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Come posso aiutare mio figlio ad amare la geometria?


Scritto il 05 novembre 2013

I ragazzi di oggi hanno bisogno di essere stupiti e noi adulti brancoliamo nel buio, è un dato di fatto. E forse è sempre stato cosi di generazione in generazione! Io voglio tentare di raccontarvi come si fa geometria nella scuola fantastica di cui sempre vi parlo, quella steineriana, pensando di fornirvi una  fonte di ispirazione e qualche idea da mettere in atto con i vostri ragazzi.

Sfida n.1

Cosa succede se costruisci un poligono di 18 lati e congiungi ogni angolo con tutti gli altri?

Hai mai provato a chiedere una cosa del genere a tuo figlio di prima media? La geometria potrebbe essere un’ottima occasione per esplorare insieme il mondo delle forme che avevamo provato ad indagare negli anni passati scarabocchiando insieme ai bambini. Loro vedrebbero gli adulti che non sanno altro che dire fai i compiti sotto un’altra luce se gli proponessimo sfide del genere. 

Sfida n.2

Che succede se su una circonferenza si riporta per 6 volte il raggio e si disegnano, attorno ai sei punti di intersezione, dei cerchi aventi il medesimo raggio?

Proviamo a soffermarci sulla sperimentazione delle forme geometriche, (ricordate quando abbiamo provato a disegnare e meditare con  i mandala?) Divertiamoci a costruire forme geometrice insieme a loro prima ancora di pretendere che sappiano dimostrare qualche teorema o formulare aree o volumi. Possibile che non sappiamo più divertirci con nulla noi adulti? E come pensiamo che possano divertirsi i ragazzi allora?

foto: chalkboarddrawing.org

Dategli tempo: l’esigenza di trovare un nesso causale (= conosco la misura dei lati del triangolo quindi ora voglio scoprire l’area) arriva insieme ad una competenza specifica che i ragazzi stanno per conquistare:  l’astrazione.

La capacità di astrarre

Una volta conquistata  la capacità di usare un pensiero astratto quello non ci abbandonerà mai più, a meno che non siamo artisti o geni. Possiamo provare il gusto di astrarre  perchè ci siamo arrivati con le nostre forze oppure possiamo semplicemente astrarre perchè ce lo chiede il prof. Voi cosa preferireste?

Se siete daccordo con me a concedere ancora un po’ di tempo a questi ragazzi per lasciarli nel brodo della sperimentazione, della scoperta del bello e proponetegli giochetti come questo:

Vivere semplice ha come unico obiettivo quello di restituire un po’ dell’ispirazione che abbiamo ricevuto. Pensate se ognuno di noi facesse lo stesso con ciò che lo ha ispirato. In effetti ora che ci penso internet è proprio questo: condivisione di ispirazioni!

disegni by pinterest – disegno alla lavagna by www.chalkboarddrawing.org

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La_storia_infinita

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Il potere salvifico della fantasia anche nella vita


Scritto il 03 novembre 2013

Siamo in sesta classe, prima media. Continuiamo a percorrere la strada della scuola steineriana che è organizzata in un ciclo completo di otto anni dalla prima elementare alla terza media.  Ci siamo chiesti se fosse il caso di interrompere questo ciclo, perchè la retta pesa sulla famiglia e in alcuni momenti si fa pressante la sensazione che i bambini debbano avere sempre più competenze, a scapito della qualità delle cose.

geometria classe sesta - courtesty of alabama waldorf school

Ma questa pedagogia è una scuola di vita per tutta la famiglia, che impreziosisce e rende speciale ogni giorno di scuola ed è foriera di scoperte fondamentali per la nostra vita animica. Vera e propria resistenza etica contro il nulla che circonda noi e i nostri figli.

Si avvicina il momento di rientrare nei ranghi della scuola pubblica, tra poco più di due anni. Ma ci penseremo al liceo, ci siamo detti. E se non sarà facile pazienza, ne è comunque valsa la pena. I bambini avranno le valigie piene di verità, del gusto dell’apprendere, del piacere di sperimentare. Speriamo che quell’eredità gli basti per un po’.

Ormai ci è chiaro che nella scuola steineriana si impara in modo diverso e forse non si impara nulla di quello che la società di oggi richiede, ma tanto meglio! Faremo scorpacciate di ricerche su internet quando saremo più grandi, c’è sempre tempo per avvizzirsi davanti ad uno schermo.

Ne ho avuto un ulteriore conferma proprio in questi giorni, addentrandomi nella lettura de La storia infinita.

La_storia_infinita

Mi chiedevo perchè la maestra, durante l’epoca di geometria che dura circa 3 settimane, avesse scelto come lettura da proporre ai ragazzi prima Momo e poi La storia infinita, due romanzi dello stesso autore: Michael Ende. Beh, io non avevo mai letto il libro, impegnata come sono nella lettura di saggistica e manualistica sul social networking e sono grata che sia arrivato il momento per immergermi in un mondo dove la fantasia è creatrice, salvifica,  soluzione di ogni problema e difficoltà.

Perchè è proprio questo il messaggio che ci sta passando la scuola steineriana: prima di tutto occorre imparare a vedere qualcosa attraverso le maglie del racconto, goderla e apprezzarla. Poi potremmo passare ad analizzarla, scomporla, segmentarla e infine saremo in grado di ricostruirla. La conoscenza è qualcosa che deve passare attraverso l’esperienza.

E pensare che io ho sempre altezzosamente detto che non ero interessata alle storie di fantasia, preferendo solo biografie e saggi, perchè almeno imparo qualcosa! Che stolta.

