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Attività per bambini insieme in presenza CEMEA

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Attività per bambini insieme in presenza CEMEA


Scritto il 21 novembre 2020

Ho conosciuto da pochi anni il CISV, che organizza attività per bambini e ragazzi nel mondo ma conosco il Cemea da tanti anni.
Con il Cemea ero partita per un viaggio quando ero ventenne per fare una settimana di formazione all’estero. L’obiettivo del Cemea era formare giovani animatori di scambi internazionali che portassero nei gruppi di loro coetanei attività di senso, per imparare a stare insieme, per capirsi ed aiutarsi anche al di là delle barriere nazionali e di lingua.

Poi tanti anni dopo, ovvero adesso, ho scoperto che il Cemea che opera in tutt’Europa ha delle sedi anche regionali e sono arrivata al Cemea Lazio dove un ho conosciuto loro.

cemea1  CENTRO PER L'EDUZIONE ATTIVA ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE

I ragazzi del Cemea

Cemea è l’acronimo di Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva ed è nata in Francia oltre 30 anni fa.
Le attività che organizzano i ragazzi del Cemea e la loro zia che è Paola, arzilla settantenne molto ingamba, sono proposte per bambini e ragazzi in presenza, dove si lavora il legno con il traforo, si costruiscono capanne o rifugi o si lavora tra il freddo dell’argilla e il calore dei biscotti fatti a mano.

Insomma si fanno cose al Cemea. Ed io volevo dirvelo e volevo invitarvi a portarci i vostri figli perchè ne vale la pena, stanno in natura e fanno cose ci sembrano piene di senso.

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Quando e dove

I weekend, i centri estivi e le attività pomeridiane del Cemea, per bambini dai 6 ai 16 anni, sono davvero un’ottima occasione per immergere i giovani in un clima cooperativo e creativo, lontano dagli schermi e vicino alla natura. Semplice.

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Le attività si svolgono sia nella sede del Cemea a Roma sia nella loro casa in campagna, ad Oriolo Romano.

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THE-SOCIAL-DILEMMA il documentario sugli effetti manipolatori dei social media e sulla dipendenza che creano

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The social dilemma: manipolazione e dipendenza da social network


Scritto il 14 settembre 2020

Esiste un legame tra salute mentale e uso dei social? I social network, usati da oltre 2 miliardi di persone in modo massiccio, influenzano la nostra percezione del mondo e come ci relazioniamo con noi stessi e con gli altri. Questo non è più una novità.

Ma è davvero cosi grave?

THE-SOCIAL-DILEMMA il documentario sugli effetti manipolatori dei social media e sulla dipendenza che creano

E’ solo un nuovo mezzo di comunicazione

Nella storia dell’umanità ci siamo sempre adeguati alle nuove tecnologie che hanno migliorato la qualità della sua vita (i giornali, le biciclette per esempio). Ma qui parliamo di una tecnologia invasiva, che compromette il benessere delle persone perchè scava nel tronco encefalico ed innesta nuove abitudini (al consumo) fino a prendere il controllo dell’identità dei bambini oltre a creare caos nella società, polarizzare le opinioni politiche e rendere le democrazie più a rischio.

Non sono parole mie, cito espressamente le parole degli stessi creatori dei social network che sono i protagonisti del docu-dramma The social dilemma, in uscita in questi giorni.

The social dilemma spiega come funziona il meccanismo manipolatorio che porta milioni di persone a rimanere incollati ai social network per ore, mesi e anni senza che questo crei il loro il minimo dubbio: sono vivo o sono mi trovo in una bolla digitale?

Dalla voce dei creatori di social netword

Il documentario dà voce diretta ai creatori di Facebook, Twitter, Instagram (un gruppo di giovani che ha deciso di lasciare posizioni apicali per motivi etici) che raccontano il dietro le quinte di un fenomeno che di massa che ha già prodotto due risultati evidenti.

Il primo è rendere la creazione di un giro d’affari miliardario e il secondo è crescita esponenziale dei tassi di depressione e ansia negli adolescenti(+ 189%) e nei preadolescenti (+62%) in tutto il mondo. Il tasso dei suicidi ha avuto un incremento in 10 anni del +70% negli adolescenti e del +151% nei preadolescenti.

Manipolazione e dipendenza

Il settore tecnologico ha un problema: vende i suoi utenti e gli inserzionisti con i clienti. Sappi che se non stai pagando per il prodotto online che stai usando (le piattaforme social sono tutte gratuite) allora vuol dire che il prodotto sei tu – ecco le parole che usano i protagonisti che documentario The social dilemma trasmesso su Netflix, si tratta di parole forti, senza mezzi termini.

La nostra attenzione è in vendita e il graduale e impercettibile cambiamento dei nostri comportamenti è il prodotto che viene venduto al miglior offerente (i nostri profili vengono targhettizzati, ovvero segmentati per interessi, età, capacità di acquisto, ecc e venduti all’asta al miglior inserzionista che ci compra ad impression ovvero avendo dati precisi su quanto tempo di fermiamo a guardare ogni singolo contenuto pubblicità compresa).

the social dilemma, come i social network ci manipolano e ci trasformano in persona dalle abitudini prevedibili.

Il profitto prima di tutto

Chi compra pubblicità sui social ha la certezza di essere visto ecco perchè il volume d’affari della pubblicità su queste piattaforme è quadruplicato in pochi anni.

Sai perchè le fake news sono 7 volte più virali di una notizia vera? Perchè la verità è noiosa.

