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Come la meditazione agisce sul nostro cervello

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Come la meditazione agisce sul nostro cervello


Scritto il 29 aprile 2018

C’è un’espressione che si usa comunemente per indicare quando siamo troppo su di giri,  dobbiamo calmarci un po’, smettere di reagire continuamente: è darsi una regolata.

Oggi ho capito perchè. Sono stata ad un convegno in cui un neuroscienziato spiegava le basi neurologiche della meditazione zen spiegando perchè la meditazione procura benessere.

Perchè la meditazione fa stare bene?

Qualsiasi tipo di meditazione se praticata con costanza  ha proprietà di regolazione emotiva, di sviluppo di stati mentali di empatia e di compassione. Si tratta di proprietà deattivanti  del sistema di risposta agli stimoli.

La meditazione non ci fa diventare calmi e centrati, al contrario smette di farci sentire agitati. Ti senti mai come una mosca in un bicchiere? Ecco cosi. Ha una funzione deattivante su alcuni network celebrali, quelli più importanti.

Abbiamo bisogno di staccare…

La mediazione è considerato un fattore protettivo perchè è un regolatore emotivo che porta benefici a cascata su tutto l’organismo. E’ come un salvavita che entra in gioco staccando la spina proprio quando serve.

 

Quale tipo di meditazione è meglio fare?

Non importa che si tratti di yoga, zen o mindfulness, secondo evidenze scientifiche c’è una zona del nostro cervello, la corteccia cingolata posteriore che è collegata con il nostro “identificarci”, essere impigliati nel proprio io e prendere tutto personalmente.

Perchè ci preoccupiamo continuamente?

E’ come se ci preoccupassimo continuamente di quello che vorremmo, di quello che ci servirebbe, totalmente immersi nel nostro sè. Siamo tenuti in pugno dalle nostre percezioni: una specie di galera! (approfondisci qui: occuparsi è meglio che preoccuparsi)

Se poi cominci a chiederti cosa vuoi davvero scatta anche l’ansia procurata dal non capire cosa vogliamo perchè ci siamo allontanati troppo dal nostro intuito.  Abbiamo smesso di usare da troppo tempo il nostro naturale fiuto e ci siamo confusi a tal punto da non sapere più nulla.

Cosa ci manca?

Quello che crea quel comune senso di insoddisfazione e scontentezza è il continuo chiedersi: come sto adesso? C’è qualcosa di troppo fastidioso che non riesco a sopportare?
In realtà dovremmo imparare a districare la nostra attitudine ad essere sempre centrati su di sè e ad identificarci con tutto quello che ci capita.
Ci manca il piacere di goderci il momento presente senza avere un obiettivo, o senza fare qualcosa adesso per ottenere qualcosa in futuro. E’ come se fossimo sempre al lavoro.

Come funziona l’insoddisfazione?

E’ come se la nostra mente fosse costantemente sottoposta ad uno stress: lei cerca di prevedere il segnale sensoriale che sta per arrivare e vuole decodificarlo in anticipo, con l’obiettivo di minimizzare gli errori di previsione, selezionare il più velocemente possibile la causa della percezione in arrivo, fare ipotesi  e stimare l’attendibilità delle nostre previsioni. Una fatica bestiale ogni volta.

Odiamo sbagliarci e spesso nel dubbio preferiamo affidarci alle nostre credenze che finiscono per influenzare e a volte determinare le nostre percezioni, tutto pur di non trovarci difronte a delle sorprese, degli errori predittivi.

Siamo continuamente sulla soglia tra ordine e caos e amiamo moltissimo starci, perchè il principio entropico ci attrae ma d’altra parte siano naturalmente portati ad affidarci alla prevedibilità dell’ordine. La radice sanscrita di ordine è -rta, lo stesso di arte, ritmo, retto e corretto. E destreggiarci in questo ambito ci fa sentire al sicuro. In questo confine ci sono paradossi che non sappiamo spiegare e che ci attraggono ancor di più, siamo nel campo dell’intuizione.

Che cos’è l’intuizione?

Spesso ciò che facciamo ma non sappiamo spiegare rientra nel dominio dell’intuizione, se sapessimo etichettarla non sarebbe qualcosa che realizziamo con l’intuizione. Sentiamo che ci fa un gran bene non dico acchiapparla ma almeno contemplarla, nella sua fuggevolezza, impermanenza e impalpabilità.