La differenza tra il sapere e la conoscenza

A cosa serve saper fare la descrizione di una mela se non ci si è mai fermati a mangiarne una? A chi giova essere abili nell’analisi grammaticale o logica o del periodo di un testo se non si è mai patito, sudato e passato una notte insonne sopra un testo che ci ha fatto piangere, ridere e soffrire?

Lorenzo Pedro si nasconde in casa per leggere, non vuole essere disturbato mentre è immerso nelle sue 400 pagine e aspetta devotamente di aver finito il libro perchè vedere il film ora gli rovinerebbe la festa. Io lo invidio!

Ora scusate ma torno ad immergermi ne La storia infinita, che più lo leggo e più capisco perchè Michael Ende era un cultore di Steiner e dell’antroposofia. E più capisco anche perchè questa lettura mi è arrivata proprio nel fine settimana dei morti.

fatto con recitethis.com/

fatto con recitethis.com

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imparare a pensare sabrina d'orsi tutti i diritti riservati

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Impara a pensare! Non fidarti solo di quello che ti insegnano


Scritto il 23 agosto 2013

imparare a pensare sabrina d'orsi tutti i diritti riservati

Ciò che è vero deve essere sperimentato. Non si puo' solo crederci. Ma se dall’Antichità al Rinascimento, da Pitagora a Keplero, aritmetica, geometria, musica e astronomia hanno indagato il numero, lo spazio, il suono e il movimento dei corpi celesti una ragione ci sarà o no?. 
Queste quattro discipline venivano già pensate e insegnate da Platone come un insieme unitario, che fondeva lo studio degli oggetti matematici con l’aspirazione filosofica al vero, al bello e al bene. 

quadrivium

Ed è proprio questo di cui mi piace parlare: il vero, il bello e il bene. Che sono i tre pilastri della pedagogia di Rudolf Steiner (della sua apparentemente strampalata importanza al disegno di forme) e che sono i tre motivi principali per:

1. Non  mentire a noi stessi e agli altri  (la verità è più vispa, più scandalosa, più folle e più invidiabile di ogni banale menzogna).

2. Non abbrutirsi per esempio davanti alla tv (ho detto per esempio), perchè c'è davvero di meglio da fare nella vita e non è detto che debba essere fatto perchè è più bello ma perchè ci piace di più. (Ma noi lo sappiamo ancora quello che ci piace di più?)

3. Non rassegnarsi a pensare che se fai bene o se fai male è uguale. Non è cosi. Ognuno di noi dovrebbe fare il meglio che puo'.
Il bene è un circolo virtuoso, porta lieto fine, soddisfazione, fa quadrare il cerchio, riunisce ciò che era diviso, risale all'unità attraverso una progressiva semplificazione. Il meglio è semplicemente il meglio. Tutti sappiamo riconoscerlo.  

Di male in peggio si entra  in un circolo vizioso, che alimenta astio, guerra, delusione ed altro astio. 

La parola chiave è meglio. (l'hai letto il post su "fai il tuo meglio?")
Allora vi chiederete cosa c'entra il meglio con questo libro? C'entra che mentre lo leggevo mi sono chiesta:

se un bambino a scuola chiede alla maestra: perchè ci sono 60 secondi in un minuto e 360 gradi in un angolo? la maestra saprà spiegargli Il perchè? Questo libro si.

se un bambino arriva dalla maestra e chiede: "perchè lo zero si scrive come una O?" la maestra che avrà letto questo lirbo si avvicinerà  piano alla sua classe e con voce misteriosa comincerà a raccontare questa storia:

 

 

 

 

C'era una volta un indiano che si sedeva tutti i giorni in spiaggia per contare. Usava un ciottolo per fare i suoi conti sulla sabbia e quando aveva finito di contare riponeva il suo ciottolo sulla sabbia. Un giorno, arrivò nel posto in cui si sedeva tutti i giorni e prese il ciottolo tra le mani. Si accorse che togliendo il ciottolo dal suo posto e lasciando quindi il vuoto, il niente,  c'era una forma circolare al suo posto. Una traccia visibile a forma di O di qualcosa che non c'era più. Era nato lo zero.

Non vi piacerebbe che i vostri bambini imparassero i numeri cosi? Riflettendo sulla loro vita, su come i numeri sono tutti dentro di noi, nella nostra vita, nelle nostra membra. Le nostre dita ci parliamo del dieci, il nostro stesso io ci parla dell'unità, che è la più preziosa. Da essa si dipana tutta la matematica. Non è il risultato che conta, sono gli addendi, le individualità, noi.

Questo libro vi piacerà. Anche le illustrazioni sono fantastiche. E non vi incazzate con le maestre dei vostri figli, spesso devono seguire dei programmi ministeriali più freddi di un cadavere, magari questo libro regalateglielo senza dire una parola. Chissà che non riscaldi un po' il cuore…

 

Quadrivium
numero, geometria, musica, astronomia
Sironi editore
Prezzo di copertina: 21 euro

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Gli esami della vita: la quinta elementare, un’occasione persa

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Gli esami della vita: la quinta elementare, un’occasione persa


Scritto il 16 giugno 2013

quinta classe scuola steiner rom

Esami di quinta elementare: nelle scuole pubbliche non si fa più, in quelle non parificate si fa ed è una benedizione. Perchè?

Come funziona

Un tema, una prova di matematica, un colloquio, una prova scritta e orale di inglese. Un piccolo confronto con il mondo esterno, con la giusta dose di paura di non farcela, svolto in una scuola pubblica, con una commissione di maestri normali come dicono i bambini. Alcuni di loro usciti dal colloquio orale su tutte le materie hanno esclamato: credevo che fossero mooolto più cattivi!