THE-SOCIAL-DILEMMA IL 30% DELLE PERSONE TRA I 18 E 44 ANNI SOFFRONO D'ANSIA SE NON CONTROLLANO FACEBOOK ALMENO OGNI 2 ORE

Cosa possiamo fare?

Prima di tutto dare l’esempio.

1. Cancellare dai vostri telefoni le app tossiche come Tik Tok, Snapchat e Instagram e usare meglio mail e whatsapp (per meglio si intende non a tavola, non la sera prima di andare a letto e non mentre i figli ci parlano e ci chiedono di stare insieme)

2. Dare ai ragazzi lo smartphone il più tardi possibile. Leggi su questo blog Meglio la bicicletta dello smartphone  e firma il contratto d’uso per avere lo smartphone

3. Tenere lontani i bambini dai canali youtube e youtube kids dove non esistono filtri pubblicitari e tutela

4. Ascoltare i consigli che vengono dati alla fine di The social dilemma sull’uso dei social in famiglia.

5. Organizzare visioni di gruppo di The social dilemma in famiglia e discuterne usando queste linee guida di benessere scritti dai protagonisti del documentario che si sono costituiti in Centre for humane tecnology che svela questioni fondamentali e incoraggia i giovani a porsi in maniera critica di fronte ai social network avendo consapevolezza del fatto che gli algoritmi che li governano sono in grado di costruire dei modelli che predicono il nostro umore e i nostri comportamenti. Occorre essere vigili. Visita il sito del Centre for humane technology  fondato da questi fuoriusciti dal sistema e collabora alla costruzione di un mondo più libero e consapevole.

6. Adottare il minimalismo digitale in famiglia affinchè si acquisisca l’abitudine di proteggersi dall’uso massiccio dello smartphone.

6. Se non hai un account Netflix contattami, ti aiuterò ad organizzare una visione di gruppo in modo che tu possa vederlo.

C’è un movimento anche in Italia

Si chiama Movimento Etico Digitale ed è stato creato da Davide Dal Maso un ragazzo diventato esperto in tecnologie della comunicazione che, attraverso una rete capillare di formatori-volontari in tutta Italia, si è impegnato per rendere consapevoli ragazzi e genitori su queste tematiche. Se sei una scuola, chiedi un intervento del Social Warning. E’ un’opportunità da non perdere.

Fai da te

Visita anche il sito Socialmediatestdrive.org ricco di risorse da usare a scuola o in famiglia per farti promotore attivo della sensibilizzazione all’uso consapevole dei social network

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spedizione con i bambini

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Il centro estivo in natura di Vivere Semplice


Scritto il 07 maggio 2019

Gia l’anno scorso cercavo un centro estivo per mio figlio di quarta elementare, un posto dove potesse scorrazzare in natura sereno senza programmi giornalieri e mille attività.

Fare insieme

Quest’anno con l’emergenza coronavirus penso che sia davvero una necessita trovare un posto all’aperto, dove i bambini possano fare scuola ai tempi della pandemia (leggi il mio progetto dettagliato in merito), o anche solo fare vacanza, fare vita insieme.

Cercavo un posto dove lo lasciassero giocare in pace senza troppe regole. E non sa cosa fare che ci fossero adulti attenti, silenziosi, laboriosi, pronti a proporre qualcosa di piccolo, uno stimolo che dia una buona idea.
Una presenza trasparente che osservi e sappia come intervenire.

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Cercavo un centro estivo nel parco, dove costruire capanne, saltare la corda, fare il fango.

Qualcosa di semplice. In compagnia di altri bambini più grandi e più piccoli, con cui fermarsi sotto le frasche quando fa caldo, leggere o raccontare una storia, mangiare la frutta e cantare una canzone.

Cercavo un centro estivo semplice

Poi ho pensato: lo faccio io. Mi prendo i figli di chi vuole e me li porto nel bosco. Tutto il giorno, poche parole. Corde per arrampicarsi (su alberi bassi), palette per scavare (senza distruggere la vegetazione), fili per fare braccialetti e una bella brocca di limonata fresca. Tutto molto Semplice. Alcuni direbbero banale.

campo estivo in natura

La mia esperienza

Un po’ di esperienza in questi anni me la sono fatta:

  • ho una formazione in ambito steineriano per il  primo settennio e sono stata per tanti anni educatrice nei campi internazionali del movimento Cemea
  • ho fatto un tirocinio in un asilo nel bosco in Svizzera
  • ho fatto l’assistente al doposcuola nella scuola steineriana di Ginevra
  • ho fatto un tirocinio con i bambini di prima elementare per aiutarli a leggere e a scrivere
  • ho insegnato italiano ai ragazzi stranieri in una scuola media pubblica di Roma in un progetto di volontariato usando il metodo dell’Italiano Attivo, imparare attraverso il movimento.
  • da più di 10 anni porto tutti i miei figli a Villa Pamphili quasi tutti i giorni e con loro ho fatto spedizioni, esperimenti e avventure di tutti i tipi
  • ho fatto l’aiutante in un centro estivo in sostegno di bambini con autismo
  • sono tutor per l’apprendimento, conosco i disturbi specifici dell’apprendimento e le problematiche sociali e relazionali che vivono i bambini con dislessia e con altri bisogni speciali.

Stare con i bambini, lasciarli in pace mentre imparano a stare insieme e scoprono il mondo attraverso stimoli sensoriali di alta qualità (quelli della natura) è diventata la mia passione. Ho visto quanto ha fatto bene ai miei figli e vorrei poter donare il mio tempo a tutti i bambini che passano le giornate in casa perchè i genitori non possono e  le babysitter non hanno voglia di portarli in natura.