La meditazione è un vero e proprio processo di avvicinamento all’intuizione, un addestramento a tenere la mente quieta, il pensiero centrato su qualcosa che scegli tu (il respiro) e non la mente (il chiacchiericcio infinito) mentre cerchiamo di sintonizzarci sul ritmo del qui ed ora, un ritmo tanto prevedibile quanto sfuggente.

Anche addestramento deriva dalla radice -rta ऋत

  • da  (radice sanscrita “muoversi”) e ar (radice indoeuropea di “modo appropriato”)
  • questo termine è legato, sempre per mezzo della radice indoeuropea di *ar, al termine greco harmos, da cui l’italiano “armonia”, e al latino arsda cui “arte”.

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Vivere nel presente

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Vivere nel presente


Scritto il 01 ottobre 2014

Vivere nel presente, 16 pagine di dritte, consigli, esperiimenti

Vivere nel presente è un quadernino di 16 pagine, il primo di una serie in preparazione, che ha come obiettivo dare strumenti, consigli, dritte e idee per tutti coloro che vogliono vivere meglio ed essere più felici. Genitori che vogliono vivere al meglio la relazione con i loro figli, persone che cercano un cammino per semplificare la loro vita, riducendo al minimo le dinamiche conflittuali, gli scontri e i problemi per trovare una calma, una quiete e una centratura di base della propria vita.

Il presente è complicato!

Viviamo una vita estremamente indaffarata e frenetica. Siamo sempre impegnati a fare qualcosa e quando crediamo di riposarci in realtà ci mettiamo a pianificare il futuro, recriminare il passato, rimanere delusi dal comportamento degli altri. E siamo cosi distratti che non ci accorgiamo neanche che stiamo vivendo in apnea, a meno che qualche malanno o qualche guaio non venga a ricordarci quanto eravamo fortunati prima.

Perchè siamo diventati cosi?

I motivi li conosciamo, certamente non è colpa nostra, stiamo solo trovando un modo per adattarci alla realtà che ci circonda. E di cosa avremmo bisogno per ritrovare il nostro equilibrio? Dovremmo trovare un modo per non farci travolgerci da tutto, un punto di quiete, una zona neutra.

Quel punto di chiama presente. Ce l’abbiamo davanti al naso e non lo vediamo neanche (come la maggior parte delle nostre opportunità).  E’ uno spazio-tempo talmente inafferrabile che non sappiamo neanche dove cercarlo. Se lo trovassimo o imparassimo a rinoscerlo ci darebbe proprio quello che ci manca, quel senso di pace e benessere che ci sfugge ogni giorno. Quella forza per affrontare tutto.

Non si tratta di mettersi in posizione yoga circondati da incensi, parlo di azioni pratiche e materiali, da svolgere nella routine quotidiana. Una bella sfida, se sappiamo coglierla.

Imparare a vivere nel presente

Vorremmo imparare a vivere nel presente e insegnarlo ai nostri figli, ma viviamo anche una contraddizione: se mi concentro sul qui e ora perdo di vista qualcosa? Abbiamo sempre paura di perderci qualcosa ed è scientificamente provato: non puoi fare tutto (anche se con il multitasking ci hanno insegnato che si puo’). Quindi se scegli di fare una cosa necessariamente ne perderai un’altra. Come facciamo?

corso in PDF: 3 euro

Vivere nel presente
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PDF di 16 pagine da stampare con esercitazioni, consigli ed esperimenti per tutti coloro che vogliono essere calmi, centrati, pazienti e trovare la giusta direzione della loro vita
€3.00

Come usare al meglio queste pagine

Il pdf di 16 pagine da stampare contiene tanti consigli e punti di partenza per iniziare fin da oggi a vivere nel presente. Non devi metterli in pratica tutti allo stesso tempo! Procurati un quadernino e metti nero su bianco quando e come vuoi provare ad adottare le tecniche che ti suggerisco. Tenere un diario dei tuoi progressi (o un blog perchè no!) ti aiuterà a concretizzare il tuo percorso di crescita.

Sostieni il mio lavoro! Compra il mio quadernino te lo offro ad un prezzo ridicolo frutto di tanto lavoro e di tante riflesssioni.  Il mio entusiasmo è animato dal fatto che io stessa sono cambiata molto in questi anni, grazie ai pensieri che riporto proprio qui. Si puo’ fare molto materialmente con i bambini e con se stessi per migliorare la propria vita e semplificarsela un po’.