Cosa pensi della scuola pubblica?

Se i bambini credono che i maestri della pubblica siano cattivi, severi, ecc.. questo dovrebbe parlare a noi genitori: come parliamo della scuola pubblica di fronte a loro? La giudichiamo? La critichiamo? Sbagliato! Non possiamo lamentarci se i nostri figli sono snob se lo siamo anche noi. La scuola pubblica non è MALE e noi siamo dei superficiali se crediamo questo! I nostri figli non dovrebbero sentirsi diversi, o più fortunati degli altri. Questa è una scelta pedagogica che non deve in nessun modo riguardare i piccoli.

quinta classe scuola steiner rom

Una reciproca scoperta

Del mondo fuori dalla scuola Steiner i bambini hanno sicuramente un po’ di timore ma anche  molta curiosità e meraviglia, e la cosa è reciproca. Maestri che non hanno mai visto questi bambini li vedono arrivare con i loro astucci fatti ai ferri, con i loro atlanti e libri scritti e disegnati a mano. Li ascoltano cantare e suonare i loro strumenti in cerchio, prima di iniziare, quasi come per creare un momento di concentrazione proprio solo del loro stretto cerchio: la Classe.

Li ascoltano declamare Cantami, o Diva, del Pelìde Achille, in greco e poi in italiano e credo sia uno scambio ricco di reciproca ammirazione, per quel che possono fare i bambini e per quello che possono incarnare in quel momento maestri atti a valutare il loro cosi alacre lavoro.

quinta classe scuola steiner rom

Poi ci sono le pagelle, quelle di casa nostra, poesie dedicate ad ogni singolo bambino, scritte o scelte e illustrate dalla maestra stessa, personalizzate con amore smisurato. Una tale commozione che si ripete ogni anno con sempre maggior gratitudine.

quinta classe scuola steiner rom

I privilegi e la gratitudine

E’ vero che questa scelta è un privilegio e non amo sentirmi una privilegiata. Se devo schierarmi preferisco stare là dove stanno tutti e combattere insieme a loro. Ma non posso esimermi dal testimoniare la grande gioia e la gratitudine per aver scoperto questa pedagogia cosi potente, sensata, istintiva, vicina ai bisogni del bambino e della famiglia.

Grazie a tutti voi maestri e genitori di tutte le scuole che tenete i bambini in alta considerazione, che li amate e rispettate per quello che sono, che avete capito che da loro c’è molto più da imparare che non da insegnare. La mia gratitudine va alla categoria vocazionale dei maestri di ogni ordine e grado. Vorrei abbracciarvi tutti!

quinta classe scuola steiner rom

A riguardare la consegna delle pagelle di terza classe mi dico che il mio vivere semplice è un prezioso strumento della memoria, e anche solo per questo motivo dovrei forse trovare la forza di portarlo avanti ancora per un po’.

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Luci di San Martino

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Luci di San Martino


Scritto il 09 novembre 2012

Festa di San Martino

Mentre stavamo preparando le lanterne LorenzoPedro si è messo a cantare le canzoni di San Martino in tedesco. E bello vedere come tutto il sapere circola liberamente, da una materia all’altra: alla scuola steineriana le lingue si studiano in un modo cosi incredibile che se ve lo raccontassi non ci credereste!

Comunque…mi sono accorta che della festa di San Martino non avevo ancora parlato in queste pagine. Ma questa festa  è per noi un momento importante che scandisce il ritmo dell’anno.

A scuola c’e’ fermento, si fanno le lanterne con la carta velina colorata (guarda le istruzioni per 40 diverse lanterne,  si accendono candeline al suo interno… e si prepara la festa.

Quest’anno vogliamo andare a ficcare il naso anche alla festa di San Martino che fanno tutti gli anni alla scuola tedesca di Roma  (l’ingresso è libero a tutti ed è un po come la nostra festa d’autunno.. mercatino, torte, giochi, stand con i lavori dei ragazzi della scuola..).  Anni fa ci eravamo andati era stato molto emozionante: sul calar della sera un cavaliere con il manto rosso era arrivato su un cavallo bianco nel giardino della scuola in una specie di processione di lanterne ..

La leggenda di San Martino

La leggenda racconta che un giorno d’autunno, mentre usciva da una delle porte della città francese di Amiens, dove viveva, Martino vide un povero vecchio, mezzo nudo e tremante per il freddo. Martino sguainò la spada, tagliò il suo bel mantello di lana e ne diede la metà al povero. Immediatamente il sole si mise a scaldare come in estate (per questo si chiama l’estate di san Martino)

 

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Ci sono tanti modi per studiare la storia: eccone uno

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Ci sono tanti modi per studiare la storia: eccone uno


Scritto il 16 ottobre 2012

Siamo abituati a studiare la storia come si faceva ai nostri tempi, dagli Assiri e Babilonesi in poi, passando per il Tigri e l'Eufrate, i papiri e tutto il resto. Ma a voi cosa è rimasto di tutto ciò? Io mi sono sempre chiesta perchè si studiava la storia, a cosa serviva e se non c'era qualcosa di meglio da imparare che non una sfilza infinita di date e accadimenti.

Ora con i figli alle elementari sto a guardare come studiano storia alla scuola steineriana. Intanto la storia vera e propria arriva molto tardi perchè prima il racconto verte su altri contenuti, prima della storia ci sono le storie e sono storie raccontate che diventano l'espressione esteriore di ciò che il bambino sta vivendo in quel momento della sua crescita.

  • In prima si raccontano le fiabe
  • in seconda le favole con gli animali come protagonisti e le storie dei Santi
  • in terza si racconta l'Antico Testamento
  • in quarta la mitologia nordica
  • In quinta le epoche antiche e si arriva fino alla Grecia.