Cosa faremo al centro estivo

vivere semplice - tutti i diritti riservati

Non pregheremo, no (i miei figli davanti al fuoco mettono le mani giunte, non so perchè). Non daremo fuoco a villa Pamphili. Canteremo e staremo semplicemente insieme senza far danni. Promesso!

E se un bambino si fa male? Quello può succedere anche quando papà scola la pasta. I bambini saranno assicurati e non verranno mai persi di vista.

Una giornata tipo

  • Giochi di conoscenza e di confidenza per creare una piccola comunità di esploratori
  • Giochi di equilibrio per imparare ad arrampicarsi in sicurezza e prendere confidenza con il movimento e il proprio corpo
  • Passeggiate nelle vie non battute del parco per avere la sensazione dell’avventura e della scoperta
  • Bagni di natura: il bosco diventerà il nostro habitat con cui faremo amicizia dandoci il tempo per familiarizzare
  • Gare di solidarietà: la natura è un ottimo ambiente per mettersi alla prova in gruppo e aiutarsi a vicenda
  • Tempo per inventare, fantasticare, immaginare, raccontare e raccontarsi
  • Pranzo al sacco e merenda portati da casa
  • Giochi di fontanella (portarsi una maglietta di ricambio)

Ci sporcheremo si, perchè i bambini hanno bisogno di sporcarsi e faremo tante spedizioni e avventure perchè le migliori avventure sono quelle che si fanno sotto cas.

Se vuoi saperne di più scrivimi: info chiocciola vivere-semplice.org

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CISV esperienze di vita per bambini e ragazzi

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CISV esperienze di vita per bambini e ragazzi


Scritto il 01 febbraio 2019

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I nostri figli non ne possono più di spiegoni e sermoni su quello che è giusto e sbagliato. Bisogna riciclare, si deve essere solidali, non è giusto essere egoisti e bla bla bla…

A tutte le età bambini e ragazzi hanno bisogno di fatti non di parole. Lo racconto nei dettagli nel mio libro VIVERE SEMPLICE.

Le cose importanti si devono far agire nella famiglia e intorno ad essa. Basta parole. Solo il fare è costruttivo e loro comprendono al volo solo quello.

Fatti non parole

I ragazzi raramente si sottraggono alle proposte che coinvolgono l’azione: campi di volontariato, esperienze di sopravvivenza in natura, ospitare ragazzi stranieri a casa propria, ecc..

La parola addormenta, dà assuefazione, le azioni restano..

Vi invito a conoscere il CISV ITALIA, la sezione italiana di un’organizzazione internazionale che si occupa di formare i cittadini di domani attraverso campi esperienziali.

Cittadini che abbiano amici che parlano tutte le lingue, che considerino la pace e la convivenza un valore universale al di là dei credo religiosi e delle convinzioni politiche.

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La pace non c’entra nulla con la religione

Un’esperienza dove bambini e ragazzi di tutte le nazionalità mescolati, a partire dagli 11 anni, si mettono in gioco, attraverso la convivenza, i giochi di fiducia, la comunicazione non verbale, in un’atmosfera ludica.

Il CISV (in origine l’acronimo era Children International Summer Village) organizza campi in tutto il mondo, non solo d’estate e non solo per i giovani: negli ultimi anni sono stati organizzati anche campi di volontariato per adulti.

Puoi partecipare anche se…

Non è obbligatorio avere figli per rendersi utili: si può aiutare in cucina, fare il leader di un gruppo, rendersi disponibili per l’organizzazione dei campi e molto altro.

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Dai 16 anni in su..

I ragazzi più grandi partecipano da soli ai campi insieme a decine di ragazzi e tornando ricchi di esperienze che non dimenticheranno mai.

Quest’anno mio figlio sedicenne è andato a Beirut, in Libano, partito da solo per la prima volta, con un vocabolario d’inglese in tasca e negli occhi un’indescrivibile gratitudine.

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Un’occasione per dimostrare che la diversità è un valore

Le spiegazioni sulla pace nel mondo deludono i bambini,  li lasciano come sulla superficie del sapere, meglio portarli in mezzo a 30 bambini di colori diversi e stare semplicemente insieme. Quello fa più di mille parole!

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resilienza

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Resilienza: la soluzione per tutti i problemi


Scritto il 05 gennaio 2015

Quali risorse possiamo usare, come adulti e come genitori, per mostrare che ai problemi c’è sempre una soluzione?

resilienza

La resilienza è la capacità di reagire alle situazioni difficili, ai traumi e agli stress resistendo. Spiegandosi magari ma senza spezzarsi. Questa qualità  in dotazione naturale ad alcuni materiali , studiata in fisica, pare sia anche un talento a disposizione delle persone. Basta trovarsi nelle condizioni giuste per poter esercitarlo!

La persona resiliente sa ritrovare l’equilibrio dopo uno shock esterno, sa farsi rimbalzare addosso un problema che altrimenti si trasformerebbe in disastro. Ma questa persona non fa tutto da sola: viene aiutata da elementi esterni importanti.

Cosa ci rende resilienti?

I fattori che pare ci rendano resilienti di fronte a traumi e dolori sono:

  • la solidità delle nostre amicizie
  • la qualità delle nostre relazioni sociali
  • la profondità degli affetti
  • i valori in cui crediamo

Come imparare ad affrontare gli shock?

