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Come rendere l’esame di terza media un’opportunità di vita


Scritto il 04 dicembre 2021

Insegno storia ai ragazzi delle medie e per la prima volta affronterò insieme a loro l’esame di terza media. La prima scelta che dobbiamo fare insieme è: tesina si o tesina no. Voi che ne pensate?

Sulla questione esame sottoscrivo quello che dice il prof. Enrico Galliano. Ascoltatelo!

Il tema è: Come si insegna a giocare la palla ad un ragazzo, una volta che gliel’hai passata?

Cosa vuol dire studiare la storia?

Le parole che voglio sappiano maneggiare sono globalizzazione, capitalismo, organizzazione del lavoro, lotta per i diritti umani piuttosto che ancien regime e belle epoque. Ecco le competenze che i ragazzi che escono dalle medie devono avere:

  • poche ma solide competenze sulla storia sociale ed economica del mondo
  • conoscenza sulla rete che tiene insieme i vari campi del sapere (collegare le materie no?)
  • sapere che la storia è fatta di conflitti tra innovazione tecnica, responsabilità nei confronti del pianeta e che la civiltà in evoluzione ha una forte influenza sull’uomo e sul suo benessere
  • fare ragionamenti sul rapporto degli uomini con il tempo e con lo spazio grazie alle scoperte e allo sviluppo.

C’è sempre più la necessità pedagogica di una sintesi dei contenuti a favore di singoli esempi (come cambiano i trasporti, quali sono le materie prime che hanno dato vita alla corsa all’imperialismo, ecc)

I ragazzi si perdono nei dettagli e non colgono la forma della storia.

Cambiare il modo di stare in classe

In terza media i ragazzi devono essere in grado di lavorare in gruppo (ma se non abbiamo iniziato negli anni precedenti non sarà facile).

Devono saper analizzare le fonti (cioè scovarle come in una caccia al tesoro e usarle per qualche scopo).
Scorrere wikipedia e copiare a caso per far contenta la prof è triste e inutile.

Si tratta di sviluppare la responsabilità del singolo, valutare in che ruolo ognuno dei membri del gruppo può dare il suo contributo. E questo senza l’aiuto di un adulto!

Aiutarli a trovare l’ispirazione…

Scoprire le biografie di inventori ed innovatori, conoscere le storie imprenditoriali di chi si è affermato con l’iniziativa e l’acume.

Mostrare che nascono nuove idee là dove l’agire è guidato da aspirazioni e ostacoli da superare.

Ecco perchè l’esame di terza media (e anche la maturità) non possono essere momenti in cui viene ripetuta una lezioncina a memoria o quasi ma un confronto con le idee vere del ragazzo, se siamo stati capaci di insegnar loro a pensare.

Meglio un confronto vero (magari a livello elementare) che una finta bella figura. E se i ragazzi vengono preparati fin da subito ad affrontare un esame vero saranno i primi ad attivarsi per non farla quella benedetta brutta figura. Perchè a nessuno piace farle.

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Compito pedagogico e contenuti nel piano studi della scuola Waldorf 2. Piano di studi verticale dalla I alla XII classe Materie Umanistiche di Tobias Richter e AA VV W Scuola edizioni

Questo libro è una fonte di ispirazione eccezionale per tutti coloro che sono alla ricerca di fonti di ispirazione per le scelte didattiche.

Tali decisioni, mai come ora,  hanno bisogno di essere coraggiose e pregne di senso per suscitare interesse e curiosità negli alunni.

Il coraggio degli insegnanti

E tu che porterai i tuoi ragazzi all’esame di terza media, te la senti di lanciargli una palla e lasciarli giocare con ciò che hanno imparato, per mettere insieme un ragionamento senza averlo preparato? Qui siamo noi docenti a giocare: ci fidiamo di come abbiamo insegnato? Ci fidiamo di loro? Siamo riusciti a suscitare interesse? E siamo disposti a perdere davanti ai colleghi?

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imparare in movimento

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Imparare in movimento


Scritto il 03 maggio 2020

imparare in movimento

Il tema dell’imparare in movimento mi ha sempre affascinato. Sia perchè studio da oltre 15 anni le pedagogie attive e non convenzionali che cercano di rendere l’imparare sempre più accattivante e adatto ai nuovi bambini di oggi sia per via della mia recente formazione come tutor specializzato per i disturbi dell’apprendimento dove il movimento è una chiave significativa.

Mi sto formando in ambito extralesson (approccio steineriano ai Bisogni Educativi Speciali) e ho conosciuto chi ha portato in Italia la Scuola in Movimento, un progetto che arriva dalla Svizzera e sta portando anche qui un nuovo modo di fare scuola.