C'è un motivo preciso per cui si segue questo programma per ogni anno ma la cosa che mi interessa raccontarvi è perchè in quinta si comincia dall'India e cosa si fa. 

L'uomo nel passare attraverso le diverse epoche storiche, sia fisicamente che animicamente non è stato sempre lo stesso: il suo modo di pensare, sentire e volere ha subito grandi mutamenti nel corso dell'evoluzione. In epoche antiche la coscienza umana era molto diversa da quella attuale e probabilmente in futuro evolverà in stati ancora diversi rispetto al presente.

mandala

Guardare alla storia come una semplice concatenazione temporale di fatti che non hanno nulla a che fare con noi è sminuente. Ciò che conta davvero è comprendere i reali nessi che scorrono tra passato, presente e futuro, risvegliando la coscienza sulla nostra natura di esseri umani in evoluzione, sulla comprensione delle disposizioni animiche di oggi come frutto dell'evoluzione passata. La storia dell'uomo non è altro che la storia di una trasformazione della coscienza, esattamente come quella in corso presso i bambini in questo momento.

In quinta classe i bambini vivono proprio un equilibrio tra l'essere bambino e l'essere nella fase della pubertà,  tra le forze di pensiero intellettuale che iniziano a destarsi e quelle di un pensiero immaginativo ancora vivo che tendono a sopirsi. Anche da un punto di vista fisico esiste a quest'età un particolare equilibrio prima dell'allungamento accelerato delle ossa intorno ai 12 anni:  i bambini vivono un periodo in cui si sentono bene nel loro corpo. Come si sentivano gli uomini al tempo delle civiltà antiche? Da quali forze, saperi e conoscenze attingevano per vivere e operare nella loro epoca?

dipingere

In quinta classe il bambino è pronto per indagare le antiche civiltà l'India, la Persia, l'Egitto e prendere da ogni cultura la speciale energia che solo da quell'epoca specifica è possibile attingere, andando a vedere cosa facevano e perchè, come si relazionavano tra di loro e con le forze divine ancora molto presenti intorno a loro. Si arriverà fino ad abbeverarsi dell'armonia tra le forze spirituali e quelle del proprio Io riprendendo i miti greci e la storia greca vera e propria, approfittando per incontrarsi con tutti gli altri bambini delle quinte classi delle scuole steineriane in Italia per dare vita alle consuete Olimpiadi.

Non so perchè sto qui a spiegarvi tutto questo, voglio solo dire che ha molto senso per me, e che forse a tutti i bambini potrebbe essere portato un po' di questo sentire anche senza scuola steineriana. Per entrare in un'epoca storica e capirci qualcosa occorre farlo con tutti i sensi, l'intelletto è troppo poco e poi si dimentica tutto. Allora se avete la fortuna di avere dei figli che stanno iniziando a studiare storia coltivate con loro questo spirito di scoperta, sarà una bella esperienza per tutta la famiglia.

Per l'India potreste imparare dei mantra, fare yoga insieme, disegnare i mandala o fare degli esercizi di forme e sentire quello che succede nella vostra famiglia se fate queste attività con un po' di costanza, prendendovi del tempo, ogni giorno un po', creando un piccolo rituale per assaporare quello che vive la nostra interiorità se nutrita di questo tipo di cibo. E' sorprendente, lo vedrete benissimo sul comportamento dei vostri figli o alunni. In Persia potreste sfruttare quel clima molto più operoso e meno mistico per portare i bambini a lavorare nei campi, raccogliere le olive o seguire un gregge di pecore in cima ad una collina e quando sarete in Egitto potreste studiare insieme un po' di numerologia o leggere insieme Quadrivium. Secondo e non c'è una cosa giusta e una sbagliata da fare, c'è solo la vostra sensibilità e la vostra voglia di crescere con loro.

Per il medioevo leggete questo post della mia cara amica Daniela su Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda nella Letteratura per ragazzi.

Oppure potreste procurarvi "Miti Antichi" raccontati da Charles Kowacks edizione Educazione Waldorf, dove attraverso la storia di Indra, il dio della guerra o i figli di Pandu, o la storia di Krishna o la Persia di Zaratustra, o ancora Gilgamesh per la Babilonia e Iside e Osiride per l'Egitto si porta in casa una storia altra, che scaldi un po' la didattica di scuola e che lasci qualche traccia nella memoria insieme a tutto quello che è li pronto per essere dimenticato.

A proposito di India, nella biblioteca per ragazzi mi è capitato tra le mani questo libro e ho deciso di darci una lettura. A scuola ai miei tempi si parlava di tutto tranne che di altre religioni e mi sono scoperta molto ignorante. Induismo, buddhismo, universismo cinese, ebraismo, cristianesimo, islamismo, ogni religione ha talmente tante connessioni e similianze  con le altre che c'è da rimanere senza parole. 

E i conflitti nascono proprio da interpretazioni sbagliate e tanta ignoranza.


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Benvenuti in prima classe alla scuola steineriana

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Benvenuti in prima classe alla scuola steineriana


Scritto il 13 settembre 2012

Ovunque vadano i vostri figli, scuola pubblica o privata, steineriana o montessoriana, non importa. Quello che conta davvero è  l’attitudine e altre alcune cose fondamentali

  • sottrarre ansia e giudizio
  • contenere gli stimoli
  • evitare di inzeppare l’agenda di impegni
  • aggiungere cura, curiosità, pazienza
  • ascolto

Se noi genitori avessimo tutto questo credo che ogni scuola potrebbe andare bene.