Poiche gli sconvolgimenti della vita non sono prevedibili, cercare di calcolare tutte le eventuali possibilità che si verifichino puo’ non essere la soluzione migliore. Gli studiosi sembrano orientarsi più su un set di strumenti da mettere in campo per imparare ad affrontare gli shock e tratte beneficio dai traumi che possono aggredirci:  la resilienza è la prima competenza da esercitare.

Quali esercizi fare?

Se ogni giorno mettessimo in pratica un po’ della personale capacità di adattarsi, imparare a sbagliare senza frustrazioni, andar per tentativi senza perdere la pazienza, fare con sapienza contadina invece che con il solo intellettualismo, imparare dalle lezioni ricevute e dai fallimenti, dagli insuccessi e dalle stroncature.

Chi sono i veri super-eroi?

 

Il permaloso, il perfezionista e il maestrino possono anche stare a casa, come il fannullone e l’egocentrico.
La resilienza è un talento che premia chi si mette, testa bassa, a lavorare con quel che ha, che usa umiltà e pazienza come baluardi di vittoria, che presta attenzione agli ultimi e cerca modelli di crescita non competitivi.

Quali politiche per i governi?

La resilienza si ottiene con politiche che investono nella scuola, nella riqualificazione dei lavoratori licenziati, nelle reti di protezione sociale e nella ricerca di modelli di business più equi, attraverso cui ridistribuire porzioni più consistenti di benessere.

Mettere in sicurezza un governo significare aumentare la sua resilienza, corazzarlo di forze culturali

  • forze emotive perchè le persone sappiamo commuoversi, sensibilizzarsi difronte ai problemi degli altri
  • forze percettive perchè le persone riscoprano come guardare con occhi veri i problemi e sentirli sulla propria pelle
  • forze motivazionali perchè le persone siamo motivate a migliorare il mondo che è casa loro prima di tutto

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bambini grandi e ragazzi a letto presto si può . vivere semplice

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Bambini grandi e ragazzi a letto presto


Scritto il 22 ottobre 2014

bambini grandi e ragazzi a letto presto si può . vivere semplice

Dicevamo che i piccoli hanno bisogno di una routine del sonno, e che bisogna iniziare presto a dare calore, contatto e ritmo. Poi gli anni passano e i ritmi cambiano un po’ ma rimane il bisogno dei bambini di ritrovare un minuto di quello speciale ambiente che avevamo creato per i piccoli e starci un po’ dentro. In silenzio o con qualche racconto serale.

Hanno bisogno di andare a letto presto

I miei figli vanno a letto alle 8,30 ora che sono più grandi (10 e 12) ma fino a 3 anni fa erano le 8 di sera. Ed emilio 7,30. Ho capito che un segreto alla base di questa tempistica è stato cenare presto ovviamente. E visto che noi siamo torinesi ce lo possiamo permettere. Mangiare tutti insieme e bene e a tv spenta. I bambini hanno fame alle 7 e all’inizio preparavamo solo la cena per 3 poi io e andrea cenarvamo da soli. Ormai sono cresciuti e ceniamo tutti alle 8.

Ultimamente avevamo deciso che i ragazzi avevano uno screen time era di mezz’ora al giorno. Ed Emilio cartoni un giorno si e uno no per mezz’ora. Loro hanno cominciato a giocare con Cash of Clans tutti i giorni, e il grande era sempre indeciso se continuare a giocare o chattare su WathsApp con i suoi amici.
Insomma un giorno ho detto: secondo me state esagerando. Loro mi hanno risposto: è vero! Forse è meglio seteniamo spento per un po’.

Ora è una settimana che tentano di fare altro, a volte vengono in cucina e dicono: uffa mi annoio ed io rispondo loro: è normale, si chiama astinenza. Lo capiranno più avanti, per ora non è un problema. Siamo qui per questo: mettere qualche paletto in mezzo a tanto amore.

A letto presto

Credo che la routine del sonno vale anche per i ragazzi e gli adulti. Fa male a tutti lo schermo fino a tardi anche se per noi adulti è ancora peggio perchè con il computer ci lavoriamo anche.
Finire compiti e fare la cartella, lavarsi i denti, trovare il proprio pigiama, cambiarsi ritrovare una parvenza di coperte e cuscini e lasciare in pace i grandi è un diritto-dovere di ogni ragazzo.

Se poi gli adulti riuscissero a mettere in tavola anche una colazione in una cucina riordinata sarebbe perfetto. Con la sveglia che ti da tempo per cominciare un nuovo giorno, anche questo senza fretta.

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Bambini maltrattati: chi sono i responsabili?

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Bambini maltrattati: chi sono i responsabili?


Scritto il 11 ottobre 2014

Pensiamo che il mondo sia pieno di ingiustizie e che i bambini siano spesso vittime innocenti della violenza di maniaci, ubriachi e adescatori. E’ sicuramente vero, se lo dice il telegiornale, ma se guardiamo più a fondo il problema scopriamo tutt’altro.

In Italia le violenze di qualsiasi tipo sui bambini, dalla sculacciata all’abuso sessuale sono perpetrati da adulti di riferimento, persone di cui i bambini si fidano.

I bambini e le bambine vengono maltrattati dai loro genitori! Ne parla il dossier sulla condizione della bambine e ragazze in Italia e nel mondo di Terre des Hommes, un’associazione umanitaria che si occupa di fare educazione e divulgazione lavorando anche nelle scuole.

