Tutti i tag | "prendersi cura"

Tags: , , , , , , ,

Cosa serve per avere una buona relazione con i figli?


Scritto il 18 maggio 2016

Fabio Alessandri è un maestro e un formatore di insegnanti nell’ambito della pedagogia steineriana ma prima di tutto è un amico ha saputo stare vicino alla nostra famiglia e darci consigli che in questi anni si sono rivelati utilissimi e preziosi per fare i genitori.
Ecco secondo lui cosa serve per stabilire una relazione di cura con i bambini.

Le nostre priorità

Il tempo che dedichiamo alle cose ci parla delle nostre priorità. Facciamo un esempio: se dobbiamo cucinare per qualcuno sappiamo che dobbiamo prepararci per tempo.
Cominciamo col pensare cosa cucineremo, andiamo a fare la spesa, la portiamo a casa e iniziamo il lavoro. Quando è pronto apparecchiamo e solo a questo punto possiamo far sedere a tavola la persona per cui abbiamo tanto lavorato. Alla fine del pasto riordiniamo, laviamo tutto quanto abbiamo utilizzato. Questo mostra che il tempo che dedichiamo alla preparazione di un buon pasto è infinitamente maggiore di quello che passiamo a tavola con le persone per cui abbiamo cucinato.

Quando abbiamo delle difficoltà con i nostri bambini però non mettiamo a frutto l’esperienza che abbiamo maturato in cucina. Ci facciamo un sacco di domande per cercare di spiegarci i loro comportamenti «indesiderabili» e non ci accorgiamo che il tempo dedicato alla preparazione di quanto offriamo ai bambini è del tutto insufficiente. Crediamo che l’educazione si giochi nel momento in cui stiamo con loro e non ci accorgiamo che – proprio come quando facciamo da mangiare – dobbiamo lavorare prima e dopo il momento in cui stiamo con loro e sapere esattamente cosa preparare e come.

Trascurare ciò che conta davvero

A che si deve questa trascuratezza nella preparazione dell’incontro con i propri figli? Probabilmente dipende dal fatto che siamo abituati a nutrire il corpo, ma non l’anima che lo abita. L’esistenza di quest’ultima, nella nostra cultura, è quanto mai dubbia e perciò non ci si occupa del suo nutrimento. Così l’anima, invece di crescere e svilupparsi, intristisce e deperisce.

Se però ci siamo accorti che l’anima esiste e per poter crescere sana e forte ha bisogno di essere nutrita tanto quanto il corpo, dobbiamo trovare il tempo per prepararci adeguatamente a saziare l’anima dei nostri figli. Bastano anche solo cinque minuti al giorno. Cosa fare in quel breve tempo?

Fare chiarezza

Tanto per cominciare bisogna esercitare lo sguardo retrospettivo su quanto abbiamo fatto. Dobbiamo riuscire a ricordare con precisione gli eventi vissuti senza giudicare, criticare o interpretare i comportamenti nostri e degli altri. Si può procedere scegliendo un episodio particolare della nostra vita con i bambini nel quale è sorta una qualsiasi difficoltà e ricostruire con la memoria i fatti, dipingendo la scena come se guardassimo un film o uno spettacolo di teatro, cercando di ricordare il maggior numero di particolari possibile. Ci si può allora accorgere di come il nostro pensiero tenda ad allontanarsi dai fatti per commentare, giudicare, criticare o interpretare quanto abbiamo vissuto.

Osservare i pensieri e gli stati d’animo

L’osservazione interiore perciò deve svolgersi su due piani paralleli, da un lato dirigendosi al ricordo di quello che è successo, dall’altro ai pensieri e ai sentimenti sorti in noi in quell’occasione. E dobbiamo imparare a guardare ai nostri sentimenti e ai nostri pensieri con lo stesso distacco con cui guardiamo agli altri. In questo modo creiamo in noi uno spazio interiore all’interno del quale possono sorgere nuove idee riguardo al nostro modo di comportarci con i bambini.

Il processo può essere condotto gradino dopo gradino, passando dal ricordo dei fatti al ricordo degli stati d’animo e infine dei pensieri formulati – più o meno consapevolmente – nella circostanza considerata. Se ricordarsi esattamente i fatti nei particolari non è semplice, ancora più difficile è accorgersi dei pensieri che accompagnavano la nostra azione. Gli stati d’animo invece sono quelli che ricordiamo con più facilità.

Con l’esercizio si può a poco a poco riuscire a far tacere il pensiero intellettuale in noi, che vuole sempre giudicare le azioni, valutarle, interpretarle, spiegarle. Quando riusciamo finalmente a far tacere l’intelletto siamo pronti a ricevere qualche nuova intuizione.

L’intuizione

Si tratta allora di immaginare con fantasia che cosa avremmo potuto dire e fare di completamente nuovo per noi nella situazione che stiamo ricordando. Non dobbiamo prescriverci un qualsiasi comportamento futuro, ma solo inventarci un diverso intervento da collocare nel passato, al posto di quello che abbiamo tentato senza successo. Così facendo rafforziamo la nostra fantasia e ci predisponiamo ad avere idee nuove al momento giusto.

La pratica qui brevemente descritta porta i suoi frutti se coltivata in modo ritmico e costante e costituisce una buona educazione ad una migliore percezione dei bisogni dell’altro. Se giustamente intesa ed esercitata può mostrare la sua forza anche dopo poco tempo, ma solo una disciplina più lunga potrà creare in noi abitudine e capacità, così come avviene in cucina: si può preparare un singolo pasto con buoni risultati, ma ciò non significa essere capaci di farlo tutti i giorni.