Imparare ovunque il movimento

Un progetto mai come ora attuale, visto che a causa del Coronavirus avremo sempre più la necessità di fare attività anche didattica all’aperto e quindi usare al meglio spazi che fino a ieri erano relegati alle attività ludiche e ricreative.

Ne ho parlato anche nel mio progetto pilota fare scuola che prevede la possibilità di attivare dei piccoli gruppi di bambini dalla scuola dell’infanzia fino al primo anno di secondaria di I grado in natura, nei grandi parchi cittadini e nei cortili delle scuole.

Imparare in movimento

L’attività fisica è uno dei motori dell’apprendimento perché il movimento consente al bambino o al ragazzo di affrontare la materia di studio attraverso l’utilizzo contemporaneo di più canali sensoriali in grado di favorire la memorizzazione e dunque di aiutare la fissazione delle conoscenze.

Imparare diventa più facile se….

I benefici di imparare in movimento vanno ben oltre il semplice incremento dell’irrorazione sanguigna e riguarda come la stimolazione dell’attenzione e della concentrazione e la possibilità di rendere l’apprendimento più piacevole e favorire un clima meno competitivo in classe.

Ad esempio… le competenze linguistiche

Si possono imparare in movimento tutte le materie curricolari, per esempio è possibile sperimentare esercizi per l’acquisizione delle forme grammaticali o delle parti del discorso attraverso esercizi che permettano una prima elementare categorizzazione delle azioni (verbi) differenziandole dagli oggetti (nomi) e le loro qualità (aggettivi qualificativi) e abbinando ciascuna categoria grammaticale a un movimento.

movimento in classe

Entriamo più nel dettaglio: Facendo il gioco a squadre, un membro delle due squadre pesca contemporaneamente un biglietto ciascuno, ne individua la categoria e corre a riporlo nella scatola della categoria corretta, verificando di volta in volta la soluzione.

L’esercizio è risultato motivante sia quando la gara era svolta con che senza assegnazione del punteggio; questo dimostra che il movimento associato al gioco e non necessariamente alla competizione, costituisce uno stimolo efficace per bambini e ragazzi.

Imparare in movimento le abilità di lettura 

L’auto-dettato da passeggio è un esercizio che consiste nel raggiungere, correndo o camminando, il foglio appesa contro la parete, sollevarlo, leggere attentamente la frase riportata sul foglio sottostante, cercare di memorizzarla e tornare al proprio banco per scrivere su un quaderno. Si tratta di memorizzare la frase, scriverla cercando di ricordarsi correttamente l’ortografia e la sequenza delle parole muovendosi continuamente tra i fogli appesi e il proprio banco. L’esercizio termina con il completamento della scrittura del testo sul quaderno. Se è necessario rendere l’esercizio più stimolante, al termine della scrittura dell’intero testo l’insegnante può assegnare un punteggio per la precisione o per la velocità dell’esecuzione.

La lettura come sfida: mantenere l’equilibrio

Un esercizio che stimola la concentrazione necessaria alla lettura e abitua a leggere mantenendola, è quello che unisce la lettura di un testo al mantenimento dell’equilibrio.
Bambini e ragazzi possono cimentarsi in testi brevi o di media lunghezza rimanendo in equilibrio su un piede solo o cambiando il piede d’appoggio in punti stabiliti, oppure hanno eseguito la lettura mantenendo una pallina morbida o un quaderno in equilibrio sulla testa.

Parole sconosciute

Per imparare a scrivere parole difficili o sconosciute, o parole sulle quali vengono reiterati errori di ortografia si può procedere in questo modo. Durante la lettura viene chiesto al bambino di individuare il  vocabolo ignoto, isolandolo dal testo, ma anche di memorizzarne il suono e la forma scritta, per essere poi in grado di trascriverlo alla lavagna. Oltre all’individuazione del vocabolo, dunque, l’esercizio stimola la sua memorizzazione associata al significato, che sarà fornito dall’insegnante.

Favorire la concentrazione: muovere dita e mani 

L’esercizio consiste nell’alzare il pollice destro mentre il sinistro rimane chiuso nel pugno e successivamente chiudere nel pugno il destro mentre il pollice sinistro si alza. Questo come molte altre varianti dell’esercizio aiutano a sviluppare l’abilità di compiere i movimenti alternati sempre più velocemente senza commettere errori. Coordinazione manuale, attenzione, concentrazione sono sono alcune delle competenze che si acquisiscono giocando, anche sul posto, anche solo per pochi minuti.

