggetti, corsi, giocattoli e vestiti è una liberazione.

Il minimalismo fa sentire i membri di una famiglia più in contatto tra di loro, più vicini ai loro veri desideri, più reali.

Liberararsi dal giogo del consumismo compulsivo è la cosa migliore che potete fare per stare bene ed essere felici.

Non comprare è sexy

Il fatto è che quando scopri l’acqua calda vorresti che tutti lo sapessero e le prime persone a cui lo dici sono quelle che ami. Ma non tutti sono disposti a credere che non comprare sia cosi sexy, anzi all’inizio c’è da lottare un po’ con le convenzioni. Poi passa

Quando scopri che è vero

Quando scopri che non lo stai facendo solo per risparmiare, che non lo fai perchè hai la casa piccola e hai finito lo spazio per mettere tutto ciò che compri, ma che i motivi sono molto più validi e profondi, sono delle vere e proprie motivazioni allora cambia tutto.

Diventi un minimalista e ti accorgi che avere meno ti aiuta a sapere cosa ti serve davvero, quali sono le cose importanti di cui ti vuoi occupare.

Cosa voglio davvero

Una delle cose che voglio è più avventura, più esperienze, più scoperte, più situazioni in cui mi trovo fuori dalla mia area di confort e mi metto alla prova.

E questo lo voglio condividere il più possibile con la mia famiglia e i miei figli che essendo cresciuti hanno anche loro sempre più bisogno di avventura.

Una delle cose che voglio di meno è noia, apatia, quel senso di vuoto che subentra quando c’è troppo da fare o sono alla ricerca di qualcosa che non trovo, che mi porta a lamentarmi e a sentirmi in gabbia.

foto di sabrina d'orsi per vivere semplice

Minimalismo famigliare

Vivere Semplice il libro di Sabrina D'OrsiDi minimalismo famigliare parlo tanto nel mio libro, perchè ho scoperto che è una delle chiavi per costruire una relazione profonda con i figli, che non si limiti al mi compri questo oppure al se fai questo ti compro quello.

Magari pensate che non sia il caso vostro, ma il consumismo è un deterrente enorme nelle relazioni sociali, soprattutto quando ci sono molti soldi o ce ne sono pochi, cioè nei casi estremi.

Gli oggetti diventano merce di scambio di attenzione e alla fine di amore, mentre si dà per scontato che un genitore che non fa mancare nulla ai propri figli sia quello che compra.

 

Una sfida divertente

E cosa succede allora quando i genitori non comprano più? Che i figli si girano verso di loro e si chiedono cos’altro possono dare i genitori, oltre ai soldi. E’ li che si fa divertente.

E tu cos’hai da dare a tuo figlio: il tuo tempo? Le tue passioni? La tua attenzione? La tua creatività? Che cosa avanti….

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trovare il tempo di stare con le persone che amiamo

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Si può rallentare in un mondo sempre più veloce?


Scritto il 17 settembre 2018

Quando mettiamo il pilota automatico nelle nostre giornate, quasi sempre, pensiamo veloce, agiamo veloce, siamo come razzi! I nostri pensieri, sentimenti e azioni avvengono sotto questo incantesimo. Se spegniamo il pilota automatico allora possiamo rallentare e parlare. Pronti?

L’incantesimo della fretta

Perchè essere veloci ci fa sentire sempre più abili però stranamente anche sempre più stanchi?

Non vivere come se avessi paura di arrivare tardi il giorno del tuo funerale! Cosi esordisce Geir Berthelsen fondatore del World Istitute of Slowness: per lui la lentezza è la dimensione dimenticata del tempo ma anche la più importante perchè la più umana.

La lentezza è l’unica dimensione che l’intelligenza artificiale considererà un nonsenso e quindi non saprà riprodurre. Per fabbricare l’immaginazione, la creatività, la motivazione ci vuole una pozione magica complessa e irriproducibile dalle macchine. Quella di cui parliamo qui.

E allora perchè corriamo?

Corriamo perchè i nostri neuroni a specchio si sintonizzano con il sentire comune, corriamo perchè tutti corrono. E corriamo per non sentire.