Ecco cosa fanno in prima elementare alla scuola steineriana, ve lo racconto perchè è affascinante e forse ognuno di noi avrebbe voluto fare una prima cosi.

Proviamo ad immaginare una linea retta verticale dritta  – dice la maestra, una signora distinta con gli occhiali e il tacchetto – proveniente da un punto indefinito sulla nostra testa che ci attraversa, percorrendo la colonna vertebrale dal cranio all’osso sacro ed uscendo dal nostro corpo al centro dei piedi.
Immaginiamola proseguire nella terra finchè, incurvandosi, possa tornare da dove è venuta e ricongiungersi in un’ideale circonferenza che abbraccia tutto l’universo. Questo ci da la misura di come noi siamo una piccolissima porzione di quella retta infinita. Siamo in una dimensione dove alla retta si alternano solo curve che definiscono delle forme. Le forme del nostro mondo e di noi stessi.

il disegno di forme
Autore: Rudolf Kutzli
Editore: Natura e cultura

In una prima classe nella scuola steineriana si comincia per alcune settimane tracciando linee rette e curve su fogli bianchi senza righe. Si chiama disegno di forme, ed è considerata una delle materie didattiche più importanti insieme al calcolo. Ma perché tanta importanza?

Il disegno di forme viene riproposto, a progressivi livelli di difficoltà fino all’ottava classe perché è considerato un esercizio terapeutico e formativo sorprendentemente efficace. Dalla traccia delle forme primarie si passa a tutte le possibili trasformazioni di una forma semplice, per arrivare alle simmetrie, ai nodi e agli intrecci longobardi (>>) in quarta classe, alla geometria in quinta.

(Hai mai disegnato o colorato un mandala per più di dieci minuti? Ne conosci gli effetti?  Leggi qui)

Una cosa inedita e un po’ complessa da spiegare che rende questa pedagogia oggetto di  fraintendimenti è che il disegno di forme (l’ars lineandi medievale) è stato spiegato da Steiner come l’espressione di una saggezza antichissima che si è tramandata nell’evoluzione dell’essere umano e che aveva e ha come obiettivo la ricerca della consapevolezza del sè. Cosa siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?

La linea a la curva esistevano prima dell’essere umano e prima ancora della creazione del mondo.

Attraverso l’esercizio della linea retta come archetipo della forma e della curva come primo fondamentale movimento, prendiamo posto con coscienza nel mondo, acquisiamo razionalmente i concetti di collocazione nello spazio e nel tempo secondo un prima e un dopo, un alto e un basso esercitando le lateralità. Questi elementi nelle classi successive si trasformano in  simmetrie, trasformazioni delle forme,  geometria, astronomia ecc…

Se, dice Steiner,  nella linea retta è racchiusa la sfera del pensiero mentre nella curva si aprono le infinite possibilità di metamorfosi proprie della sfera del sentimento allora capiamo come l’esercizio del disegno di forme eserciti il pensiero organico vivente, un pensiero in continuo movimento, corroborato da quell’elemento prettamente umano che è il sentire e le emozioni. Un pensiero che altrimenti tende a sclerotizzarsi  nell’eccessiva intellettualizzazione di ogni conoscenza.

Mettere continuamente in metamorfosi una forma significa fare in modo che l’animo del bambino trovi un equilibrio, conformi le lateralità che sono alla base della destrezza, dell’elasticità mentale, della capacità critica e autocritica…

Per un approfondimento sul tema scaricate il pdf della studiosa Maria Angela Padoa Schioppa

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La consegna delle pagelle


Scritto il 23 giugno 2011

Sono qui nel silenzio della casa, bambini partiti per andare dai nonni, e guardo le foto di questa terza classe. Della consegna delle pagelle di pochi giorni fa, dei momenti emozionanti che abbiamo condiviso.

La maestra si sottrae alle foto,e non solo,  per paura di sbagliare. Per paura che sia inappropriato forse. E sbaglia. Perchè nulla di ciò che fa è inappropriato. La maestra Serena porta una grande qualità che è quella dell'autenticità. Il suo è entusiasmo vero, la sua è vera dedizione. 

E la consegna delle pagelle è un momento prezioso, dove a ogni bimbo viene consegnato un libro scritto a mano dalla maestra con una storia dedicata a lui.
L'anno scorso il tema delle pagelle erano i personaggi nella vita di San Francesco e Lorenzo Pedro era l'araldo del gran re.
Quest'anno erano gli alberi: e Lorenzo Pedro era l'acero.

Ad ogni storia si accompagna un disegno fatto a mano dalla maestra. Che ha pensato ad ogni singolo bambino, lo ha custodito in sè, lo ha apprezzato, lo ha valorizzato… ha saputo fare a modo suo quello che ognuno di noi cerca di fare per i  nostri bambini: il meglio.

C'era gratitudine, e tanto amore in quella classe quel giorno. I genitori dietro con i loro visi assetati di conoscenza e i bambini sereni, affidati alle mani della loro maestra. C'era ogni cosa al suo posto.

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Il nono anno secondo la pedagogia steineriana


Scritto il 21 febbraio 2011

Il bambino nel nono anno di vita si trova ad una soglia importante. Secondo la visione del mondo proposta da Steiner, il bambino arriva al mondo al momento della nascita con il suo corpo fisico e impiega i primi anni di vita a conformarlo, farlo crescere e perfezionarlo mentre ci vuole l’intero settennio successivo per emanciparsi dalle emozioni e dal sentire della madre (quello che in germo si chiama corpo eterico).
Sarà solo alla fine del terzo settennio (tra i 12 e i 14 anni) che il bambino conquisterà la capacità di esercitare la volontà e di liberare definitivamente le forze del ragionamento impegnate prima nella crescita ed ora dedite completamente all’apprendimento razionale.