Stimolare l’attenzione: muovere braccia e gambe 

Afferrare l’orecchio destro con la mano sinistra e il naso con la mano destra, invertire il compito delle mani e proseguire cercando di ripetere l’alternanza dei movimenti con velocità crescente mostrano come l’integrazione di un semplice movimento con un compito completamente tradizionale, come per esempio la scrittura di un vocabolo alla lavagna dopo avere corso per raggiungerla, possa cambiare del tutto la percezione del ragazzo, rendendo desiderabile un’attività verso la quale in precedenza mostrava insofferenza

Queste sono solo alcune delle riflessioni tratte dal testo La tecnica dell’apprendimento in movimento per l’insegnamento dell’italiano L2 a bambini. Uno studio di caso di Debora Bellinzani. Uno studio che nasce dalla sperimentazione della tecnica dell’apprendimento in movimento nel contesto della scuola pubblica di qualsiasi grado da parte della Confederazione Elvetica che, attraverso l’Ufficio Federale dello Sport (UFSPO) sfociato in Italia nel progetto Scuola in Movimento.

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Tablet delle regole d'italiano

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A cosa serve la grammatica?


Scritto il 02 settembre 2019

Alcuni dei miei figli sono andati alla scuola steineriana, altri no. Alcuni dei miei figli sono lettori forti scrivono canzoni, altri craccano videogame per giocarci gratis.

Vivere semplice tutti i diritti riservati - foto di Sabrina D'Orsi

Nell’ordine abbiamo:

  • un 9enne che fa giochi di logica in continuazione
  • un 17enne in quarto Liceo Scientifico che in questi giorni di settembre benedice di essere stato promosso a giugno, mentre i compagni si arrovellano sugli esami di riparazione.
  • un 15enne che inizia il Liceo Scientifico quest’anno.

Tutti orientati scientificamente insomma: per una mamma scrittrice e aspirante prof d’italiano come me rimane il timore che non si appassioneranno e non usaranno mai la lingua madre in modo appropriato e competente.

A cosa mi serve la grammatica?

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Ognuno di loro ha avuto ed ha insegnanti d’italiano più o meno capaci sta di fatto che le regole non piacciono a nessuno. Le regole di grammatica poi fanno venire la varicella anche a chi è vaccinato!

Per i ragazzi che sono andati alla scuola steineriana le regole di grammatica sono un mondo sconosciuto, per gli altri un argomento da evitare.

Ed io mi arrovello: come si può far amare ai ragazzi la propria lingua madre?

La lingua serve per esprimere i pensieri

L’obiettivo della grammatica, secondo me, non è sapere la coordinazione per asindeto o polisindeto ma avere strumenti per pensare in modo coordinato e complesso e quindi poter formulare frasi che rappresentino tale complessità.
Il pensiero ha bisogno della parola, anzi della frase, per esprimersi in modo appropriato.

Se avrò una prima media…

Con i miei figli devo assicurarmi di fare solo la madre, ma quando avrò una prima media userò a piene mani un volume che ho scovato in libreria.

E’ il Tablet delle regole d’italiano, Erickson Editore, un volume rilegato a spirale, di facile consultazione, che raccoglie le principali regole di grammatica, parti del discorso e tipologie di analisi (grammaticale, logica e del periodo) ovvero tutto il programma d’italiano delle medie in formato compatto, strumentale e snello. Direi incoraggiante!

Mi sbarazzerò di volumi utili quanto sacchi di patate come il “In forma semplice e chiara” di Marcello Sensini, Mondadori ed, più di 700 pagine per un libro di grammatica per le medie che richiede una carriola per trasportarlo e una laurea in ergonomia per capire come è strutturato e come funziona. E che contiene una parte di contenuti digitali interattivi utili quanto una martellata in testa.

Certo un libro vero e proprio di grammatica ci vuole a scuola e il Tablet delle Regole d’Italiano potrebbe essere un sunto troppo sintetico. Ma credete davvero che un libro di 700 pagine invoglino dei ragazzi di 12 anni a cimentarsi con la propria lingua madre?

Ci credo che poi preferiscono andare su weschool, senza nulla togliere a questo ottimo progetto di condivisione dei saperi.

 Tablet delle regole d'italiano

Cosa ci fai con un tablet di carta

Si, prenderei il Tablet delle regole d’italiano e mi sbizzarrirei ad inventare un sacco di giochi per mostrare ai ragazzi che saper parlare e scrivere bene è un’ambizione possibile per tutti.

Non perchè sono una giovane insegnante con il pallino per la tecnologia, ma solo perchè conosco i ragazzi e so che occorre prenderli la dove sono, nel loro ambiente naturale fatto di sfide, innovazione e voglia di imparare contenuti utilizzabili davvero. Non solo teoria.

Sui tempi e i modi dei verbi si possono fare staffette, giochi di salto con la corda e mille altre attività in gruppo, con finalità ludico-grammatico-motoria.