A differenza del tempo cronologico, la lentezza è non lineare, la lentezza non è neanche il qui e ora, ma è un tempo che funziona per te, un tempo straordinario.

E’ quindi una condizione precaria, instabile per natura. E come ogni posizione precaria è più difficile mantenerla in lentezza, meglio correre.

Il paradosso della lentezza

Ma per assurdo la lentezza riguarda l’equilibrio, la possibilità di ripensarci su, di riprovarci, di avere il tempo per farlo.

Ascoltando le interviste a Geir Berthelsen ho avuto la sensazione che il coraggio di rallentare sia lo stesso coraggio che ha una persona che legge il mio libro e decide di mettere le mani in pasta nel marchingegno famigliare, che sembra sempre cosi ingessato e provare a farlo funzionare meglio.

Vivere semplice - Lentezza

La routine blindata della famiglia

Pare che nella routine della famiglia ci siano orari blindati, discorsi prevedibili, impegni irrinunciabili e questo ci fa sentire sempre meno in contatto con i nostri famigliari e sempre più in balia di rapporti standardizzati, che ci annoiano e non ci restituiscono la gioia di vivere di cui abbiamo bisogno per stare bene.

La velocità è nostra nemica in questo processo perchè non ci permette di fermarci un attimo a guardare cosa c’è, cosa si può migliorare, cosa ha bisogno di cura e manutenzione, nella nostra vita, in noi stessi, nelle nostre relazioni più importanti.

Siamo stati programmati per pensare che veloce sia bene, efficace e lento sia male: negligenza, incapacità. Ma correre ratti nella ruota non fa bene nè alla nostra salute nè all’autostima. Anzi ci fa sentire sempre più indietro e fuori fase rispetto agli obiettivi (folli) che ci diamo.

L’illusione del tempo che non basta mai

Perchè come dice Einstein l’unico motivo per cui abbiamo inventato il tempo era perchè non sapevamo gestire troppe cose contemporaneamente senza collocare ogni singola esperienza nel passato, nel presente e nel futuro.

In realtà l’obiettivo che dovremmo darci è lavorare meglio, vivere meglio, non più velocemente o più intensamente altrimenti rischiamo di girare in tondo e di non arrivare mai alle soluzioni che cerchiamo.

kairos3

Gli antichi greci oltre al tempo in χρονος (chronos) avevano anche un’altra espressione che meglio identificavano ciò di cui parliamo: kairos – un tempo nel mezzo, un periodo di tempo indeterminato nel quale “qualcosa” di speciale accade, che aveva invece una natura qualitativa.

Io amo chiamarlo il buon tempo che trascorriamo quando stiamo bene, siamo efficaci ma non siamo consumati dall’ansia di portare a termine qualcosa. Quando siamo al posto giusto nel momento giusto, ci sentiamo capiti e riusciamo a capire gli altri.

In realtà non si tratta quindi di frenare per rallentare il tempo lineare e cronologico, cosa che ho sempre trovato maledettamente difficile da fare, ma di creare il più possibile momenti dove rivalutare la dimensione dimenticata del tempo: quella del benessere.

Si tratta di una condizione molto lontana dalla gratificazione istantanea procurata dall’essere perennemente connessi ma è qualcosa che possiamo fare solo nelle relazioni reali, nel mondo reale, con persone vere che possono restituirci feedback

Per approfondire sul tempo e sulla lentezza

Non ho tempo per ..
Avere fretta è il nuovo fenomeno di costume, una moda. Se hai fretta vuol dire che hai un lavoro, quindi poco tempo, quindi vali qualcosa. Sicuri che sia cosi?

Meno è meglio: come fare niente senza perdere tempo
Se togli qualcosa non rimane il vuoto, si crea uno spazio inedito da riempire con altro. Ho imparato a togliere aspettative e a vedere quello che c’è, nella giornata, nei figli, in me stessa. E mi stupisco di come ho fatto a non pensarci prima. Ecco tutte le dritte per provarci, subito.

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