Per capire in che fase si trova un bambino di 9 anni dobbiamo osservare i due estremi all’interno dei quali si trova. Se osserviamo il bambino piccolo (fino ai 7 anni) dal punto di vista scientifico-spirituale (cosi è chiamato da Steiner il suo punto di vista) e lo confrontiamo con il ragazzo nel terzo settennio (tra i 14 e i 21) potremo notare le seguenti particolarità:

  • il bimbo piccolo ha un corpo proporzionalmente piccolo e molto attivo e scattante e una testa proporzionalmente più grande e sognante, addormentata, ancora non presente dal punto di vista dell’uso della razionalità e del ragionamento. Dal punto di vista fisiologico il suo ritmo cardiaco è di tre battiti ogni respiro.
  • nel ragazzo al contrario osserviamo arti più lunghi, proporzionalmente preponderanti e più fermi, più posati, più governati. La testa sarà più piccola e il ragionamento sarà vivo facendo del capo il luogo di maggior movimento (domande, deduzioni, ragionamenti). Dal punto di vista fisiologico il suo ritmo cardiaco rallenta notevolmente rispetto al respiro.

A questa progressiva inversione di forze (il cui apice è visibile verso il nono anno) corrisponde uno sconvolgimento emotivo non indifferente che si manifesta con la richiesta di maggiori attenzioni, la ritrovata paura del buio o di presenze sconosciute, il timore di essere soli al mondo, non amati, o di poter rimanere soli, domande sulla morte e sul senso della vita.

E’ importante accompagnare questo difficile momento del bambino sia nella vita familiare che in quella scolastica, attraverso osservazione, attenzione e confronto anche con la maestra e gli altri genitori della classe.

Dal punto di vista della didattica della terza classe (i bambini alla scuola steineriana iniziano a 7 anni e si trovano quindi in terza classe verso il nono anno di vita) ecco come viene accompagnato il bambino:

  • dal racconto dell’Antico testamento ovvero la storia dell’umanità in immagini che si inizia quest’anno fino alla mitologia (storia dell’uomo in immagini) che si farà l’anno prossimo, tutto lavora didatticamente nel senso di aiutare ed orientare i bambini verso il loro percorso di incarnazione che procede dall’alto verso il basso e che ha come obiettivo il diventare adulto, ben saldo sui propri piedi, radicato nella terra, consapevole e con una precisa direzione nella vita (la propria).

La frase chiave è dall’alto verso il basso, anzi dal capo fino ai piedi  (tanto per menzionare l’inizio della preghiera che facciamo prima di addormentarci)ecco dunque il senso che ha iniziare l’anno facendo il cappellino di lana (i bambini nell’ora di lavoro manuale confezionano un cappellino ai ferri), continuare con il disegno di forme lavorando sulla simmetria alto/basso (l’anno scorso era destra/sinistra).

  • Siamo presenti in questo mondo, abitiamo la terra la conosciamo e la coltiviamo. (per questo facciamo l ‘orto, sperimentiamo il lavoro dell’uomo nei mestieri… ) Conosciamo meglio il fuori e impariamo ad abitare meglio anche il nostro corpo (nella pedagogia steineriana e non solo la casa è la rappresentazione del corpo e per questo alla fine dell’anno costruiremo una casetta vera se possibile) coltivandolo insieme alla nostra interiorità. Il mondo è sempre più nostro ed è uno spazio definito (non come il cielo che è infinito) quindi impariamo a misurarlo, e nei prossimi mesi avremo l’epoca in cui costruiremo il nostro metro e cominceremo a misurare tutto…

Per approfondimenti sul nono anno:

Il nono anno (sul sito di Rudolf Steiner)
Il nono anno (sul sito mondo dei gemelli)

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Essere diversi costa….


Scritto il 17 dicembre 2010

Non so se lo avete percepito nei miei post un po’ criptici a volte.  Ma ho l’ansia, perchè mio figlio in terza ancora legge male scrive male e fa male un po’ tutto. Male? Cosa vuol dire male? Male per chi? In base a quale standard?

Beh, il bene e il male esistono. Non sono mica soggettivi. Se ti dico che scrive come il cardiologo settantenne (citazione) e non azzecca neanche una doppia, possiamo mica dire che scrive bene giusto?

Quando scegli la scuola steineriana….

Il fatto è che quando mandi i tuoi figli in una scuola steineriana quelli investono un sacco di ore in incredibili attività che neanche ti immagini e imparano altro da ciò che ti aspetti, mentre sulle cose di base ovvie scontate tipo il leggere e lo scrivere rimangono un po’ indietro.

Rimangono indietro anche perchè (questo me lo diceva la maestra) non vengono corretti appositamente perchè il tipo di errore che reiterano (per esempio nel nostro caso le doppie) dice qualcosa di importante sul bambino e sui suoi lati deboli, che occorre rinforzare, curare e seguire con attenzione. acquadolce

Ho riflettuto molto su quanto è faticoso scegliere un’educazione alternativa ed essere esposti al pubblico ludibrio.

Le priorità della scuola e della società

Abbiamo amici che ridono di noi (forse dovrei interrogarmi su che tipo di amicizia è mai questa…) e altri che osservano e tacciono, rincuorati dal fatto che i loro figli più piccoli scrivono e leggono già correntemente come se questa fosse l’unica cosa importante che devono fare dei bambini in età scolare.

Il valore di seguire il proprio istinto

Poi ho conosciuto una pedagoga non della scuola steineriana ma che apprezza il metodo,  che mi ha fatto notare una serie incredibile di capacità che i nostri figli stanno acquisendo e ho pensato che dovrei smetterla di sforzarmi di pensare come tutti gli altri e cominciare a ragionare con il mio cervello.