Questo dato mi è sembrato paradossale e agghiacciante. Noi genitori siamo esseri umani, e sappiamo quanto i bambini possano essere difficili da educare, gestire, governare. L’urlataccia succede, capita.
Tutti abbiamo vissuto prima o poi il momento in cui fai o dici qualcosa di cui ti penti. E poi?

maltrattamenti nei bambini

Dopo che hai sculacciato o chiuso in camera tuo figlio cosa fai? Pensi che gli sta bene e che cosi impara oppure ti sotterreresti e giuri a te stesso che non lo farai mai più?

Spesso siamo aggressivi perchè siamo stressati, stanchi, nevrosi, oppure stiamo replicando un comportamento che abbiamo subito: magari da bambini siamo stati picchiati o qualcuno ci ha umiliato. Le scusa che sappiamo darci sono sempre molto valide! Dovremmo trovare delle soluzioni più che trovare nuove scuse…

Ma è nostra responsabilità di adulti lavorare su questi aspetti, renderci conto di quello che stiamo facendo e porvi rimedio: non sono certo qui per giudicarvi perchè anche io sono una persona che ha urlato e picchiato. Si lo sono. E fareste meglio ad ammetterlo anche voi se volete smettere di farlo. Io ho smesso di farlo.

Ho smesso con l’aiuto di un corso per maestre di scuola steineriana che ho fatto perchè sentivo il bisogno di strovare gli strumenti per agire, capire come è fatto un’educatore e come è fatto un bambino, quali sono i suoi bisogni, ecc..

Quando sai chi è veramente un bambino non ti sogni mai più di dargli una sberla. Quando sai cosa vivono i bambini e qual’è la ferita che conserva un bambino maltrattato non osi mai più. Informati, questa è l’unica cosa che puoi fare per combattere il tuo problema o per aiutare qualcuno a venirne fuori.

La vera piaga è che i genitori che maltrattano non se ne rendono neanche conto, minimizzano, non danno importanza: sono loro il vero problema, perchè loro non smetteranno anzi escogiteranno sempre nuove scuse per evitare di affrontare il fatto i bambini maltrattati sono proprio i loro figli.

Oggi 11 ottobre si celebra la Gionata mondiale delle bambine, non solo quelle che vivono in Africa e vanno in spose bambine. Non solo quelle che sono costrette a lavorare o a prostituirsi. Anche la tua vicina di casa, che la senti piangere quando sua madre alza la voce e la riempi di sberle e parolacce.

Questo è un post NON sponsorizzato!

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In vacanza con 4 maschi: guida semiseria alla sopravvivenza

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In vacanza con 4 maschi: guida semiseria alla sopravvivenza


Scritto il 27 luglio 2014

in vacanza con 4 maschi - guida alla sopravvivenza - vivere semplice

Andare in vacanza con i maschi è disperante. Vivere con loro tutto l’anno ok, ma andarci anche in vacanza è troppo! L’anno prossimo opterò per una vacanza al femminile, voglio solo amiche con le loro figlie. Si, perchè negli anni ho sviluppato il mito che le femmine sono più intelligenti e ragionevoli, più organizzate e meno zozzone e soprattutto hanno più buon gusto. Forse mi sbaglio e vi prego convincetemi che mi sto sbagliando.

Ho 3 figli maschi fantastici e un marito meraviglioo però quel che è giusto è giusto: i maschi vivono nel caos, perdono tutto, non si lavano se non costretti e non fanno altro che ridere. Non si stancano mai, amano le barzellette ma non capiscono i doppi sensi, non cercano mai di interpretare una frase, mangiano sempre e si appassionano a cagate come i go-kart.

in vacanza con 4 maschi - guida alla sopravvivenza - vivere semplice

Questa vacanza mi è sembrata più faticosa di altre (forse lo dico tutti gli anni).
Siamo stati una settimana in uno dei campeggi più semplici e selvaggi in cui sia mai stata, ad Eraclea Minoa, tra Sciacca ed Agrigento, in Sicilia, sotto una pineta fittissima a ridosso del mare azzurro-caraibi e della spiaggia africana.

Tre ragazzini, di 12, 10 e 4 anni più un marito con la passione per la radio e le antenne sono state un vero colpo di grazia. Sono tornata con la sensazione di aver fatto tutto per loro e pochissimo per me, non ho scritto, ho letto poco e ho passato le giornate a redimere diatribe, trovare soluzioni per evitare litigi e togliere pidocchi. Altro che vacanze!

in vacanza con 4 maschi - guida alla sopravvivenza - vivere semplice

Ecco perchè

Con una caparbia senza paragoni ho chiesto che i grandi lavassero i piatti tutti i giorni (e ci sono riuscita) e ho capito perchè quasi nessun genitore lo fa: è molto più faticoso che non lavarseli da sè.

Con una tempistica esagerata li ho obbligati a fare compiti tutti i giorni  giusto per avere almeno un’oretta di tempo per leggere, dormire o stare a fissare il vuoto (i compiti della scuola steineriana sono più difficili di quelli “normali”. Rimpiango quardo ero bambina e potevo fare 40 esercizietti senza pensarci su.. loro devono leggere il Piccolo Principe e inventare personaggi che pensino, che abbiano qualcosa  da dire…insomma devono sforzarsi di usare la fantasia e di metterla nero su bianco, cosa che gli viene assai difficile)

in vacanza con 4 maschi - guida alla sopravvivenza - vivere semplice

Lorenzo Pedro il dodicenne, che di solito comincia con i tuffi il primo giorno e non lo si vede per tutta la vacanza si è preso l’otite  e non ha potuto più fare il bagno: risultato ha passato la vacanza a lamentarsi e a chiedere chi voleva batterlo a ping pong.