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Non hai un conto paypal, scrivimi e ti manderò le coordinate per fare il pagamento. Il tuo corso verrà spedito direttamente nella tua casella email nell’arco di poche ore. Grazie

ATTENZIONE: Se qualcosa non funziona scrivimi e troverò il modo di risolvere il problema al più presto mandandoti in più un omaggio per la tua pazienza e il tuo aiuto. Grazie

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Cosa hanno in comune giocare e meditare?

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Cosa hanno in comune giocare e meditare?


Scritto il 17 settembre 2012

Ho trovato questo libro in libreria (nella mia libreria) e ho pensato: credo di non comprare mai niente invece compro cosi tanto che non mi ricordo neanche quello che ho in casa. Così l'ho aperto e mi si è aperto un mondo. Un libro fantastico, un quaderno di esercizi per adulti, una vera e propria possibilità per questa domenica pomeriggio un po' pigra e un po' svogliata.

mandala esercizi

Il tema è il gioco: giocare non è assolumente facile, la maggior parte degli adulti l'ha disimparato e farlo intenzionalmente è faticoso, giacchè, come la meditazione, il gioco si fonda sull'assenza di intenzionalità.. La meditazione e il gioco hanno molto in comune. Come dice la parola stessa nella medi-tazione si tratta del punto medi-anoe anche la maggior parte dei giochi ruota intorno al centro. Pensate al girotondo, il salto della corda, la trottola… se osserviamo un parco divertimenti scorgiamo lo stesso principio:  ovunque vediamo meccanismi che girano intorno al proprio centro. E chi ritiene di essere troppo grande per le giostre e opta per un tirassegno  sta dinuovo incontrando un centro o magari crede di deviare andandosi a fare un "giretto"… insomma colorare un mandala è molto più che un passatempo, se provate ad addentrarvi seguendo gli esercizi di riflessione di questo medico tedesco specializzato in cure mediche naturali, psicoterapia e omeopatia farete un giro intorno al mondo (il vostro)

porta matite fai-da-te tutorial

Dopo questa esperienza (i bambini mi guardavano tutta impegnata a fare i miei mandala e mi dicevano: mamma che fai colori?) ho deciso di farmi anche un porta-colori. In modo da avere i colori in ordine di tonalità (messi nel bicchiere mi sembra sempre di prenderli a caso più che sceglierli davvero, non trovate? porta matite fai-da-te tutorial

Ed ecco qui il lavoro finito

porta matite fai-da-te tutorial

Che soddisfazione!!

porta matite fai-da-te tutorial

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Yoga mamme_bimbi


Scritto il 05 febbraio 2010

dopoilparto2.jpg

Faccio yoga, cerco di fare un po’ di movimento la mattina, quando sono in casa con Emilio. Movimento lento, ascoltando il mio corpo e il respiro, sentendo come cambia anche l’umore e lo sguardo del mio piccolo mentre cammino per casa in silenzio con lui in braccio. Yoga per me vuol dire molte cose. Essenzialmente è uno “stare” in un posto senza aver la fretta di andarsene, fermare il flusso delle “cose da fare” e lasciarsi essere per una mezzoretta, ascoltando quello che succede.

Senza impuntarmi e forzare troppo metto da parte i pensieri che si mettono a correre, le divagazioni che si frappongono e tentano di prendere il sopravvento. Semplicemente mi occupo di allungare un po’ il respiro e distendere le corde del mio personale violino, il corpo.

dopoilparto1.jpg

Poi mi sono detta: io comunque lo faccio un po’ tutte le mattine perchè non condividerlo con altre mamme? Allora ho fatto un po’ di bigliettini e li ho sparsi nel quartiere, al consultorio, alla libreria, in erboristeria. Chissà che magari qualcuno abbia voglia di condividere con me questo momento. In gruppo è anche più facile!!

Allora lo dico anche a voi che siete su queste pagine, siete le benvenute. I requisiti sono:
avere in mente, in pancia o in braccio un bebè
aver voglia di mettersi in ascolto di se stesse.

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yoga e bambini


Scritto il 20 novembre 2007

_il mio percorso yogico arriva fino ad oggi. poco tempo debbi della scuola okidoromafa ho conosciuto debby, una donna californiana molto ingamba, con 4 figli, che ha uno centro di yoga a s. lorenzo (roma) che si chiama okido. lei si dedica in particolare alle attività per mamme e bimbi e all’educazione viva ovvero un’educazione che vuol far nascere e crescere in ognuno la volontà di fare. _l’impegno degli adulti deve essere perciò, prima di tutto, quello di educare se stessi e sviluppare le proprie capacità, per poter poi guidare i bambini verso una crescita armoniosa.