Ho trovato conforto, sostegno e calore, sorriso e condivisione d’intenti in questo libro bellissimo e semplice che vi suggerisco: si intitola Acqua dolce, e in realtà è un libro per bambini non per adulti scritto da Andrea Bouchard maestro elementare.  Io l’ho letto a 4occhi con mio figlio,  abbiamo letto 3 pagine per uno, ad alta voce, la sera prima di andare a letto… e la lettura migliora sta migliorando migliorerà che follia affannarsi per questo…

Sentirsi diversi dagli altri è faticoso

Il piccolo libro con una carta, una grafica e un’illustrazione accurata, parla di una famiglia diversa in cui i genitori all’inizio annaspano nei dubbi e nella paura di non essere adeguati alla creatura che hanno avuto mentre in seguito trovano insieme la loro strada, fatta di ascolto, di mediazione, di osservazione. Non è un libro sulla diversità nel senso della disabilità  o dell’handicap perchè non occorre essere diversamente abili per sentirsi diversi dagli altri.

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Imparare le lingue straniere nella scuola steineriana


Scritto il 15 novembre 2010

Ascolto, canto, faccio le conte, le tabelline, ripeto, imparo. Semplice no? Nella scuola steineriana le lingue straniere si imparano cosi: facendo due lingue (inglese e tedesco) con insegnanti madrelingua fin dalla prima classe, 5 ore in tutto a settimana.

come si studiano le lingue straniere nella scuola steineriana

No quaderni, no grammatica, no regole

Nei primi anni il lavoro è principalmente corale e orale per poi diventare, negli anni, una cosa sempre più individuale e scritto. Attraverso canzoni, poesie, ritmi e giochi fatti ad alta voce e tutti insieme viene instillato interesse e amore per la lingue attraverso l’assorbimenti di vocaboli speciali (impreziositi di valore attraverso le storie, parole segrete, frasi che aprono situazioni inaspettate ecc) e man mano che i bambini crescono l’insegnamento sarà sempre più intellettuale.

La capacità di comunicazione e le strutture grammaticali vengono apprese senza insegnamento ma solo per imitazione. Tutto ciò viene portato ai bambini in maniera giocosa e inconscia.

Tutto quello che è stato imparato nei primi tre anni di elementari in seguito viene compenetrato, in parte scritto e compreso coscientemente. Ampliando il vocabolario, iniziando a scrivere, cominciando non solo più ad usare le strutture grammaticali ma a capirle per poterle scrivere.  l’amore per la lingua diviene progressivamente cosciente e viene continuamente vivificato. Viene introdotto un primo testo di lettura cui segue un proprio quaderno scritto è la base per a comprensione della letteratura nelle classi successive.

In settima e ottava classe l’importanza principale è comprendere la lingua individualmente, aumentare le competenze e rafforzare l’amore per la poesia e la letteratura. Un primo passo per imparare in maniera accademica è la consapevolezza dell’uso della lingua. Bisogna imparare cosa si può fare con la lingua e cosa può provocare. Anche la capacità di giudizio individuale viene preparata in questo periodo.

Che differenza c’è tra una lingua straniera da una lingua madre?

La lingua è straniera quando non ci capisci niente  ma non è sempre vero, visto che i bambini tra di loro comunicano benissimo con la comunicazione non verbale e non hanno un imprescindibile bisogno di parola come invece abbiamo noi adulti.

Le differenze riguradano soprattutto la sonorità della lingua e questo è il punto da cui si parte. Esattamente come il bambino piccolo impara a parlare ascoltando la voce della mamma anche nella scuola steiniriana si impara a parlare ascoltando e ripetendo nuove sonorità.  Sembra impossibile ma funziona!! Ed è la cosa più semplice e naturale del mondo.

PS: Questo testo è liberamente ispirato e in parte anche un po’ copiato da un sito molto prezioso per chi vuole saperne di piu dell’argomento didattica nelle scuole waldorf. A proposito de “i bambini imparano per immagini” vi segnalo anche questo articolo (pdf) tratto dal sito della Scuola Waldorf di palermo.

 

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Preparativi per il nuovo anno scolastico


Scritto il 10 settembre 2009

Fare le cose invece che comprarle è un atto simbolico. Niente di più. E’ ovvio che è più semplice andare al negozio (a volte vivere semplice vuol dire complicarsi la vita, l’avrete capito da un pezzo).
Ma fare le cose a mano, con pazienza, senso dell’organizzazione, forza di volontà, è davvero un gesto pregno di senso, esprime qualcosa di potente: mettere attenzione e avere tempo. (per approfondire clicca qui) .
Ecco perchè nella nostra scuola facciamo le cartelle.

E ogni anno  l’attrezzatura per la scuola si fa più complessa. Sacchettini per i lavori manuali, per le pantofoline e i grembiulini, astucci porta colori e altre diavolerie….
Meno male che negli anni mi sono data una mossa con questa macchina da cucire…. presto vedrete l’opera  della cartella, tinta a mano e cucita ad arte!!

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Intanto….

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il nuovo gioco dei bambini, mentre mamma è indaffarata in cucina è la cucina: andrea mio marito ha detto che prima o poi daranno fuoco al divano, spero non porti sfiga, intanto loro costruiscono un piccolo fornello con le candeline  e cucinano pinoli e uvette tutto il giorno… basta che facciano.