Metteteci in più il  detox week, ovvero astinenza da telefono, internet, social e email. E’ stata davvero dura. Posso scrivere una guida alla sopravvivenza solo perchè è passata, e sono qui a raccontarvelo in modo semi-serio. Ecco quali sono le cose non farò più:

  • andare in vacanza senza amici: la condivisione è necessaria (quando è troppo è troppo anche per una famiglia felice)
  • scegliere un luogo selvaggio e isolato: i ragazzi hanno bisogno di distrazioni, altrimenti nel nulla rischiano di trovare se stessi che è proprio quello che non vogliono fare
  • abbinare i figli full time al detox week: pessima idea. Non sapete quanto leggere le sfighe altrui su facebook possa far da placebo e sedare le imperscrutabili insicurezze che vengono ad una mamma che pensa di aver sbagliato tutto con i propri figli.

Il colpo di grazia me lo ha dato poi leggere Libertà di Franzen, che racconta la storia di una donna americana, progressista e alternativa che mi assomiglia in modo imbarazzante e ad un certo punto suo figlio adolescente che lei adora decide di andare  a vivere con i vicini, buzzurri cafoni di provincia con la spillatrice di birra in giardino e il quad. Ci voleva proprio!

Non sono più sicura che insegnare l’educazione ai propri figli, il rispetto per gli altri, le regole, l’importanza del gioco e della fantasia, la capacità di usare bene la propria libertà sia stata una buona idea. Per adesso ha sortito ben pochi effetti: mi ritrovo con tre bestioline rampanti che ridono sguaiatamente e si appendono agli alberi tutto il giorno ed io e mio marito ci guardiamo esausti pensando che rivogliamo la nostra vita di coppia in carriera senza figli.

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vivere semplice - foto di sabrina d'orsi

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La dieta del deficiente


Scritto il 27 agosto 2013

vivere semplice - foto di sabrina d'orsi

Credi che la fettina tutti i giorni sia necessaria? Certo, altrimenti come fanno a crescere sane e forti le creature? Discorsi tipici di mamme sotto l’ombrellone tra un arancino e l’altro, la pizza a pranzo e anche a merenda e per finire un bel gelatone.

Parlando di cibo il mondo si è diviso in due: ci sono quelli del mangia che cresci che sembra non vedano neanche che i  loro figli non riescono a correre in spiaggia e poi c’è la schiera dei vegetariani, vegani, crudisti e quelli del “no latte, per carità” fino ad arrivare ai fanatici del gluten-free e quelli che si vantano di aver abolito completamente i carboidrati dalla dieta, tra cui molte star americane. Ortoressici, li chiamano, quelli che vivono una vita di rinunce credendosi sani solo a costo di sacrifici inenarrabili. Non è certo il caso di mangiar solo carne fino a farsi venire la gotta ma una via di mezzo è sempre la più difficile da trovare. Basterebbe fare come si faceva quando il medico distava ore da casa: seguire il buon senso.

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Perchè spegnere la tv

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Perchè spegnere la tv


Scritto il 25 settembre 2011

telebimbiLa tv piace quasi a tutti e il motivo è fin troppo chiaro: ce l’hanno propinata in tutti i modi e alla fine ci hanno convinto. Non c’è dubbio che la televisione sia un passatempo a costo zero, una babysitter dalle poche pretese, e un sottofondo per tappare i vari buchi che la vita ci presenta. E’ un aggeggio ad uso e consumo di chi non ha voglia di fare altro. Non so cosa fare? Guardo un po’ di tele. Benissimo. Ma se siamo genitori, se siamo sensibili ai temi della libertà, della motivazione personale, se vogliamo prendere il meglio dalla vita di certo la televisione è una delle prime cose che buttiamo dalla finestra. Vediamo il perchè:

Le ricerchè dicono che…

In un articolo apparso già nel  2007 su un quotidiano online scozzese (scotsman.com) sono stati pubblicati i risultati di una ricerca svolta dal dottot. Sigman sullo stretto collegamento tra ore di tv somministrata ai bambini e malattie come l’autismo e il morbo di Alzheimer, senza contare altre malattie per le quali la connessione anche indiretta rispetto all’abuso del mezzo televisivo è ormai assodato come obesità, sindrome da deficit dell’attenzione e danni alla vista. Ecco la traduzione in italiano dell’articolo. Dal sito punto-informativo.it arriva un’altra conferma, attraverso l’articolo La tv? Fa male ai giovani

Bambini e tv, costi e benefici

Per creare un ambiente sano e armonioso intorno alla nostra famiglia abbiamo ritenuto importante eliminare la tv. Stiamo parlando di una famiglia dove ci sonobambini al di sotto dei tre anni, ancora incapaci di discernere tra cio’ che è racconto, pubblicità, intrattenimento e evangelizzazione.

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Con lo stesso intento con cui scegliamo con cura una dieta per i nostri figli che preveda l’inserimento graduale dei cibi, cosi la tv sarà qualcosa che i bambini impareranno a digerire quando avranno sviluppato le capacità critiche per farlo. turnoffA questo proposito leggi l’articolo sull‘impatto della televisione sui bambini sul Media Education (l’American Academy of Pediatrics dà addirittura dei consigli su come introdurre la tv in casa con degli step di avanzamento che permettono ai ragazzi di capire l’influenza che la tv ha su di loro, vabbè loro sono americani!!) Una tv accesa è una porta aperta sui programmi che banalizzano e sviliscono il senso della vita e che umiliano la qualità del tempo oltre che sulle pessime notizie dei tg.