Commenti (0)

Tags: , ,

La crescita interiore del bambino


Scritto il 07 giugno 2007

I bambini hanno bisogno di un lento e graduale svezzamento e di una sana dieta alimentare per sviluppare un sistema digerente forte e sano.

Ma della vita e della crescita dei sentimenti del bambino, della sua emotività, del modo in cui percepisce il bello, il vero e il giusto del mondo nessuno sembra curarsi.

Educazione sentimentale

Come se una corretta educazione dei sentimenti non fosse necessaria e fosse considerata assolutamente un “in più”.

Forse perchè non è chiaro che in questo ambito ricadono questioni importanti come la volontà, la ricerca della verità, l’armonia, la gioia di vivere e il profondo legame che ci lega agli altri esseri (ciò che viene chiamato il simposio umano), la saggezza, il perdono, il riconoscimento dei propri limiti, il coraggio, la fiducia in se stessi e negli altri, ecc…

Questi sono ancora i valori trainanti della società? Alla giustizia si sta progressivamente sostituendo la furbizia mentre i bambini con animo gentile, buone maniere e sincera generosità vengono spesso derisi…

Coltivare la spontaneità
la crescita di un bambino

Il bambino è l’essere spontaneo per eccellenza: la sua scintilla vitale lo porta ad essere sempre qui e ora esattamente per ciò che è . Senza veli, maschere e costruzioni. Questo lo rende un essere eccezionale e raro.

L’impulso alla vita, alla voglia di scoprire il mondo (la sua libertà) non dovrebbero essere mai intralciati e ostacolati dalla paura dei genitori ansiosi e convinti di sapere ciò che e’ bene e male per i propri figli.

La spontanietà è una dote che dimostra come il bambino sa essere accordato con ciò che c’è di vero e di giusto nel mondo.

Cosa sono capaci di fare i bambini

I bambini sono capaci di ridere senza un motivo, senza un obiettivo ma solo perchè sono sintonizzati sulla gioia per la vita in se e per il fatto che loro ne stanno godendo a piene mani. fino a quando gli adulti sono distratti, stornati dalla loro realtà interiore, e presi dalle mille beghe della quotidianità questo senso profondo di gioia di vivere è qualcosa che non possono percepire.

Il senso del divino

Gli adulti credono di sapere più dei loro figli. fanno della loro esperienza una bandiera. ma non ci si può accostare alla profonda realtà della vita con il cervello e il ragionamento umano, occorre avere l’umiltà di far parlare anche il cuore, la coscienza e l’intuito. parti del nostro essere che ci siamo allenati poco ad utilizzare. perchè ce lo hanno impedito omettendo preziose informazioni su chi siamo veramente (cosa che tendiamo a riproporre ai nostri figli)

Chi si accosta ad un bambino nel ruolo di genitore o insegnante dovrebbe secondo noi provare lo stupore silenzioso, il profondo sentore del mistero e della sacralità dell’esistenza. il senso del divino

Allora il lato misterioso della vita ci si manifesterà davanti e sapremo quante cose possiamo imparare dai bambini, perchè loro conservano una purezza e un contatto con il divino che noi abbiamo perso da molto tempo.

Il divino non e’ qualcosa di eterico/eccentrico/evanescente. il divino è la scintilla di vita che ha dato origine a tutto, il divino è ciò che la scienza non sa e non può spiegare perchè non si vede, non è misurabile.
Ma ogni genitore sa di cosa parlo e ogni adulto sa come chiamarlo o ha deciso per convenzione di chiamarlo in un certo modo (dio, divino, aldilà, destino, fatalità, caso, cielo) l’importante è che non facciate finta che non sia niente.

Imparare a sintonizzarsi

La caratteristica essenziale che rende noi adulti cosi diversi dai bambini è il rapporto con il tempo. anche quando non abbiamo i minuti contati e siamo apparentemente tranquilli la nostra vita è temporizzata, scandita a momenti che non posso prolungarsi più di tanto senza un motivo preciso. Per esempio è impensabile impiegare 20 minuti per lavarsi le mani o 10 minuti per mettersi le calze o 15 minuti per sciogliere la trama di una matassa.

I bambini al contrario vivono ogni minuti della loro vita con la stessa qualità e presenza, e danno valore ad ogni istante del loro fare perchè sono nel qui e ora, e non stanno gia pensando ora a quello che faranno tra 2 minuti.

Una volta capito questo si da l’avvio ad una avvincente sfida con se stessi per imparare uno stile di vita che oltre a portarci a capire meglio i nostri figli e a stare meglio con loro ci conduce ineluttabilmente a scoprire le gioie della vita fino ad allora oscurate dalle meschine lotte quotidiane della nostra sopravvivenza spicciola.

Ascolta cosa ci dice il corpo

Crescita interiore vuol dire anche imparare a confrontarsi con le difficoltà, con la malattia e il cosiddetto “caso” con una certa consapevolezza e fermezza d’animo.

Non essere travolti dagli eventi ma sapere ascoltare ciò che gli eventi ci dicono attraverso la reazione del nostro corpo. Quando ci ammaliamo tendiamo a voler risolvere tutto e subito, stroncare il problema, eliminare la malattia nel minor tempo possibile, senza renderci conto che stiamo di nuovo operando in modo ingenuo senza tener conto della complessità che lega gli eventi.

Malattia e destino è un libro che consiglio a tutte le persone che hanno l’ambizione di acquisire maggiore consapevolezza, è un libro che solidi elementi per considerare nuovi punti di vista. leggi qui la mia recensione >>

Comments (2)