Sugli articoli determinativi, indeterminativi e partitivi si possono fare delle cacce al tesoro, per trovare quelli giusti (l’italiano è pieno di eccezioni), oppure sui nomi astratti e concreti delle gare di velocità a squadra, (una squadra dice “braccio” per indicare una parte del corpo percepibile con i sensi e l’altra squadra deve indicare qualcosa di non fisico sempre relativo al corpo >> “forza”)

Accendete i vostri smartphone!

Se venissero a chiedermi perchè questo libro si chiama tablet li stupirei dicendo loro: accendete i vostri smartphone. Inizia la gara di grammatica.

Kahoot.it e Menti.it sono app pensate per interagire online direttamente attraverso gli smartphone dei vostri alunni. Con il libro di carta ripassi, con la app ti metti alla prova

Registratevi su Kahoot.com e provate questa sfida d’italiano, o questa gara di grammatica da fare in classe usando la LIM oppure da dare come compito per gara.

Non ho cambiato idea

Per chi mi legge da anni, sappiate che non ho cambiato idea. Penso ancora che la tecnologia sia da tenere fuori dalla portata dei bambini piccoli (soprattutto quella che si spaccia per educativa)e da maneggiare con cura.

Non possiamo far finta di niente

Però non possiamo far finta di niente di fronte agli adolescenti che chiedono di imparare a modo loro.

Mostrare loro che conosciamo e sappiamo usare i mezzi che usano loro significa conquistarsi la loro fiducia, dargli modo di guardarci in faccia senza pregiudizi e aprirsi al nostro modo di insegnare.

Di cosa abbiamo bisogno se non della loro attenzione?

 

 

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Essere diversi costa….


Scritto il 17 dicembre 2010

Non so se lo avete percepito nei miei post un po’ criptici a volte.  Ma ho l’ansia, perchè mio figlio in terza ancora legge male scrive male e fa male un po’ tutto. Male? Cosa vuol dire male? Male per chi? In base a quale standard?

Beh, il bene e il male esistono. Non sono mica soggettivi. Se ti dico che scrive come il cardiologo settantenne (citazione) e non azzecca neanche una doppia, possiamo mica dire che scrive bene giusto?

Quando scegli la scuola steineriana….

Il fatto è che quando mandi i tuoi figli in una scuola steineriana quelli investono un sacco di ore in incredibili attività che neanche ti immagini e imparano altro da ciò che ti aspetti, mentre sulle cose di base ovvie scontate tipo il leggere e lo scrivere rimangono un po’ indietro.

Rimangono indietro anche perchè (questo me lo diceva la maestra) non vengono corretti appositamente perchè il tipo di errore che reiterano (per esempio nel nostro caso le doppie) dice qualcosa di importante sul bambino e sui suoi lati deboli, che occorre rinforzare, curare e seguire con attenzione. acquadolce

Ho riflettuto molto su quanto è faticoso scegliere un’educazione alternativa ed essere esposti al pubblico ludibrio.

Le priorità della scuola e della società

Abbiamo amici che ridono di noi (forse dovrei interrogarmi su che tipo di amicizia è mai questa…) e altri che osservano e tacciono, rincuorati dal fatto che i loro figli più piccoli scrivono e leggono già correntemente come se questa fosse l’unica cosa importante che devono fare dei bambini in età scolare.

Il valore di seguire il proprio istinto

Poi ho conosciuto una pedagoga non della scuola steineriana ma che apprezza il metodo,  che mi ha fatto notare una serie incredibile di capacità che i nostri figli stanno acquisendo e ho pensato che dovrei smetterla di sforzarmi di pensare come tutti gli altri e cominciare a ragionare con il mio cervello.

Ho trovato conforto, sostegno e calore, sorriso e condivisione d’intenti in questo libro bellissimo e semplice che vi suggerisco: si intitola Acqua dolce, e in realtà è un libro per bambini non per adulti scritto da Andrea Bouchard maestro elementare.  Io l’ho letto a 4occhi con mio figlio,  abbiamo letto 3 pagine per uno, ad alta voce, la sera prima di andare a letto… e la lettura migliora sta migliorando migliorerà che follia affannarsi per questo…

Sentirsi diversi dagli altri è faticoso

Il piccolo libro con una carta, una grafica e un’illustrazione accurata, parla di una famiglia diversa in cui i genitori all’inizio annaspano nei dubbi e nella paura di non essere adeguati alla creatura che hanno avuto mentre in seguito trovano insieme la loro strada, fatta di ascolto, di mediazione, di osservazione. Non è un libro sulla diversità nel senso della disabilità  o dell’handicap perchè non occorre essere diversamente abili per sentirsi diversi dagli altri.

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