Tenersi in casa quell’oggetto brutto e invadente equivale a farsi del male da soli. E’ un ricettacolo di pubblicità, un incubatore artificiale di desideri, un passatempo-perditempo per chi non ha neanche vagamente intravisto la bellezza della vita. Non si tratta di snobismo è solo la nostra via. Una scelta arrivata in modo istintivo, senza neanche starci a pensare. Era qualcosa di cui avevamo bisogno.

Il potere dei messaggi tv

Alcune volte è possibile vedere l’impatto dei media sui nostri figli immediatamente altre volte l’influenza che i media hanno sui nostri piccoli è meno ovvio. Avete per esempio fatto caso al fatto che in tv la violenza e l’aggressività fisica, morale e verbale viene usata come normale strumento per la gestione dei conflitti? Ma non è affatto detto che questi siano gli unici mezzi a disposizione di una persona o di un bambino che deve affrontare le piccole dispute quotidiane!! Inoltre sigarette e superalcolici appaiono spesso in film visti anche dai ragazzi, come strumenti per essere più attraenti e cool e molto raramente si parla in tv di quanto le abitudini a fumare e bere siano molto pericolose per la salute.

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E poi ci rammarichiamo se la maggior parte degli adolescenti fumano e bevono. E qui vogliamo essere blandi, perchè a dirla tutta potremmo anche parlare di tutto il sesso, le perversioni, l’istigazione al vojerismo e alla violenza che ogni giorno si palesa in televisione e nelle pubblicità. Poi ci stupiamo che gli adolescenti fanno sesso in classe, oppure girano video porno con i telefonini e se li scambiano. Forse semplicemente non hanno la misura della gravità di ciò che stanno facendo .

Scegli non farti scegliere

E ti vuoi informare su quali sono i danni che arreca la televispegni la tvsione ai bambini nei primi anni di vita allora c’e’ solo da divertirsi. Come d’incanto abbiamo scoperto che la nostra scelta istintiva di gettare la tele fuori dalla finestra proveniva da un luogo molto profondo del nostro cuore. Che neanche sapevamo di possedere. A chi dice stupidaggini, la tv è solo intrattenimento (pdf) proponiamo di leggere questo e questo articolo trovato sul sito dell’Media . Sempre su quel sito ci sono altri interessanti articoli alla voce bambini e media. Leggeteli! Non stiamo parlando di impedire ai nostri figli di guardare la tv. Si tratta solo di temporeggiare un po’. E vale la stessa cosa per il cinema, i cartoni animati da quattordicenne dati in pasto ad un bimbo di 4 ecc… ecc… Per chi non ha voglia di leggere in inglese ho trovato anche questo in italiano. Recentemente ho anche inserito un articolo su un conferenza tenuta da un medico sulla stimolazione precoce della memoria nel bambino piccolo. Leggi anche Adbusters: socio-semiotica del subvertising un saggio sulla pubblicità pubblicato da Ocula, l’osservatorio sui media e sulla società della comunicazione

Turn off week (tutto l’anno)

Spegnere la tv puo’ diventare piano piano un’abitudine: comincia a piccoli passi. Partecipa alla settimana di astensione di protesta dalla televisione, proposta ormai da molti anni da adbusters.org un sito di attivismo controculturale, che tra le altre cose organizza anche il Buy nothing day e molte azioni a livello internazionale di sensibilizzazione sull’effetto che i media e la pubblicità hanno sulla nostra vita. Se hai dei dubbi guarda intanto questo video, più in giu in questa pagina troverai anche delle fonti su cui documentarti sull’effetto della televisione sui bambini piccoli.

Approfondisci sempre a proposito della tv e dei suoi effetti sui bambini piccoli

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Playtime, alta moda per bambino


Scritto il 04 febbraio 2009

Non sono certo il tipo di persona che va alla ricerca dell’alta moda, ma questa volta ci sono finita, come la padella nella brace. E non parlo di moda per donna, scarpe-borse-accessori… peeegggio: alta moda per bambini. Può esserci peggior paradosso?

le vestiaire de jeanne

le vestiaire de jeanne

Il Salone internazionale dedicato al mondo dell’infanzia

Per colpa della mia incontenibile curiosità sono capitata al Playtime, salone internazionale dedicato al mondo dell’infanzia….
Mi aspettavo un luogo di alta creatività, dove sartine–illustratrici di tutto il mondo si incontravano per esporre le loro piccole produzioni artigianali… invece si trattava di un vero e proprio salone di moda, dove ricche signore milanesi (e omologhe parigine, londinesi e giapponesi) griffate da testa a piedi si muovevano  in piccoli branchi facendo tintinnare i loro gioielli e comprando 300 pezzi li, 500 pezzi la e portandosi nei loro negozi il top dell’haute couture per bambini da 0 a 12 anni. Very chic!!

Quando ero giovane andavo a Parigi per visitare il Louvre o scrivere poesie all’ombra della Tour Eiffel  e ora ritrovandomi al Playtime ho pensato: devo essermi davvero rimbambita ad essere in un posto come questo.
Ma mentre c’ero ho pensato di fare un’analisi sociologica-di mercato dei prodotti in vendita per capire qualcosa in più di come funziona questo matto mondo.

Analisi sociologica semiseria

Prima di tutto ho riscontrato che va di moda una nuance di colori assolutamente inaspettata per l’infanzia, marroncino spento stile tristezza, come testimoniato dal più autorevole magazine di moda-e-style bimbi ovvero il parigino Milk magazine.