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Nanetti di mare: il laboratorio dei bambini


Scritto il 15 luglio 2009

Ecco come è andato il nostro laboratorio per bambini:

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Un gruppo di bambini si raduna dopo pranzo all’ombra di una pagoda montata vicino alla spiaggia. Brezza di mare e silenzio. E noi, senza programmi, senza armi, tecniche o progetti, solo li disponibili a dare il nostro tempo, la nostra attenzione, le nostre canzoncine filastrocche e racconti in un clima totalmente destrutturato.
Da far orrore a qualsiasi moderno pedagogo!!
E anche con la paura che potesse non funzionare, con il sospetto che avremmo avuto a che fare con mostricciattoli inconsolabili o bimbi da prendere a testate per poterli far star seduti!!

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Invece quel che ci diceva il buonsenso (e un po’ di esperienza) si è realizzato. Anche se i bambini non ci e non si conoscevano, anche se non c’e’ stato molto tempo per socializzare, anche se infondo eravamo due perfette estranee e i genitori li hanno lasciati con noi quasi da subito.
I bambini sono stati felici di sdraiarsi sui futon mentre ascoltavano le storie (fiabe dei Grimm rigorosamente e meticolosamente raccontate a braccio da Paola con una ricchezza di terminologia da far invidia ad un registratore), sono stati entusiasti di partecipare alle conte e alle gare di trottoline che ogni giorno ripetevamo, consapevoli che la routine che tanto odiano gli adulti sia per il bambino una certezza su cui riposare i pensieri…

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E poi le canzoncine, talmente facili e “scontate” che le mamme i primi giorni ci guardavano come se fossimo delle celebrolese, salvo poi ricredersi quando scoprivano che i loro figli una volta imparate a memoria (dopo un giorno) le andavano cantando in spiaggia, sotto la doccia e per tutto il campeggio….

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E’ proprio vero (abbiate fiducia) che il semplice trionfa con i bambini e non erano poi cosi piccoli. La prima settimana abbiamo avuto una decina di bimbi dagli 0 ai 14 anni e i più grandi erano gli ultimi a volersene andare. Per loro abbiamo organizzato anche un piccolo atelier di costruzione di braccialetti che ha spopolato. La seconda settimana poi, i bambini erano quasi una ventina, e ragazzi… è stata una bella soddisfazione vederli addormentarsi sui futon o chiedere “domani siete dinuovo qui?”

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In tutto ciò il mio Zenino si è fatto un taglio con un ferro arrugginito (i suoi primi 4 punti) e mamma Sabrina si è a tratti trascinata con la pancia che cresce e una tenda montata in discesa direttamente sulla sabbia, tra lo stabilimento dei vip e le intemperie di qualche nottata passata a sperare che non volasse tutto via….

Grazie a Gianni di Tra terra e cielo vero modello di flessibilità e cooperazione e a tutti gli altri che hanno reso possibile Il giardino dei nani. All’anno prossimo (?) speriamo

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Le marchè de Noel 2008


Scritto il 25 novembre 2008

Lo sapevo, lo intuivo che il bazar di Natale della scuola Steiner di Ginevra sarebbe stato un vero e proprio colpo al cuore: un gruppo di genitori bellissimo che ha fatto dei preparativi grandiosi, organizzazione incredibile, una vera macchina a vapore che si è messa in moto per organizzare la festa  più calda dell’anno. Che quest’anno si è svolta sotto la neve.

Dalle foto non si vede perchè durante il giorno la neve si è sciolta, però è stato bellissimo fare i preparativi sotto i fiocchi di neve. C’e’ stato un gran fermento, una grande gioia nel fare insieme. Ho imparato moltissimo, Grazie Ginevra!

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baz2.jpgOgni classe si è occupata di qualcosa.

Le prime e le seconde sono andate nel bosco, hanno raccolto con un camioncino moltissimi rami d’abete e cortecce per decorare la scuola (con il permesso della guardia forestale che li ha aiutati nelle operazioni), poi c’e’ chi ha fatto la mostarda da vendere, chi il miele, chi le miscele per le tisane ecc.. tutto il ricavato è stato devoluto interamente alla scuola.
Inoltre c’erano stand che vendevano cristalli, bambole, oggetti di lana, c’era anche tutto uno spazio dedicato ai piu piccoli, con atelier di decorazione dei biscotti, lavorazione della carta colorata e giochi…

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Perchè quando una scuola è autogestita questo diventa anche un buon metodo per autofinanziarsi…

Ci sono stati anche dei genitori che hanno allestito uno stand di crepes,mentre i ristoranti erano 3: uno allestito nel teatro,un’altro giu in mensa (con tematica e allestimento arabeggiante) e l’altro in una classe, il cosiddetto bar degli artisti, dove assaportando un te ed una fetta di torta ci si poteva godere i piccoli spettacoli di clowneria e jungleria dei ragazzi delle classi più grandi.

 

 

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In altre classi c’era lo stand della libreria e cartoleria, un atelier di lavorazione della carta, per fare le stelle di natale e altri atelier: del legno, della serigrafia, della lavorazione della creta, della creazione delle candele…

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La vendita delle corone d’avvento che sono state preparate nei 15 giorni precedenti al Bazar.

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Un capitolo a parte merita “il giardino degli gnoni” e l’allestimento dei “tavoli di stagione”. Di questo parlerò un’altra volta perchè ho tantissimo da mostrarvi. Qui c’e’ un gruppo di persone, che sono dei veri artisti della lana, che realizzano durante tutto l’anno degli oggetti MAI VISTI per la loro eccezionale bellezza….
Ma aspettate, presto potrò parlarvi di loro…

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Per approfondire:

Il bazar di Natale 2007 della scuola Steiner di Roma

Il bazar di Monaco di Baviera 2007

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