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Imparare a respirare. Semplice no?

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Imparare a respirare. Semplice no?


Scritto il 20 agosto 2007

copyright sabrina d'orsi vivere semplice

Cosa serve per smettere di avere ansia, sbalzi di umore e agitazione? Imparare a respirare.

Ho provato mille tipi diversi di yoga: Raja, Ashtanga, Integral, Iyengar, Kundalini. Ma per un sacco di anni sedermi a respirare non mi dava alcun giovamento, anzi mi innervosiva star li ferma ad aspettare.

Inoltre la ritualità collegata allo yoga non mi convinceva, non faceva parte di me.

Aspettare cosa?

Avevo cercato in tutti i modi di sganciarmi dal crocefisso e ora mi ritrovavo di nuovo con le mani giunte. Ennò. Inoltre mi dicevano che dovevo imparare a respirare, ma certo che respiro, sto mica in apnea io. Ho scoperto tempo dopo che ci stavo, eccome, in apnea, solo che non lo sapevo.

Poi ho cominciato a fare yoga in gravidanza quando aspettavo il mio secondo figlio che al settimo mese non si era ancora girato nella giusta posizione. Un giorno la maestra Mara mi ha messo in una posizione a testa in giù e mi ha detto: ora stai tranquilla e respira, potresti sentire qualche sconvolgimento laggiù in fondo alla pancia e in effetti sentivo come una bolla d’aria gorgogliare…

Il giorno dopo facevo l’ecografia e Zeno si era girato. All’ora non sapevo che fosse di nuovo maschio e che con lui neonato e il primo (sempre maschio) saremmo andati a vivere per un po’  in India. A dir la verità non sapevo neanche che ne avrei avuto anche un altro, dopo un po’ di tempo, di maschio.

Ma forse era proprio destino che imparassi a conoscere i benefici dello yoga, visto che tutti e tre i miei figli si rivelarono essere talmente attivi (per fortuna non iperattivi) e scalmanati che una mamma normale (cioè una che non fa yoga) non ce l’avrebbe mai fatta.

copyright sabrina d'orsi vivere semplice

Casualità? Poi conosciuto la maestra Olga Nicodemi e lo Raja Yoga, lo yoga delle origini, il più antico e ho riconosciuto in lei tutta la saggezza intravista nelle persone conosciute nel nostro viaggio in India. Il Raja è un tipo di yoga abbastanza fisico ma non molto faticoso. E’ considerato uno yoga completo perchè lavora sul controllo del corpo e della mente attraverso il respiro.

Lo yoga non si propone di raggiungere alcun obiettivo, nè fisico nè mentale. E’ la strada che si percorre per arrivare in un proprio personalissimo luogo che è la consapevolezza. Le posizioni che il corpo assume sono potenti e rivelatrici, basta praticarle per qualche tempo per sentire tutta la loro efficacia.

Ora ho capito ed è facile dirlo.

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Cosa c’è di speciale nello yoga


Scritto il 20 giugno 2007

nello yoga c’è l’essenza del vivere semplice e spregiudicato .marjariasana
prima di tutto fare yoga è la cosa più intuitiva del mondo. lo puoi fare ovunque, basta solo che ti fermi un attimo e cominci a porre attenzione al tuo respiro. il battito rallenta, la schiena si drizza, lo sguardo si alza, la postura si modifica e trova la sua naturale grazia. chi fa yoga sa che l’osservazione senza giudizio è ciò che serve per sganciarsi dalle dinamiche della competizione legate al raggiungimento di un risultato fisico o mentale.
Nello yoga si prende consapevolezza dei propri gesti e dei movimenti del corpo. Questo ci rende più creativi nella gestione delle cose della vita quotidiana e porta a un contatto più intimo con se stessi, gli altri e l’
ambiente intorno.

Ripetere consapevolmente un gesto, accompagnandolo con attenzione e ascolto,
diviene un allenamento che crea in noi una condizione di profonda riflessione,
fa sorgere e crescere uno stato d’animo di gratitutine e ci predispone a un atteggiamento di dono verso coloro che ci sono vicini.

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ottime posizioni yoga


Scritto il 25 maggio 2007

Le mie posizioni yoga preferite sono:
i ritmi dell'anno
Sarvângâsana candela
il ritmo dell'anno
Bhujangâsana – cobra

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