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A parte i mitici belgi (maan e simple kids), che si fanno notare in tutto e anche nella moda per bambini, quasi tutti hanno portato alla fiera una palette davvero spenta, cupa, betoniera, cemento. Ma come è possibile?

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i belgi  maan   ridimensiono  il cemento associando verdi acidi e dei bei magenta

Cosa rappresenta questa gamma di colori? Andando a scavare scopro che hanno tutti qualcosa in comune: la gamma di  tonalità e lucentezza è la stessa ed è molto bassa (il fedele photoshop mi viene incontro facendomi notare che nella palette di analisi del colore H=hue ovvero tonalità è sempre 96° S=saturation è variabile e B=brightness è sempre  70%) per maggiori info su questa analisi leggi cosa signigica HSB

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Cosa significa? Un’idea me la sono fatta, sarà un po’ strampalata (come al solito) ma è la mia. E voi cosa ne pensate?

I bambini del 2000 sono iperattivi, logorroici e incontenibili. Non li sopportiamo più e li vorremmo diversi (parlo del sentire comune e sto volontariamente generalizzando). Li vorremmo più calmi, pacati e riflessivi, li vorremmo più adulti, ragionevoli e sedentari (se stanno seduti poi non si sporcano, non bucano i pantaloni da 80 euro sulle ginocchia e non sudano, che poi gli viene l’influenza).
Secondo me il punto di tonalità e lucentezza della moda per bambini riflette questo desiderio inconscio della popolazione adulta che non avrà mai il coraggio di ammetterlo ma a cui pesa il fatto che i bambini veicolino un immaginario che sfugge loro completamente.

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talc

In fondo in fondo ci chiediamo perchè i bambini sono selvaggi,  leccano volentieri le suole delle scarpe e non amano stare seduti mentre i genitori prendono l’aperitivo.
Perchè i bambini sono generosi, regalano ai loro amichetti i costosissimi giocattoli che gli compriamo e sembrano non conoscere assolutamente il concetto di proprietà privata
Perchè i bambini sono vivaci, spaccano tutti, bucano i fogli quando disegnano, urlano e amano il rumore…

Tutte cose che l’adulto non arriva a comprendere perchè vive in un mondo fatto di raziocinio e moderatezza, dove non c’e’ spazio per lo scarabocchio, la vitalità di una corsa a lingua penzoloni, la durezza di una frase sincera detta in faccia, l’innocenza, la capacità di agire senza sovrastrutture. L’adulto non si da pace perchè non riesce a tenere i bambini sotto controllo, non bastano le urla, non bastano gli sculaccioni.

Allora, se facciamo parte di una certa classe sociale li vestiamo di marrone, grigio e nero credendo che sia “bello”, che “stia bene” ma inconsciamente sperando che l’opacità dei colori tolga un po’ di lucentezza ai nostri figli, li renda più adulti, noiosi, posati e lenti, come siamo noi. Io penso che la flemma e la mollezza del nero potrà fare anche molto chic per un certo mondo adulto ma sui bambini è davvero poco terapeutico.

Anche perchè l’effetto paradosso nei bambini piccoli è molto spiccato: come somministrare un psicofarmaco a base di anfetamina calma i bambini invece che eccitarli anche somministrare colori tenui ha l’effetto di renderli ancor più agitati (solo nei primi anni di vita). Ma questa è tutta un’altra questione.

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E comunque care tutte voi che mentre leggete mi odiate perchè dico cose che forse muovono corde che non sapevate di avere, vi dico che il motivo per cui mi sono appassionata a questo argomento è che questi colori mi piacciono.
AH!!!! Sarà per caso che anche io sono estenuata da questi bambini cosi pieni di vita? E’ faticoso stare con i bambini vivaci. Non posso di certo negarlo. L’importante per me è capire il perchè delle cose, visto che come adulta ho bisogno solo di mettere in un cassetto della mia razionalità qualsiasi sentimento in modo da poterlo controllare.

Leggi anche Magliette a tinta unita la creatività è il vero valore aggiunto

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Sempre a proposito della tv


Scritto il 19 maggio 2008

Stamattina ho ricevuto la newsletter dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma. Vi chiederete perchè ricevo questo bollettino informativo… veramente non lo so, credo di essermi iscritta tempo fa… quando stavo cercando di prenotare una visita all’ospedale, nella pia speranza che si potesse fare via internet. Molti di voi sanno che io faccio qualsiasi cosa via internet, anche la crema pasticcera.

Comunque, il bollettino di oggi parlava di un argomento che mi sta particolarmente a cuore: la teledipendenza dei bambini.
Finalmente qualche medico se ne è accorto – ho pensato.

E infatti devo dire che questo articolo è interessante proprio perchè è scritto da un medico del Dipartimento di Neuropsichiatria Infantile, che immagino abbia una certa credibilità.

Per leggere l’articolo clicca qui (la password dell’archivio è showarchive).

Leggetelo, evidenzia le insidie più sottovalutate del mezzo: la televisione rende il bambino un soggetto passivo, interferisce nei processi emotivi e di crescita, favorisce la confusione tra realtà e realtà televisiva, plasma l’istintualità, riduce la capacità di giudizio, disincentiva l’abitudine alla socialità ecc… ecc..

Scusate ma lo ripeterò fino alla noia: non se ne parla perchè fa MALEDETTAMENTE comodo. Per approfondire leggi qui (perchè spegnere la tv)

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